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DAGOREPORT - RUMORS MENEGHINI: SI SUSSURRA CHE L'INCONTRO TRA L'AD DI GENERALI DONNET E IL BOSS DI UNICREDIT ORCEL POTREBBE ESSERE IL PRELUDIO A UN TRIANGOLO CON MEDIOBANCA DI NAGEL PER SALVARE IL LEONE DI TRIESTE DALLA GRINFIE DI CALTAGIRONE-MILLERI - I TRE CABALLEROS PRENDEREBBERO CON UNA FAVA BEN DUE PICCIONI: GENERALI E MEDIOBANCA - CONOSCENDO L'ABILITÀ SPIETATA DI ORCEL IN QUESTO TIPO DI OPERAZIONI, NEGLI AMBIENTI FINANZIARI MILANESI SI VOCIFERA SULLA CONTROPARTITA CHE UNICREDIT POTREBBE OTTENERE IN CAMBIO DA DONNET...
DAGONEWS
Rumors meneghini: si sussurra che l'incontro tra l'Ad di Generali, Philippe Donnet, e il boss di Unicredit, Andrea Orcel, potrebbe essere il preludio (o il finale) per una alleanza con Mediobanca di Nagel, per salvare il Leone di Trieste dalla grinfie dei governativi Caltagirone-Milleri.
Donnet ha dalla sua l'appoggio dei fondi internazionali, Nagel ha in tasca il 13% di Generali e Orcel ha superato il 5%: insieme i tre caballeros prenderebbero con una fava ben due piccioni: Generali e Mediobanca. Conoscendo l'abilità spietata di Orcel in questo tipo di operazioni, negli ambienti finanziari milanesi si vocifera sulla contropartita che Unicredit potrebbe ottenere da Donnet...
2. RINNOVO VERTICI GENERALI, DONNET VA DA ORCEL
Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per "la Repubblica"
https://www.repubblica.it/economia/2025/02/17/news/vertici_generali_donnet_orcel-424010932/
Venerdì scorso, 14 febbraio, Philippe Donnet, ceo di Generali, è salito al 28 esimo piano della torre Unicredit in Piazza Gae Aulenti a Milano per far visita a Andrea Orcel.
Un incontro che avviene in un momento caldissimo, avendo Unicredit appena ufficializzato l’acquisto di una partecipazione del 5,1% nel Leone di Trieste. L’incontro, probabilmente, è stato chiesto da Donnet, e avviene a un mese circa dalla presentazione delle liste per il rinnovo del cda di Generali che vede Donnet in sella da nove anni e candidato per un quarto mandato.
Con quel 5% in mano, che potrebbe anche crescere, Orcel si è guadagnato la possibilità di far pendere la bilancia o dalla parte della lista di Mediobanca o da quella della lista che con ogni probabilità presenteranno Delfin e Francesco Gaetano Caltagirone.
È dunque probabile che Donnet abbia voluto sondare che aria tira dalle parti di Unicredit, oggi impegnata in una Ops sul Banco Bpm che non ha ancora la strada spianata davanti a sé.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI
La maggior parte degli osservatori, infatti, ha interpretato l’incursione di Orcel in Generali come un modo per conquistare un via libera del governo su Bpm a fronte di un cambio di governance a Trieste.
[…] Orcel, con quel 5%, potrebbe appoggiare la lista Delfin-Caltagirone che in caso di vittoria ridiscuterebbe l’accordo con i francesi. Ma la tempistica ha un suo peso. Il primo a calare le carte sarà l’esecutivo Meloni, che entro la metà di aprile deve indicare eventuali prescrizioni in tema di sicurezza nazionale (Golden power) all’Ops su Bpm.
Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024
Solo dopo, l’8 maggio, si voterà a Trieste per il nuovo cda. Quindi se per qualche ragione l’Ops di Unicredit su Banco Bpm andasse storta, non si può escludere che a quel punto Orcel possa orientare il suo 5% a favore della lista Mediobanca che punta a confermare Donnet. Magari a fronte di uno sviluppo degli accordi di bancassurance che Unicredit e Generali hanno già in corso in alcuni paesi.
2. GENERALI, LA LISTA CORTA DI CALTAGIRONE-DELFIN
Estratto dell’articolo di Daniela Polizzi per il “Corriere della Sera”
[…] Mediobanca tornerà a presentare il suo elenco di candidati come aveva fatto fino al 2019. Il ceo Alberto Nagel aveva già dichiarato di aver «preso atto delle dichiarazioni del cda di Generali che non è in grado di fare una propria lista» per via dei tempi e delle incognite procedurali: Consob deve infatti ancora emanare il nuovo regolamento emittenti.
Così Piazzetta Cuccia studia una lista di maggioranza che candiderà il vertice uscente: il ceo Philippe Donnet e il presidente Andrea Sironi. Dovrebbe contenere 13 nomi e rispecchiare nello spirito una lista del cda quanto a indipendenza dei consiglieri, competenze, esperienze internazionali e sostegno al piano presentato da Donnet, secondo le indicazioni del board uscente della compagnia.
Tra i candidati ci sarà anche un dirigente di Mediobanca per poterle consentire di consolidare a equity la sua quota del 13,1% nel Leone. Secondo la tempistica, le liste saranno pubblicate 25 giorni prima dell’assemblea a Trieste, cioè attorno alla prima decade di aprile.
Come si muoveranno i soci privati del Leone? Delfin, titolare del 9,7% del Leone, e Caltagirone (6,46%) potrebbero optare per una lista corta, con circa sei nomi. La strategia, non ancora interamente definita, sembra quella di non ripetere la battaglia del 2022.
Si farebbe strada l’idea di aspettare il risultato dell’offerta publica di scambio lanciata su Mediobanca da Mps di cui gli azionisti rilevanti sono Delfin e Caltagirone, affiancati da Banco Bpm, entrati nel capitale con l’ultima privatizzazione del Monte da parte dello Stato che ne ha ancora l’11,7%.
Se l’ops di Siena andasse a buon fine, cioè al controllo di Mediobanca, Mps si ritroverebbe a governare il 13,1% che Piazzetta Cuccia possiede in Generali. A quel punto i soci del Leone potrebbero chiedere il cambiamento del board della compagnia, proponendo questa volta anche nuovi vertici.
Intanto ieri ha comunicato le dimissioni da sindaco supplente della compagnia Giuseppe Melis, tratto nel ‘22 dalla lista Caltagirone.
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