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Carlotta Scozzari per Dagospia
In un panorama europeo contrastato, Piazza Affari ha chiuso la seconda seduta della settimana con segno positivo, soprattutto grazie alla fiammata di Unicredit. L'indce Ftse Mib ha guadagnato lo 0,39% chiudendo a quota 20.833,92 punti, mentre lo spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi ha terminato in leggero rialzo a 176 punti.
All'interno del paniere principale di Borsa, Unicredit è volata del 6,21% a 6,415 euro nel giorno dei conti del 2013, che si sono chiusi con una pesante perdita di 14 miliardi di euro (15 soltanto nell'ultimo trimestre), soprattutto per via di svalutazioni su avviamenti e crediti.
Oggi, inoltre, l'istituto guidato da Federico Ghizzoni ha annunciato il nuovo piano industriale per il periodo 2015-2018, che tra le altre cose prevede la quotazione della controllata Fineco, così da fare cassa, e un taglio del numero dei dipendenti nell'ordine di 8.500 unità , 5.700 delle quali in Italia.
Gli operatori di mercato sottolineano che a Piazza Affari le azioni Unicredit, rispetto a quelle della diretta rivale Intesa Sanpaolo, negli ultimi tempi, erano rimaste un po' indietro per via delle tensioni in Ucraina, area a cui la banca è esposta a differenza del gruppo capitanato da Carlo Messina (che oggi in Borsa ha ceduto l'1,49 per cento).
Nel comparto finanziario, in deciso rialzo anche la compagnia assicurativa Unipolsai, che è salita del 3,07%, e Banca Mps, in rialzo del 2,56% nel giorno in cui si è riunito il consiglio di amministrazione presieduto da Alessandro Profumo per l'approvazione dei risultati del 2013 (che dovrebbero però essere comunicati domani mattina prima dell'apertura della Borsa).
Tra gli industriali, denaro su Prysmian, in progresso del 2,03%, e Campari, su dell'1,07 per cento. Tra i titoli in maggiore calo del Ftse Mib, da segnalare la Popolare di Milano (-1,76%) guidata da Giuseppe Castagna, pure nel giorno della riunione del cda per l'approvazione dei numeri del 2013. Deboli anche Yoox (-1,56%) e Gtech (-1,55 per cento).
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