PIAZZA AFFARI BALZA DELL'1,38% DOPO CHE LA BCE DI DRAGHI ASSICURA SOSTEGNO ALL'ECONOMIA - SPREAD SEMPRE PIU' GIU' A 166 PUNTI - MALE YOOX (-2,3%), VOLANO LE BANCHE

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Carlotta Scozzari per Dagospia
La Banca centrale europea (Bce) capitanata da Mario Draghi non esclude un allentamento della politica monetaria nell'area dell'euro e si dice pronta a "misure non convenzionali" a sostegno dell'economia e in difesa dalla deflazione. E le Borse europee ingranano la quarta. La Bce, ha detto Draghi dopo la decisione di mantenere i tassi dell'area dell'euro fermi allo 0,25%, ha deciso di "agire prontamente" e "non esclude un ulteriore allentamento della politica monetaria" con il consiglio direttivo pronto a "misure non convenzionali".

Piazza Affari, così, dopo la leggera battuta d'arresto di ieri, ha ripreso a correre, chiudendo con l'indice Ftse Mib in rialzo dell'1,38% a 21.992,08 punti, a un soffio dai 22mila punti. Buone notizie anche dal fronte dello spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi, che ha chiuso a 166 punti, ancora più basso rispetto ai 169 punti di ieri.

All'interno del Ftse Mib, gli unici titoli che hanno fatto segnare ribassi superiori all'1% sono quelli del lusso e della moda Yoox (-2,34%) e Moncler (-1,18 per cento). Pioggia di acquisti, di nuovo, sulle banche. E in particolare su Bpm (+4,23%), Intesa Sanpaolo (+3,24%) e Unicredit (+2,81 per cento). Ben comprata anche la compagnia assicurativa delle Generali, su del 2,74%, mentre Unipolsai è cresciuta del 2,54 per cento.

Leggero rialzo dello 0,17% per Eni, nel giorno in cui l'amministratore delegato Paolo Scaroni, in scadenza di mandato, ha manifestato qualche perplessità sulla decisione del ministero dell'Economia di inserire nello statuto di alcune società partecipate, fra cui proprio quella del "Cane a sei zampe", una clausola in materia di requisiti di onorabilità per i futuri amministratori per evitare manager sotto processo o condannati con una sentenza non definitiva per alcuni reati.

"Mi chiedo: una norma di questo tipo è nello statuto della Esso, della Apple, della Total e della Siemens? No, non ho capito perché dobbiamo averla noi", ha dichiarato Scaroni in audizione al Senato.

 

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