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PER GRILLI TUTTE LE STRADE PORTANO A SIENA – LA NOMINA DELL’EX MINISTRO A PRESIDENTE DI MEDIOBANCA POTREBBE ESSERE SOLO UN BREVE PASSAGGIO, PRIMA DELLA “PROMOZIONE” A MPS: PIAZZETTA CUCCIA PRESTO POTREBBE FINIRE IN PANCIA AL “MONTE”, E GRILLI SOSTITUIREBBE NICOLA MAIONE A ROCCA SALIMBENI – GRILLI GIÀ NEL 2016 AVEVA “INCROCIATO” LA ROTTA DI SIENA, COINVOLTO CON JP MORGAN NEL TENTATIVO SFORTUNATO DI RILANCIO BY RENZI – CARO A CALTAGIRONE PER AVER CRITICATO PUBBLICAMENTE LE LISTE DEL CDA, NEL 2023, E ALLA FAMIGLIA DEL VECCHIO, CHE LO HA PIÙ VOLTE ARRUOLATO COME CONSULENTE, GRILLI È DI CASA ANCHE A PALAZZO CHIGI: C’È LUI, INSIEME AL CAPO DI GABINETTO DI MELONI, GAETANO CAPUTI, DIETRO LA VENDITA DELLA RETE TIM AGLI AMERICANI DI KKR…
Estratto dell’articolo di Vittorio Malagutti per “Domani”
IL NUOVO CDA DI MEDIOBANCA BY CALTAGIRONE E MILLERI
C’è Vittorio Grilli, l’uomo ovunque della finanza italiana dell’ultimo quarto di secolo. E Alessandro Melzi d’Eril, il manager che si è costruito una solida reputazione in prima linea ad Anima, la società quotata in Borsa di cui è amministratore delegato dal 2020. Tocca a loro guidare la nuova Mediobanca targata Monte dei Paschi.
Nei giorni in cui si alza il sipario sul prossimo Consiglio di amministrazione della banca d’affari, quello che entrerà in carica dopo l’assemblea del 28 ottobre, i nomi di Grilli e Melzi d’Eril sono gli unici punti fermi in un futuro che appare ancora nebuloso.
Mediobanca resterà quotata in Borsa, dove esordì quasi 70 anni fa (marzo 1956)?
Oppure finirà in pancia a Mps come una delle tante società controllate, con un notevole risparmio in termini di adempimenti burocratici e quindi anche di costi?
Dopo l’opas vittoriosa del Monte resta sul mercato solo il 13 per cento circa del capitale di Piazzetta Cuccia, un flottante sottile, come si dice in gergo, che potrebbe giustificare l’eventuale delisting, cioè lo stop alla quotazione, anche su pressione della Bce, a cui spetta la vigilanza sui grandi gruppi bancari.
[…] Se questo è il futuro che attende Mediobanca diventa però meno comprensibile la scelta dei due nomi per il vertice. […]
Ecco perché, negli ambienti finanziari, c’è chi immagina un nuovo giro di poltrone entro la prossima primavera, quando scadrà il mandato dei consiglieri d’amministrazione del Monte e quindi, tra l’altro, si libererà il posto del presidente Nicola Maione, in cda dal 2017 su indicazione del governo e già rieletto per due volte, il massimo previsto dallo statuto.
Grilli – si ipotizza – potrebbe sostituire Maione. Di certo, l’ex ministro è apparso da subito un candidato forte, grazie anche al collaudatissimo rapporto con la presidenza del Consiglio, nella persona di Gaetano Caputi, il capo di gabinetto di Giorgia Meloni.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI
Il banchiere di Jp Morgan, che assisteva il fondo americano Kkr, ha gestito insieme a Caputi l’operazione che l’anno scorso ha portato la rete di Tim nel carniere del colosso finanziario Usa, affiancato anche dal Mef.
Fin da subito Grilli ha poi avuto un ruolo chiave anche nella scalata di Mps a Mediobanca, con Jp Morgan nominata consulente del Monte per l’ops.
[…] Negli anni scorsi, del resto, il percorso del presidente designato di Piazzetta Cuccia ha più volte incrociato la rotta dell’istituto senese. Già negli ultimi mesi 2016, troviamo Grilli coinvolto per conto di Jp Morgan nello sfortunato tentativo di rilancio di Mps, provato dall’azionista pubblico ai tempi del governo di Matteo Renzi.
Molti osservatori ricordano anche l’intervento di Grilli a luglio del 2023 in commissione Finanze del Senato, quando criticò l’uso delle liste del cda nelle società quotate italiane, allineandosi alle posizioni di Francesco Gaetano Caltagirone, grande azionista di Mps che l’anno successivo avrebbe dato le carte, con il sostegno del governo Meloni, nella scalata di Siena a Mediobanca.
Anche la famiglia Del Vecchio, che tramite la holding Delfin è il primo azionista del Monte dei paschi con il 17,5 per cento, ha più volte arruolato Grilli tra i suoi consulenti. Da ultimo, per esempio, nell’acquisizione da 1,5 miliardi di dollari del marchio di abbigliamento Supreme conclusa da EssilorLuxottica nell’estate dell’anno scorso.
Grilli è stato vicino alla nomina in Mediobanca anche nell’autunno del 2023, quando la cordata Del Vecchio-Caltagirone, già soci di rilievo di Piazzetta Cuccia, avviò una trattativa […] con l’allora ad Alberto Nagel per allestire una lista alternativa a quella del cda per il nuovo Consiglio della banca d’affari. A due anni di distanza da quel primo tentativo la nomina alla presidenza viene ormai data per certa.
[…] Uno dei temi oggetto di trattativa è stato quello del compenso. Quello del presidente uscente Renato Pagliaro sfiorava il milione di euro lordo all’anno, una somma con ogni probabilità inferiore ai guadagni di Grilli, al vertice della divisione Corporate e Investment banking per Europa, Africa e Medio Oriente di Jp Morgan.
A proposito di compensi va segnalato che Melzi d’Eril ha fatto il pieno sei mesi fa, quando il manager milanese ha aderito all’opa lanciata dal Banco BPM su Anima incassando oltre 12 milioni dalla vendita di parte dei suoi titoli. L’operazione è stata possibile grazie a una delibera del cda che ha accelerato, come da regolamento, la conversione in azioni delle stock option attribuite al capoazienda e ad altri dirigenti di vertice. Due mesi dopo quei titoli sono stati girati da Melzi d’Eril al Banco BPM al prezzo d’opa di 7 euro ciascuno, quotazione mai raggiunta dal titolo in Borsa.
VITTORIO GRILLI NEL 1994
vittorio grilli mario monti
VITTORIO GRILLI
mario draghi giulio tremonti vittorio grilli
vittorio grilli. antonio fazio
fabrizio saccomanni mario draghi vittorio grilli
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