SE IL GRUPPO ESPRESSO PIANGE, I GIORNALISTI DI RCS-CORRIERE DELLA SERA BALLANO SUL TITANIC - MENTRE ARRIVA IL “BUSINESS PLAN” LACRIME E SANGUE, È RIVOLTA CONTRO IL TRASLOCO DA VIA SOLFERINO ALLA TORRE RIZZOLI - METTERE A FRUTTO L’IMMOBILE DELLA SEDE STORICA RIDURREBBE I MILIONI (600) NECESSARI A RICAPITALIZZARE DOPO IL WRITE OFF DI UNIDAD EDITORIAL - MA IL CDR NON CI STA E RICORRE ALLA SOPRINTENDENZA…

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da Milano Finanza

Gli oltre 200 giornalisti del Corriere della Sera in servizio a Milano non se ne vogliono andare e sono pronti a combattere. Così hanno chiamato in causa anche la Soprintendenza alle Belle Arti. Il direttore Ferruccio de Bortoli ne condivide le ragioni e lo ha già messo nero su bianco mesi fa. Mentre il manager che si era schierato informalmente dalla loro parte, Giulio Lattanzi (che sarà sostituito da Alessandro Bompieri, come riferito da MF-Milano Finanza di ieri), ha deciso di uscire di scena prima di incappare nello scontro di poteri che si sta profilando all'orizzonte.

Il conflitto sul palazzo di Via Solferino, storica, imponente, affascinante sede del quotidiano milanese, si preannuncia violento. Come noto alcuni degli azionisti del patto di sindacato di Rcs Mediagroup non vorrebbero farsi scappare l'opportunità di valorizzare al meglio un immobile in centro città del valore stimato da qualche esperto, in tempi migliori per il real estate, fino a 400 milioni. Con l'alienazione di via Solferino, quell'aumento di capitale necessario per far fronte alle maxi svalutazioni della spagnola Unidad Editorial (oltre 600 milioni di write off tra fine 2011 e giugno 2012) sarebbe di entità assai più limitata, esponendo i soci a un minor esborso.

Ecco perché per i vertici di Rcs, in particolare il nuovo ad Pietro Scott Jovane, il tema del palazzo è uno dei più difficili da affrontare in vista del business plan lacrime e sangue che vareranno entro Natale. Cedendolo, sarebbe più facile far quadrare i conti. Anche perché di spazio nella torre Rizzoli (80 metri d'altezza, 20 piani) inaugurata nel 2008 ma situata in
periferia, di spazio ce ne sarebbe per ospitare sia i giornalisti del Corsera sia quelli della Gazzetta dello Sport. Solo che i vertici devono scontrarsi con l'ostracismo a oltranza della redazione del più diffuso quotidiano d'Italia e con un altro ostacolo difficile da superare: il
vincolo relativo alla destinazione d'uso.

Il palazzo di via Solferino può essere utilizzato esclusivamente per l'attività editoriale. Un nodo che al momento impedisce di procedere con più decisione alla sua valorizzazione, a
meno che soci e manager di Rcs non trovino il modo di far cambiare la destinazione d'uso premendo in tal senso sul Comune di Milano. A scanso di equivoci il comitato di redazione del CorSera, non contento di fronte alle rassicurazioni formali dell'azienda sul mantenimento dello status quo, ha deciso pertanto di bussare alle Belle Arti. A dare una mano a chi si oppone
alla soluzione della vendita c'è poi la sopraggiunta crisi dell'immobiliare. Come dimostra il fatto che l'altra ala della proprietà Rcs nello stesso isolato, cioè lo stabile che si affaccia su via San Marco, è sul mercato da qualche mese ma senza che alcun compratore si sia ancora fatto avanti.

 

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