DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)
1. LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
Una giornata terribile, per i poteri marci con la passione per la libera informazione. Se l'economia è l'arte di impiegare al meglio risorse limitate, l'informazione di carta non fa eccezione ed è la complessa ripartizione di appoggi o sgambetti in un certo numero di pagine. Oggi i giornaloni di Lor signori potevano scegliere tra la difesa a spada tratta di Re Giorgio Banalitano, vessato senza rispetto da toghe fuori controllo che vogliono scoprire la verità sulla trattativa Stato-mafia, e l'elogio incondizionato di Lettanipote, baciato in fronte e benedetto personalmente dal Grande Abbronzato di Washington.
Leccare il cono o difendere il budino? Un dilemma angoscioso, che ha messo a dura prova le riserve di bava accumulate nelle redazioni in anni di cronache sdraiate e interviste complici.
Hanno privilegiato il cono di Lettanipote la Repubblica degli Illuminati, la Stampa dei Lingotti in fuga e il Sole 24 Ore. Si sono invece dedicati con maggior impegno alla Crème Napolitaine il Corriere delle banche e il Messaggero di Calta-papà . In ogni caso, a fine serata, salivazione azzerata per tutti.
2. BELLANAPOLI NON DEVE CANTARE
Dunque Re Giorgio sarà sentito (forse) da un tribunale sul famoso vertice di maggioranza con Cosa nostra andato in scena nei primi anni Novanta e di ciò siamo tutti scandalizzati. Scandalizzati del suo dovere di testimoniare, non del super-vertice. Sul Corriere, padre Massimo Franco non nasconde la posta in gioco: la "stabilizzazione" della magistratura.
Ecco che cosa gli scappa dalla penna: "Il rischio, tuttavia, è che il capo dello Stato appaia oggetto di un ulteriore strattone da parte di alcuni settori del potere giudiziario immersi da tempo in conflitti interni; e decisi a riaffermare la propria identità a costo di scaricarne gli effetti su un Quirinale che sta tentando una stabilizzazione anche nella magistratura" (p. 1).
Corazzieri in azione anche sul giornale diretto da Eziolo Mauro: "Consulta aggirata, l'irritazione del Colle. Si rischia un nuovo conflitto tra poteri. Dopo i paletti della Corte costituzionale, riserve sulla scelta dei giudici di Palermo" (Repubblica, p. 12). Idem sul Messaggero, che rispolvera perfino l'ex ministro Claudio Martelli: "Non ci sono precedenti, è chiaro che il presidente non c'entra nulla" (p. 2).
3. WOW, ASPENIO LETTA CI HA L'ENDORSEMENT!
Non paghi di essere l'ultima provincia d'Europa in fondo a destra, prima della Grecia, ora tentiamo anche la solita vecchia operazione "Cinquantaduesima stella". Gli effetti, come sempre, sono comici.
"Obama: Italia nella direzione giusta", annuncia a tutta prima la Repubblica degli Illuminati (dal Fondo monetario). Dentro, smaccati messaggi di "stabilizzazione" interna, come direbbe il Corriere: "L'endorsement di Obama a Letta. âImpressionato dalla sua integrità , l'Italia va nella giusta direzione'. Il premier: anche qui come da noi gli estremisti perdono" (p. 2). Che bello, il ritorno degli "estremisti". Era dai tempi di Gustavo Selva che non la sentivamo. Ma non è finita: "La Casa Bianca fa asse, Enrico incassa. âAdesso sarà più facile arrivare al 2015'. E Barack loda Napolitano: âLa sua saggezza è utile a tutti" (p. 3).
La Stampa non è da meno. Prima pagina: "Obama vota la fiducia a Letta. âL'Italia è sulla strada giusta'. Il premier a pranzo alla Casa Bianca: subito un piano di privatizzazioni". Una volta Andreotti andava con il cappello in mano. Adesso si portano direttamente il catalogo con il listino prezzi in bianco. Immancabile l'intervista al lobbista di turno che dice: "Il vostro capo del governo è credibile sulle riforme. Washington ha bisogno di un'Italia stabile" (p. 3). Ma guarda un po', anche âsto Kaplan con la parolina magica "stabilità ".
Anche il Corriere ci rassicura: "I democratici Usa: âNon sono elogi formali, la fiducia è palpabile. L'incontro con Podesta" (p. 6). Emozione sincera anche sul Sole: "Il tributo di Barack sulla âleadership' successo di Enrico. Rapporti ottimi come con Monti" (p. 5). Proprio il giorno giusto per fare paragoni con Montimer.
4. E RENZIE SFIDA IL CORRIERE SULLE BANCHE EDITRICI
Aldo Cazzullo del Corriere si porta avanti e corre a Firenze per intervistare il sindachino. Decine di palle alzate per il prossimo segretario del Piddimenoelle, che si toglie anche lo sfizio di parlare di corda in casa degli impiccati: "Ogni euro investito in operazioni di sistema e perduto è un euro tolto alle aziende, alle famiglie, agli artigiani consegnati all'usura che alimenta la criminalità . Il sistema bancario è entrato in mondi da cui dovrebbe uscire. Compresa l'editoria. Considero positivo che si sia sciolto il patto di Rcs. L'Italia è stata gestita da troppi patti di sindacato che erano in realtà pacchi di sindacato" (p. 13). Chissà come gli è andato per traverso il caffè, stamattina, ad Abramo Bazoli.
5. SCIOLTA CIVICA
Finisce nella giusta farsa la parabola politica del Rigor Montis, il professorone-super tecnico che si fece politico a vita. "Monti lascia Scelta Civica. âDissidi sulla manovra'. Ma dietro l'addio c'è anche il riavvicinamento di Mauro a Berlusconi. Il ministro âtraditore' e il sospetto del voto contro la decadenza. Il Prof messo all'angolo dall'asse tra ex Dc e alfaniani" (Stampa, p. 4).
Che ci sia anche l'accorta regìa di Calta-papà e Piercasinando Casini è provato dal grande spazio che il Messaggero dedica a questa storia, addirittura con l'apertura della prima pagina: "Lite sulla manovra, Monti lascia. Strappo in Scelta civica: contro di me Mauro, Casini e 9 senatori per le critiche alle misure". E dentro, lo massacrano così: "Dalle coccole tv al cagnolino Empy all'addio: la parabola di Supermario" (p. 8). Anche qui la prova che i tanti soffietti della stampa, prima o poi, ti si ritorcono tutti contro.
6. COMPAGNE CHE SBAGLIANO
Tutto come al solito nella serena fase precongressuale del Piddimenoelle. Oggi si gode con il Cetriolo Quotidiano: "La segretaria Zoia telefona. La Camera salda il conto. La collaboratrice di Bersani aveva a disposizione un cellulare di Montecitorio. Glielo aveva fornito il questore Albonetti. La difesa del deputato: âSì, la sim gliel'ho data io. Lavorava anche per me" (p. 7). Bisogna ammettere che il titolo "La segreteria Zoia" meriterebbe adeguato sequel.
7. SILENZIO, PARLA AIRONE PASSERA
L'inventore dei capitani coraggiosi prova a uscire dall'angolo con una comoda intervista sul Messaggero. Passera: "Alitalia può ancora farcela. Letta ha fatto la cosa giusta. Tanta disinformazione: Berlusconi non fu determinante e senza i patrioti lo Stato avrebbe speso molto di più. Le Poste? Una sorpresa, ma è stato evitato il fallimento. Sbagliato andare da Air France con il cappello in mano" (p. 17). Ma stare un po' zitti, quando la si è combinata grossa?
8. TELECOM-MEDIA
Tutti sembrano distrarsi, ma il Sole fa la guardia sulla partitaccia telefonica. Che naturalmente si combatte tra banche e politica. "Legge sull'Opa, la riforma passa in Senato. Pronto lo stop al passaggio del controllo di fatto senza premio per i soci di minoranza. Verifiche alla Consob". Intanto, "Telecom, Fossati muove e va in Consob. Le reazioni. Miccichè (Intesa Sanpaolo): âPersonalmente non me lo aspettavo, ma comprendo le sue ragioni, ha investito tanto da diversi anni". E perso un fracco di soldi (p. 1 di Finanza & Mercati).
Su Repubblica: "Telecom, Fossati in Consob: aria di ribaltone. Prende corpo il tentativo di sbarrare la strada a Telefonica. Il ruolo di Blackrock e Ubs. Il patron di Findim vuole un cambio del cda. E il Senato approva la doppia soglia sull'Opa" (p. 34). Ma la doppia soglia poi la applichiamo a tutti, tutti, tutti? Terrore a Milano.
9. PERCHE' NON POSSIAMO NON DIRCI LAPONIANI
Lapo Elkann si apre in una lunga e assai bella intervista a Beatrice Borromeo e Malcom Pagani, del Cetriolo Quotidiano ("La mia vita con il male", pp. 4-5). Ne esce non la solita macchietta, ma un uomo vero. In ordine sparso, i passaggi migliori. "A scuola ero dislessico, amavo solo le lingue e la storia. Sono stato spedito in collegio, dai gesuiti. L'ho vissuta come una vera punizione. Da quando ho compiuto 13 anni ho vissuto cose dolorose che poi mi hanno creato grosse difficoltà nella vita. Cose capitate a me e ad altri ragazzi. Parlo di abusi fisici. Sessuali. Mi è accaduto, li ho subiti. Il mio migliore amico, che era in collegio con me, si è ammazzato un anno e mezzo fa".
Il declino di Berlusconi? "Non sono paraculo né finto, e a differenza di molti altri dirò le cose come stanno. Ammetto che io Berlusconi nel '94 l'ho votato (...). Come imprenditore e italiano il mio scopo non è dimenticarmi delle tasse. Guadagno e sono contento di pagarle. Poi Berlusconi che pure non è mio amico, non mi sta affatto sulle palle. Non partecipo al tiro al bersaglio". Ma la sua epoca è finita? "Berlusconi non è solo un individuo. E' un sistema: un modo di pensare, comportarsi, comunicare".
colinward@autistici.org
ENRICO LETTA E BARACK OBAMA A WASHINGTONEnrico Letta a colloquio con obama article NAPOLITANO INGROIAingroia nel durante il processo contrada napolitano poggioreale franco bernabe e marco fossati monti casini IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI RENZI E BERSANI PDZOIA VERONESI SEGRETARIA DI BERSANILAPO ELKANN LAPO ELKANN FRANCA SOZZANI AFEF JNIFEN LAPO ELKANN E LUCA DI MONTEZEMOLO ALLA MESSA IN RICORDO DI AGNELLI FOTO ANSA
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