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Estratto dell’articolo di F. Ber. per il “Corriere della Sera”
Sette volte il prodotto interno lordo italiano. A tanto ammonta la ricchezza accumulata dai 2.682 miliardari, secondo Ubs, la banca svizzera di fiducia per molti Paperoni. Il loro patrimonio si attesta a 14 mila miliardi di dollari ed è più che raddoppiato negli ultimi 10 anni, a un tasso del 121% superiore rispetto al rialzo messo a segno dall’indice azionario globale (+73%). La crescita non è dovuta tanto all’aumento del numero assoluto dei miliardari quanto all’incremento delle loro fortune individuali.
La polarizzazione è evidente persino all’interno del ristretto club dei Paperoni: la quota di ricchezza della top 100 sul totale è passata 32,4% del 2015 al 35% del 2024. La ragione di questa concentrazione è da ricercare soprattutto nell’ascesa degli imprenditori tecnologici che grazie al boom di social, cloud e intelligenza artificiale hanno rapidamente scalato la classifica dei magnati.
A livello globale, infatti, il 60% dei miliardari è self-made, deve cioè le sue fortune al successo delle aziende che ha fondato. Questo vale soprattutto per economie dinamiche come gli Stati Uniti e il continente asiatico, dove i miliardari che si sono fatti da sé sono oltre il 70% del totale. Diverso il discorso in Europa occidentale, dove il 52% dei Paperoni lo è per dinastia.
La quota di magnati per diritto di successione […] passaggio generazionale non sarà sempre semplice, anche perché, nel frattempo, le famiglie dei Paperoni sono diventate più numerose: il numero dei loro figli è cresciuto da 4.136 del 2015 ai 6.641 del 2024.
L’Italia, da questo punto di vista, ha giù una certa esperienza. Gli ereditieri sono il 60% dei 62 miliardari residenti nel Paese, che nell’insieme detengono un patrimonio di quasi 200 miliardi di dollari (+23%, uno degli incrementi più rilevanti in Europa).
Fra i miliardari italiani, scorrendo la classifica Forbes, ci sono Giovanni Ferrero, patron dell’omonimo gruppo della Nutella gli eredi di Leonardo del Vecchio, fondatore di Luxottica, gli stilisti Giorgio Armani e Miuccia Prada, Piero Ferrari, secondo socio della casa di Maranello, l’imprenditore della farmaceutica Sergio Stevanato, Massimiliana Landini Aleotti, proprietaria di Menarini.
Fra i più recenti ingressi ci sono quelli dei fondatori di Tether, Paolo Ardoino e Giancarlo Devasini, quello di Andrea Pignataro, numero uno del gruppo di servizi finanziari Ion. Il numero dei Paperoni è cresciuto di otto unità nell’ultimo anno, secondo Ubs, un aumento significativo che potrebbe dipendere dalla creazione di nuove fortune e dal trasferimento in Italia di Paperoni stranieri, attratti dal generoso regime fiscale.
Uno dei fenomeni segnalati dall’analisi di Ubs è infatti la crescente tendenza dei miliardari a emigrare. Negli ultimi quattro anni hanno cambiato Paese 176 Paperoni, portando con sé un patrimonio di circa 400 miliardi di dollari. Le mete preferite? Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Singapore e gli Stati Uniti. […]
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