DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Marco Bresolin per la Stampa
Il governo è pronto a dare le risposte che Bruxelles si attende, ma senza accelerazioni improvvise. Il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan e il premier Paolo Gentiloni hanno definito ieri la linea da tenere con la Commissione: l' esecutivo resta convinto a fare la "mini-manovra" richiesta dall' Ue - che impone di aggiustare i conti pubblici per un importo pari allo 0,2% del Pil, vale a dire 3,4 miliardi di euro - ma per ora non svela il dettaglio delle misure e sul calendario per la loro adozione.
LE MOSSE ITALIANE
Il ministro del Tesoro ha soltanto confermato l' entità: «Il miglioramento delle stime di crescita non ha alcun impatto sull' aggiustamento strutturale». «Tutte le informazioni sono già state anticipate» alla Commissione, ha detto ieri Padoan arrivando a Bruxelles per la riunione dell' Eurogruppo. Il ministro si riferisce alla lettera inviata il 7 febbraio scorso in cui parlava di un aggiustamento strutturale composto da tagli alla spesa (un quarto) e maggiori entrate (tre quarti), nella quale però non c' è un dettaglio preciso delle misure né un chiaro calendario per la loro entrata in vigore. Solo una scadenza complessiva: «Entro la fine di aprile». Il che vorrebbe dire che tutte le misure saranno inserite nel Def (va presentato entro il 10 aprile), nessuna mossa in anticipo.
IL MONITO
Dall' Eurogruppo, però, arriva un avvertimento: il presidente Jeroen Dijsselbloem ha confermato che i ministri della zona euro valuteranno i conti italiani «e gli impegni a fare di più» nella riunione del 20 marzo, come rivelato nei giorni scorsi da La Stampa. Se entro quella data ci saranno solo le attuali promesse generiche, fonti del Consiglio confermano che l' Eurogruppo manderà «un chiaro invito» alla Commissione a intervenire.
Che tradotto potrebbe voler dire un' accelerazione sull' apertura di una procedura per deficit eccessivo a carico dell' Italia. Uno scenario che il governo vuole evitare a tutti i costi e l' esecutivo Ue pure. Resta un mese di tempo, dunque, per mandare segnali «credibili». Tecnicamente, la Commissione potrebbe mettere l' Italia sul banco degli imputati già domani. Ma Pierre Moscovici ieri ha rassicurato Padoan sul fatto che non lo andrà a finire così.
L' esecutivo pubblicherà il rapporto sul debito eccessivo italiano, dirà che il percorso di aggiustamento del deficit strutturale è fuori rotta, ma non aprirà subito la procedura. Perché - come già evidenziato nelle previsioni economiche invernali - terrà conto degli annunci del governo. Annunci che ovviamente non bastano, ma in questa fase possono servire almeno ad avere qualche settimana di fiato. «Qualche settimana - precisano alla Commissione - non vuol dire qualche mese».
Sulla trattativa incide ovviamente anche la situazione politica italiana e l' ipotesi scissione nel Pd. Padoan ha liquidato la vicenda interna al partito dicendo che «non è affar mio». Ma ieri nel corso dell' incontro con Gentiloni si è parlato del rischio che certi provvedimenti - già contestati da esponenti del Pd - non trovino consenso nelle Camere. «Questo - ha sbottato Padoan - va chiesto ai parlamentari del Pd». Proprio a causa della delicatezza della situazione, la Commissione è disposta a chiudere un occhio sui tempi. Ma non oltre il dovuto, perché Bruxelles teme sempre che la situazione possa degenerare e scivolare verso elezioni anticipate. A quel punto le promesse di Padoan potrebbero diventare carta straccia.
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