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IO SO’ GIORGIA E VI TARTASSO – NEL SECONDO TRIMESTRE DELL’ANNO LA PRESSIONE FISCALE È SALITA ANCORA: HA RAGGIUNTO IL 42,3%, IN AUMENTO DI 1,2 PUNTI RISPETTO AL 2024. LO CERTIFICA L’ISTAT – IL VICEMINISTRO MELONIANO, MAURIZIO LEO, SI AFFRETTA A DICHIARARE: “È L’EFFETTO DELL’AUMENTO DELL'OCCUPAZIONE, NON PERCHÉ SONO STATE MESSE PIÙ TASSE” – MA IL POTERE D’ACQUISTO DEGLI ITALIANI È IN CONTINUO CALO E I REDDITI DIMINUISCONO…

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Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per “La Stampa”

 

MAURIZIO LEO GIORGIA MELONI

La pressione fiscale in Italia sale ancora. Nel secondo trimestre 2025 ha raggiunto il 42,3% del prodotto interno lordo, in aumento di 1,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. È il dato che domina la nuova rilevazione diffusa dall'Istat sui conti trimestrali delle amministrazioni pubbliche, delle famiglie e delle società.

 

L'innalzamento del fardello tributario arriva mentre i saldi di bilancio migliorano e la spesa dello Stato cresce a un ritmo più lento delle entrate. «La pressione fiscale è salita per l'aumento dell'occupazione, non perché sono state messe più tasse», il commento del viceministro dell'Economia, Maurizio Leo.

 

LA GIORGIA DI LOTTA E QUELLA DI GOVERNO - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

[…] L'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche si è attestato al 2% del Pil, in miglioramento rispetto al 3,8% del secondo trimestre 2024. Anche il saldo primario, cioè l'avanzo al netto della spesa per interessi, è tornato positivo, pari al 2,4% del Pil contro lo 0,6% di un anno prima.

 

 Il saldo corrente ha segnato un surplus del 3,1%, più del doppio rispetto al 2024. I numeri fotografano una finanza pubblica in rafforzamento, seppure accompagnata da un livello di tassazione che continua a crescere.

 

TASSE - PRESSIONE FISCALE

Le entrate totali sono salite del 6,6% rispetto allo stesso trimestre dell'anno scorso. La loro incidenza sul Pil ha raggiunto il 47,6%, in aumento di 1,9 punti percentuali. Le entrate correnti sono cresciute del 6,1%, mentre quelle in conto capitale hanno segnato un balzo superiore al 110%.

 

Nello stesso periodo le uscite complessive sono aumentate del 2,4%, con un'incidenza sul Pil stabile al 49,5%. La spesa corrente è cresciuta del 2,3%, quella in conto capitale del 3,2%. Nel complesso dei primi due trimestri del 2025, l'indebitamento netto è stato pari al 5% del Pil, in miglioramento rispetto al 5,9% del primo semestre 2024.

 

MAURIZIO LEO E GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE

Il quadro delle famiglie, ricorda Istat, resta segnato da una dinamica prudente. Il reddito disponibile lordo è cresciuto dello 0,8% rispetto al trimestre precedente. A fronte di un aumento dei prezzi dello 0,5%, il potere d'acquisto è migliorato solo dello 0,3%. La spesa per consumi finali è avanzata dello 0,5%, un ritmo più lento rispetto al reddito.

 

Di conseguenza la propensione al risparmio è salita al 9,5%, con un incremento di 0,3 punti percentuali. Si tratta di un ritorno a livelli più vicini alla media storica, dopo anni di riduzione. Il tasso di investimento delle famiglie è stimato all'8,8%, in lieve aumento rispetto al trimestre precedente, grazie a una crescita degli investimenti fissi lordi del 2%.

 

giorgia meloni e il pizzo di stato - vignetta by emiliano carli

Il miglioramento dei saldi pubblici nel secondo trimestre non cancella però la fragilità del quadro complessivo. Nei primi sei mesi dell'anno il saldo primario resta negativo, pari allo 0,9% del Pil, seppure in recupero rispetto al 2% di disavanzo del 2024. Il saldo corrente si attesta su un valore nullo, in rialzo rispetto al meno 0,9% dello scorso anno.

 

Allo stesso tempo, la pressione fiscale semestrale si colloca al 39,9%, in crescita di un punto percentuale.

 

Il peso crescente del prelievo, sia sul lavoro sia sulle imprese, resta l'elemento centrale del quadro macroeconomico. L'aumento delle entrate ha sostenuto il miglioramento dei conti pubblici, ma ha frenato il potere d'acquisto delle famiglie e limitato lo slancio dei consumi. I dati confermano che il risparmio tende a risalire, segnale di prudenza di fronte a un contesto congiunturale ancora incerto.

 

La fotografia restituita dall'Istat mostra così un Paese in cui il consolidamento dei conti pubblici procede, grazie soprattutto all'incremento delle entrate fiscali, ma in cui i margini di crescita del reddito reale restano ridotti.

 

TASSE - PRESSIONE FISCALE

La spesa delle famiglie continua a salire, ma a un ritmo inferiore al reddito, mentre il risparmio recupera terreno. Le imprese consolidano la redditività, ma non spingono ulteriormente sugli investimenti. Un quadro che nel lungo termine può diventare pericoloso.

TASSE - PRESSIONE FISCALE