SINDACATI DA MORIRE - IL NODO DEGLI ESUBERI ALITALIA SI INGROVIGLIA NELLE BEGHE TRA SINDACATI: LE SIGLE CHE RAPPRESENTANO PILOTI, HOSTESS E STEWARD ACCUSANO CGIL-CISL-UGL DI TRATTARE PER CONTO PROPRIO

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james hogan james hogan

Luigi Grassia per “La Stampa

 

Nella trattativa sul dossier Alitalia-Etihad i sindacati si spaccano in due fronti, che si rinfacciano a vicenda l’accusa di voler spingere l’altro gruppo ai margini del negoziato.

 

L’altro giorno le sigle Anpac, Anpav e Avia Uiltrasporti naviganti (cioè le più rappresentative fra i piloti, le hostess e gli steward) avevano scritto una lettera aperta a James Hogan, il numero uno di Etihad, per proporre la proroga triennale del contratto di lavoro e impegnarsi a non scioperare in quel torno di tempo; ma i quattro sindacati polemizzavano anche contro Cgil, Cisl e Ugl (poco rappresentati invece fra il personale navigante) che a dire dei piloti si arrogherebbero il ruolo di interlocutori troppo privilegiati nella trattativa.

 

ETHIAD ALITALIA x ETHIAD ALITALIA x

Al telefono alla Stampa il presidente dell’Anpac, Giovanni Galiotto, riferiva che gli incontri congiunti con tutti i sindacati erano risultati impossibili proprio perché Cgil, Cisl e Ugl avrebbero messo il veto. Le tre tre sigle Cgil, Cisl e Ugl sostengono il loro diritto a trattare sugli esuberi senza mescolarsi alle altre perché è fra i loro iscritti, nel personale di terra, che si concentra la maggior parte dei 2251 esuberi.

 

Ieri questi tre sindacati hanno reagito alla lettera aperta a Hogan con un’altra lettera aperta per dire che «quanto accaduto ha lasciato tutti senza parole. Al peggio non c’è mai fine.

CGIL LOGO  CGIL LOGO

Codeste associazioni si rendono disponibili a qualsiasi sacrificio pur di garantirsi ciò che permette di tenere in piedi le loro parrocchiette».  C’è da domandarsi che cosa possa capire Hogan di queste beghe fra sindacati, ammesso che qualcuno si prenda la briga di tradurgli le due lettere.


Quanto alla trattativa sugli esuberi fra governo, Alitalia e sindacati è a un punto morto. Ieri i rappresentanti della compagnia hanno illustrato l’ipotesi di ricollocare fuori dall’azienda di 900 lavoratori ma, come hanno sottolineato i rappresentanti sindacali, «non c’è ancora nessuna certezza e nessuna soluzione concreta».