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Marida Lombardo Pijola per "il Messaggero"
Sarà l'eroe timido, Satomì, nella leggenda della nave Concordia, uno che messo a segno una grande impresa ignorando quanto fosse grande; ignorando che basta salvare anche solo una vita, la vita di un bambino, per essere un eroe. Eroe per gentilezza, Giuseppe Girolamo, 30 anni, pugliese, musicista, ragazzo «educato e rispettoso», dicono gli amici, tanto da cedere il posto a un bimbo sulla scialuppa che lo avrebbe messo in salvo, senza soppesare i rischi.
Dicono che sia andata così, mentre la gente si accapigliava per conquistare un anfratto verso la salvezza. Eroe senza saperlo, Giuseppe, per istinto, esattamente come succede ai veri eroi. Satomì, dal nome di un personaggio del cartoni giapponesi, dotato di una grande criniera di chiome e musicista, come lui. Questo il soprannome che gli avevano dato i suoi amici, che sono tantissimi, e che su Facebook lo incoraggiano come se lui potesse leggere il profilo, e farsi consolare nell'anfratto buio che se l'è inghiottito, e poi rispondere a tutti, uno per uno, con calore, con premura, come era abituato a fare.
Lo sguardo disarmato, sfumato di malinconia. Riccioli lunghi e bruni in cascata sulle spalle, come un capo indiano. Pizzetto sul mento e sulle labbra, come un poeta pucciniano. E invece era un poeta moderno, cantore di musica elettronica: faceva il batterista nella banda Dee Dee Smith, fondata coi suoi amici al paese dei trulli, Alberobello.
Stava suonando in una delle sale ristorante, quando il boato provocato dall'impatto della nave sullo scoglio ha interferito nella sequenza ritmica dei suoi.
Il suo ritratto è incollato sui muri dell'isola, i riccioli neri sulle spalle, indosso una maglietta dell'Hard Rock Cafè. Lo hanno incollato i genitori ed i suoi amici, esplorando le strade del Giglio una per una, per cercare i posti più visibili, nella speranza che si sia smarrito, che sia rannicchiato da qualche parte, che non ricordi più il suo nome.
Accanto una lettera: «se qualcuno l'ha visto ci contatti, aiutateci a ritrovarlo». Nessuno vuol perdere Giuseppe. E tutti i suoi amici, su Facebook, lo invocano con tenerezza, con un'intonazione protettiva: dai, fatti forza, ti stiamo tutti accanto, ti aspettiamo, resisti, non mollare.
«E' fragile e timido», sostiene il suo amico musicista Roberto Napoleone, il primo a lanciare l'allarme: Satomì è scomparso. Roberto rifiuta di pensare che sia morto. Lo immagina solo, intirizzito, al buio, sulla nave, «spaventato come un bimbo indifeso».
Era un ragazzo serio, Giuseppe Girolamo, speriamo lo sia ancora. Per finanziare la sua passione per la musica, aveva lavorato a lungo.
Per prepararsi, aveva studiato al Conservatorio. Di giorno lavori anche umili, di sera tra discoteche e locali, a suonare con gli amici, tirando su qualche euro, riuscendo a governare la fatica con l'energia della passione. Un'unica debolezza: il poker. E una comunità di amici che considerava una famiglia.
Poi, a dicembre, l'occasione che aspettava. La svolta: Costa Crociere lo seleziona per l'intrattenimento, gli chiede di imbarcarsi come musicista sulla Concordia. Dal 4, comincia il suo nuovo lavoro. Sulla Concordia, trascorre il suo primo Natale da musicista professionista, suonando per tutta la notte nelle sale della nave, senza mai stancarsi. Stava vivendo il sogno di tutta la sua vita, Satomì-Giuseppe. Suonare e basta, e concentrarsi sulle sue note e sulle sue tastiere, e non pensare a nient'altro, e guadagnare, e guadagnare bene. E poi viaggiare, conoscere il mondo, uscire dalla bolla del suo piccolo paese. Crescere senza mai cambiare. Restando gentile ed educato, come si addice ai veri eroi.
GIUSEPPE GIROLAMO DISPERSO SULLA COSTA CONCORDIAGIUSEPPE GIROLAMO BATTERISTA COSTA CONCORDIANAUFRAGIO DELLA CONCORDIA LE RICERCHE NELLE ACQUE GHIACCIATE LA NAVE CONCORDIA COSTA CONCORDIA FOTO INFRAROSSI jpegCOSTA CONCORDIA FOTO INFRAROSSI jpegCONCORDIA UN MOMENTO DEI SOCCORSI
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