IL BANCHETTO DEI POTERI DEBOLI - NEL RETROBOTTEGA DELLA GESTAZIONE DEL GOVERNO FULL MONTI, FACEVANO I LORO GIOCHI GLI INTERESSI ECONOMICI DEI SOLITI NOTI - LA FIAT CHIUDE TERMINI IMERESE, LE FS E IMPREGILO FIRMANO PER LA TAV MILANO-GENOVA (DI DUBBIA UTILITÀ) - IL TRENINO DI LUCHINO E DELLO SCARPARO (COI SOLDI DI INTESA DEL NEO MINISTRO PASSERA) È PRONTO A PARTIRE: SENZA PIÙ LA PROTEZIONE DI GIULIETTO TREMONTI, MORETTI SARÀ COSTRETTO AD ABBASSARE LA CRESTA…

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Giorgio Meletti per il "Fatto quotidiano" del 15 novembre

Ieri la Fiat ha annunciato che tra otto giorni, il 23 novembre, cesserà definitivamente la produzione di auto nello stabilimento siciliano di Termini Imerese. Nelle stesse ore, la Ntv, la società che fa capo a Luca di Montezemolo e Diego Della Valle (ma con i capitali della banca Intesa Sanpaolo) ha comunicato la scelta dell'agenzia pubblicitaria che seguirà il lancio del treno veloce Italo, concorrente della Frecciarossa di Fs.

Venerdì scorso, nelle ore drammatiche della caduta del governo Berlusconi, la Fs hanno firmato con il consorzio Cociv, guidato dall'impresa di costruzioni Impregilo, il contratto per la nuova linea ferroviaria Alta Velocità tra Milano e Genova: 4,8 miliardi di euro la spesa prevista per un'opera sicuramente anti-economica e di dubbia utilità.

Tre fatti senza nessun legame tra loro che rendono il clima di queste ore. Mentre una crisi di governo che sembra farsi di ora in ora più complessa crea un apparente atmosfera di sospensione, gli interessi economici continuano a muoversi come sempre. Addirittura sembrano approfittare del frastuono politico per piazzare delle mosse che in altri momenti otterrebbero molta più attenzione.

Il copione somiglia a quello degli anni ‘90. Fine della prima Repubblica, crisi dei partiti, governi tecnici o pseudo-tecnici, generici allarmi contro i "poteri forti" in agguato. Mentre l'attenzione critica si concentra su pericoli che vengono da lontano (la grande finanza internazionale che approfitta della crisi per venirci a portare via i gioielli di famiglia), sono gli italianissimi poteri deboli, le oligarchie del capitalismo di relazione a banchettare.

La crisi degli anni ‘90 spalancò un'autostrada al grande affare dell'Alta Velocità: con la copertura dei governi tecnici di Carlo Azeglio Ciampi e Lamberto Dini, e di quello politico di Berlusconi, è stata scavata una voragine vicina ai 100 miliardi di euro (il 5 per cento del debito pubblico italiano) raccontando la panzana che le nuove linee si facevano con ampio contributo dei capitali privati.

Adesso il nascente governo Monti è chiamato a dare la sua benedizione all'operazione del cosiddetto Terzo Valico, concepita nel 1992 per far entrare anche la Montedison di Raul Gardini nella mangiatoia dell'Alta Velocità, e rimasta finora sulla carta per la sua manifesta insensatezza. Il contratto firmato venerdì scorso parla da solo. Prevede la costruzione di una nuova linea ad alta velocità per trasportare le merci dal porto di Genova al nodo di Milano e di lì farle proseguire per il nord Europa.

Però la nuova linea è lunga 53 chilometri, mentre da Genova a Milano la distanza è quasi tripla. Infatti la nuova ferrovia partirà da Genova e arriverà in mezzo alla pianura padana, dove i treni rientreranno sulla linea tradizionale. Ogni chilometro della nuova linea costerà, bene che vada, quasi 100 milioni di euro che non ci sono. E secondo le previsioni di Fs e di Intesa San-paolo, quelli che pagano e quelli che finanziano, i proventi del traffico copriranno un decimo dei costi. E di chi è l'Impregilo? Fa capo a tre gruppi ben noti: Benetton (proprietari anche di Autostrade), Gavio e Ligresti. Soliti oltre che noti.

Nella migliore delle ipotesi, dunque, a opera finita, nel 2019, avremo aumentato il debito pubblico di 5 miliardi di euro per avere un pezzo di ferrovia nuova, ad "alta capacità" come adesso piace dire, che dopo 53 chilometri a spron battuto ritornerà a "bassa capacità". Con effetti sull'efficienza del trasporto equivalenti a zero.

Intanto Montezemolo e Della Valle brindano alla caduta di Berlusconi ritenendo che il governo Monti spianerà la strada al loro treno Italo. Dopo mesi di polemiche violentissime con l'Ad della Fs Mauro Moretti, accusato di boicottare il loro accesso ai binari veloci Napoli-Torino, gli uomini di Ntv sono certi che il manager pubblico abbia perso con Giulio Tremonti il suo grande protettore, e che nel nuovo regime dovrà abbassare le penne.

Dal loro punto di vista, se il governo Monti deve essere all'insegna delle liberalizzazioni e della concorrenza, è il loro governo. Se poi in nome della liberalizzazione e della concorrenza potranno fare profitti pagando un pedaggio basso su una ferrovia per la quale abbiamo indebitato i nostri bisnipoti, tanto meglio.

 

montezemolo dellavalle Della Valle e MontezemoloSERGIO MARCHIONNE Mauro Moretti Marcellino GavioSalvatore Ligresti