PANICO A BUCKINGHAM PALACE: ANTONIO CAPRARICA SI DIMETTE DALLA RAI IN POLEMICA CON GUBITOSI! ORA CHI CI INFORMERÀ DEI RUTTINI REALI DELLA REGINA ELISABETTA?

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1 - DAGOREPORT
Altra tegola, e grana giudiziaria in arrivo, per la Rai del duo Gubitosi-Tarantola. Antonio Caprarica si e' dimesso da corrispondente da Londra dopo che gli erano state tolte le deleghe da capo della sede. Un provvedimento che aveva paralizzato l'ufficio londinese della Rai, con il dirigente Lorusso Caputi costretto a prendere l'aereo da Roma per andare a pagare gli stipendi, visto che a Caprarica avevano tolto i poteri di firma anche in banca.

E cosi' oggi l'azzimato corrispondente che ama vestirsi come il tenente Sheridan si e' stufato e ha mandato una bella lettera di dimissioni. Alla quale si e' gia' capito che seguira' in tempi brevi anche una letterina dell'avvocato D'Amati, pronto ad asfaltare Viale Mazzini per l'ennesima volta. Con le dimissioni del baronetto Caprarica si aggrava il caos nelle sedi estere, visto che nelle scorse settimane la Rai ha preso una batosta in tribunale da Emanuele Fiorilli, ex corrispondente da Ankara. Fiorilli va reintegrato ma Dubitoso Gubitosi prende tempo e il giornalista non e' stato ancora riassegnato. Anche qui, altre rogne giudiziarie in arrivo.

2 - CAPRARICA LASCIA AZIENDA, PERSECUZIONE CONTRO ME
(ANSA) - Antonio Caprarica, storico corrispondente Rai da Londra, tronca il rapporto con la tv pubblica e annuncia azioni giudiziarie, denunciando "pressioni con metodi inammissibili e offensivi". "Di fronte al mio rifiuto della proposta di andare via dall'azienda con un incentivo - spiega all'ANSA -, ho ricevuto contestazioni risibili".

"Avevo ancora due anni e mezzo di lavoro davanti a me ed ho per questo rifiutato la proposta di andare via con incentivo - spiega Caprarica -. Prima la Rai mi ha mandato un auditing, che non ha trovato e non poteva trovare niente. Poi mi ha inviato in data 7 ottobre una lettera di contestazioni di violazioni di regole burocratiche interne, come ad esempio la mancanza di una procura negoziale per potere assumere collaboratori". "Tale potere - sostiene Caprarica - è comunque implicito nella nomina di corrispondente capo, nessuno mi ha mai chiesto la procura e se fosse effettivamente servita avrebbe dovuta darmela l'azienda.

Poi mi hanno contestato la mancanza di una gara europea per la scelta dei collaboratori. A Londra non abbiamo dipendenti fissi ma solo collaboratori esterni, che lavorano lì da 30 anni e ho già trovato quando sono arrivato. Eppure la Rai di Gubitosi contesta a me di non aver fatto la gara. E la stessa situazione c'è a Berlino e in altre sedi e nessuno ha mai dato indicazioni in questo senso".

"Senza nemmeno aspettare una mia risposta - dice ancora il giornalista all'ANSA -, mi ha convocato il dg, dicendomi che se fossi andato via il procedimento disciplinare sarebbe decaduto. Io ho risposto che dalla Rai sarei uscito solo a testa alta e, a quanto mi risultava, l'azienda aveva già contattato un collega a cui aveva offerto la sede di Londra, cosa che il dg non ha potuto negare".

"Il 14 novembre - racconta ancora - ho prodotto le mie difese comprese la registrazione delle parole del direttore del personale che nel contestarmi la lettera aveva ammesso che alcuni di quegli addebiti erano risibili e pretestuosi. La reazione della Rai il 21 novembre è stata inviarmi un'altra lettera di addebito. E, negandomi il diritto alla difesa, la direzione del personale mi ha inviato due lettere consecutive, invitandomi ad astenermi dalla gestione amministrativa della sede, di fatto esautorandomi dalle mie funzioni".

"Non ci vuole un'intelligenza particolare per capire che non c'è stato nessun tribunale equanime nei miei confronti - prosegue Caprarica -. Anche il cda, da me tenuto al corrente, non ha dato segni di vita. D'altronde l'8 novembre il dg ha tenuto a sottolineare che la materia era di sua esclusiva competenza. Infine la Rai mi ha proposto alcuni mesi di ferie pagate prima di andare via, cosa che ho rifiutato perché non si sprecano così i soldi dei dipendenti".

"Ho deciso quindi di andar via per giusta causa per consentire che sia un tribunale vero a giudicare - prosegue Caprarica -. Provo un'infinita amarezza di fronte al vertice di un'azienda, a cui ho dato la vita, che non ha alcun rispetto per il suo passato, ne' per il capitale umano di cui cerca brutalmente di disfarsi".

 

Antonio Caprarica e moglie Antonio Caprarica ADS ANTONIO CAPRARICA E SIGNORALUIGI GUBITOSI OSSERVATORIO GIOVANI EDITORI Luigi Gubitosi e Renzo Arbore LUIGI GUBITOSI