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LA PAROLA D’ORDINE A PALAZZO CHIGI È UNA E UNA SOLA: FERMARE ORCEL – QUEI GENI DELLA FIAMMA MAGICA TURBO-STATALISTA (GUIDATI DAL CAMERATA FAZZOLARI) SI STANNO SCERVELLANDO PER TROVARE UNA MOTIVAZIONE DECENTE E INVOCARE IL GOLDEN POWER E FRENARE L’ACQUISTO DEL BANCO BPM DA PARTE DI UNICREDIT (DUE BANCHE PRIVATE) – AL CENTRO DEI “TIMORI” GOVERNATIVI CI SONO I RAPPORTI DEL NUOVO POLO BANCARIO CON I FRANCESI DI CREDIT AGRICOLE, PROPRIETARI DEL GESTORE AMUNDI (CHE POTREBBE SOSTITUIRE ANIMA, OGGETTO DI UN’OPA DA PARTE DI BPM)

Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per "la Repubblica"

https://www.repubblica.it/economia/2024/12/31/news/mosse_governo_fermare_scalata_unicredit_bpm-423914074/

 

fazzolari meloni

Negli ultimi giorni tra Palazzo Chigi e il Mef la parola d’ordine sembra sia diventata fermare Orcel. A qualsiasi costo. E a questo scopo si stanno raccogliendo dati e pareri che possano servire a rendere il più stringenti possibile le prescrizioni che i poteri speciali del golden power riservano al governo.

 

Non a caso la prenotifica inviata da Unicredit il 13 dicembre scorso è stata seguita da una richiesta di maggiore documentazione. Ma a quanto ricostruito da Repubblica c’è molto di più: Palazzo Chigi si sta muovendo su almeno due direttrici per ottenere argomenti forti che giustifichino paletti difficili da aggirare.

 

ANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSE

È stato infatti chiesto all’Avvocatura dello Stato un parere sulla salvaguardia del risparmio degli italiani che potrebbe essere messa a dura prova con l’integrazione tra Unicredit e Banco Bpm. Il timore riguarda un eventuale accordo tra Orcel e i francesi del Crédit Agricole, […] che possa catapultare Amundi anche sugli sportelli del Banco al posto di Anima.

 

I francesi, secondo indiscrezioni attendibili, sarebbero ormai prossimi al tetto del 19% di Banco Bpm in seguito all’acquisto di derivati, anche se per le azioni vere e proprie aspettano il via libera da Banca d’Italia-Bce alla richiesta di poter salire al 19,9%. In questo quadro i vertici francesi sono stati sondati direttamente dal governo italiano per capire la loro posizione nella partita.

 

PHILIPPE BRASSAC CREDIT AGRICOLE

Amundi, il braccio nel risparmio gestito della Banque Verte, ha già un contratto di distribuzione con Unicredit per vendere i suoi prodotti sulla rete di sportelli della banca milanese.

 

Accordo in scadenza nel 2027 e che potrebbe essere rinnovato. Ma se a questo si aggiungesse la disdetta del contratto di Anima sugli sportelli Banco Bpm (in seguito al cambio del controllo o a fronte di una penale) e la sua sostituzione con Amundi, il risparmio dei correntisti Unicredit e Banco Bpm verrebbe tutto gestito da controparti francesi. Un’eventualità indigeribile per il governo Meloni che lo ritiene un attacco alla sovranità nazionale.

 

giuseppe castagna banco bpm

Il secondo problema […] è quello dei prestiti alle imprese. Inglobando Bpm in Unicredit, di fatto, viene a mancare quella controparte terza che in molti prestiti erogati da Intesa Sanpaolo o Unicredit era in grado di sindacarne una fetta tra il 20 e il 30%. E ciò rischierebbe di ridurre complessivamente la quantità di credito erogato alle pmi che costituiscono l’asse portante dell’economia italiana. L’eventuale cessione ai francesi di filiali eccedenti ai limiti antitrust andrebbe poi a costituire in capo a Crédit Agricole il vero terzo polo in terra italiana.

 

ANIMA SGR

Intorno a questi due assi portanti si starebbe dunque costruendo l’opposizione governativa a Orcel che nel frattempo si prepara al confronto con i francesi spargendo sul mercato la voce che non ha intenzione di rilanciare sul prezzo iniziale dell’Ops. Nella convinzione che senza la sua offerta il titolo della banca guidata da Giuseppe Castagna rischia di cadere pesantemente.

 

Ma anche in Piazza Meda non hanno alzato bandiera bianca e stanno mettendo a punto la prossima mossa, che riguarderebbe il rilancio del prezzo dell’Opa su Anima. Al momento, dopo l’ok dell’antitrust, si attende il parere della Banca d’Italia sull’esenzione all’accantonamento di capitale (cosiddetto Danish compromise). A valle di ciò potrebbe essere convocata un’assemblea […] per rilanciare sul prezzo ormai fuori mercato. Un boccone in più da digerire per Orcel anche se Anima potrebbe costituire una moneta di scambio con il governo e con gli azionisti a esso vicini nell’ottica di un terzo polo insieme a Mps.

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