CAFONALINO AZZURRO - UNO SCHIAFFO ARRIVATO SUL PIÙ BELLO, NON FA MALISSIMO. PERDERE IN AMICHEVOLE CON L´URUGUAY CAMPIONE DEL SUDAMERICA CI PUÒ STARE. SOLO CHE CI ERAVAMO ABITUATI BENE: PRIMA LA QUALIFICAZIONE EUROPEA POI LA VITTORIA IN POLONIA. FORSE È ADDIRITTURA MEGLIO COSÌ, ALMENO NON SMETTIAMO DI CERCARE LA MIGLIOR NAZIONALE POSSIBILE. NEL 2012 AGLI EUROPEI SERVIRÀ UNA SQUADRA PIÙ FORTE E COLLAUDATA…

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Fabrizio Bocca per "la Repubblica"
Reportage di GMT-Mezzelani

Uno schiaffo arrivato sul più bello, non fa malissimo - perdere in amichevole con l´Uruguay campione del Sudamerica ci può stare - solo che ci eravamo abituati bene: prima la qualificazione europea poi la vittoria in Polonia. Forse è addirittura meglio così, almeno non smettiamo di cercare la miglior nazionale possibile. Il ko - secondo dell´anno dopo quello con l´Eire del Trap, il terzo della gestione Prandelli - in ogni caso è da classificare come incidente di percorso in un quadro azzurro del 2011 sicuramente positivo.

La nazionale ha recuperato un buon rapporto con la gente, non è certo una squadra antipatica, non esistono grandi esclusi - i Cassano e i Balotelli della gestione Lippi, ad esempio - per ora è un circo aperto e discretamente allegro, non esiste ancora un gruppo che ha vinto e che difende gelosamente il posto. E´ una squadra fortemente condivisa, fatto abbastanza insolito nella storia azzurra, soprattutto se pensiamo ai ct che hanno lasciato il segno, come Bearzot, Sacchi, Lippi.

Loro prosperavano nella bufera, Prandelli governa con larghe intese. In ogni caso a vedere la partita con la Polonia erano in sei milioni davanti alla tv, per quella con la Serbia ce ne erano sette e mezzo: se l´Italia fosse indifferente e noiosa sarebbe facile cambiare canale. Ma è anche vero che fino ad ora abbiamo scherzato, la qualificazione è stata una passeggiata, le amichevoli del 2011 con Germania (1-1), Eire (0-2), Ucraina (2-0), Spagna (2-1), Polonia (2-0) e Uruguay (0-1) di prestigio e chiuse con un buon bilancio, ma nel 2012 agli Europei servirà una squadra più forte e collaudata. Senza pretendere l´impossibile.

E´ una nazionale con molti pregi quella che Prandelli ha costruito nei suoi 503 giorni da ct: il bilancio dice 18 gare con 11 vittorie (una a tavolino), quattro pareggi, tre ko, 28 gol fatti (compresi i 3 a tavolino), 9 subiti, 53 giocatori convocati, con una rosa attuale di 25-30. In mezzo a questi numeri c´è una buona Italia ma non proprio matura. La nuova nazionale ha chiuso la qualificazione europea senza perdere una partita con una difesa che ha preso appena due gol, ma è meglio non dormirci sopra (e infatti Fernandez della distrazione dei centrali ha approfittato).

Abbiamo un piccolo zoccolo residuo della grande nazionale che fu (Buffon, De Rossi, Pirlo), abbiamo centrocampo ricco e di qualità e un attacco abbondante, dove siamo nelle mani di un giovane talentuoso - Balotelli - ma che fino a poco tempo fa era discretamente inaffidabile. La perdita di Rossi e Cassano non è facilmente superabile: il milanista nelle dieci partite europee ha segnato sei gol, e pesanti.

Non abbiamo ancora però un gioco continuo, prepotente e dominante, è successo con l´Uruguay che abbiamo sofferto, era successo fino al gol di Balotelli a Wroclaw. Prandelli ha voluto insistere con il rombo che in campionato fanno Milan, Inter e in parte anche Roma, ma Montolivo - che infatti lì non gioca - non è Boateng o Robinho, Sneijder o Totti. Il ct aveva detto che voleva rivedere quell´impianto di squadra per capire, solo che stavolta nemmeno la soluzione alternativa ha convinto.

Il ko con l´Uruguay può essere una delusione solo se si pensava di essere già arrivati. Lo schiaffo è stato preso non appena gli elogi sono diventati troppi, appena il clima si è troppo disteso, e non appena si pensava che squadra, nomi e ruoli fossero definiti. La nazionale può andare tranquilla in letargo, speriamo si risvegli ben affamata nel 2012.

 

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