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Gianni Dragoni per il "Sole 24 Ore"
Aumentano i debiti di Finmeccanica, che vuole accelerare le cessioni di Ansaldo Breda e Ansaldo Sts dopo la benedizione dei ministeri dell'Economia e Sviluppo economico.
Secondo le «proiezioni» annunciate ieri dal gruppo aerospaziale l'indebitamento finanziario netto consolidato alla fine di quest'anno arriverà a circa 4 miliardi di euro, vale a dire 100 milioni in più rispetto all'importo nei conti «riclassificati» del 2013.
La novità non è solo il previsto aumento dei debiti, punto debole del gruppo, ma anche l'annuncio che i debiti «riclassificati» a fine 2013 ammontano a 3,9 miliardi, cioè quasi 600 milioni in più rispetto a quanto indicato (3.316 milioni) due giorni fa nel comunicato e nel progetto di bilancio 2013 approvato dal consiglio. Perché questa differenza?
Nella presentazione agli analisti e nel «materiale a supporto» dell'audizione di ieri al Senato dell'amministratore delegato di Finmeccanica, Alessandro Pansa, si legge che le «proiezioni» 2014 sono definite in applicazione dei nuovi principi contabili internazionali in materia di consolidamento. Tra questi è di particolare rilievo il principio «Ifrs 11», che elimina il metodo di consolidamento proporzionale per le joint venture. Queste dovranno essere rilevate come partecipazioni e valutate per la quota di patrimonio netto.
Una prima conseguenza è la riduzione dei ricavi del gruppo, in seguito al deconsolidamento principalmente di Atr, Mbda e della joint venture Spazio con Thales: i ricavi così riclassificati del 2013 scendono a 13,7 miliardi (anziché i 16 miliardi del bilancio) e nel 2014, secondo le proiezioni, dovrebbero collocarsi tra 13 e 13,5 miliardi. Anche il margine operativo Ebita riclassificato 2013 si riduce dai 949 milioni del bilancio a 878 milioni, quest'anno è previsto che aumenti a 930-980 milioni.
L'altro impatto è sul debito. Anche quest'anno il gruppo brucerà cassa, è previsto un flusso operativo di cassa (Focf) negativo per 100 milioni, non è un buon segnale. I dati comunicati ieri confermano che sono state le cessioni, con plusvalenze per 695 milioni derivanti soprattutto da Ansaldo Energia (604 milioni), a consentire al gruppo di chiudere in lieve attivo i conti del 2013, con 28 milioni di utile netto di competenza.
AnsaldoBreda, con 520 milioni di ricavi, ha perdite operative per oltre 300 milioni. «Nei prossimi anni sono previste ulteriori ingenti perdite», dice Finmeccanica.
Per non compromettere le prospettive dell'aerospazio e difesa, ha detto Pansa alla commissione Industria del Senato, il gruppo intende dismettere la sofferente Breda e la quota di controllo (ha il 40%) di Ansaldo Sts, «un fiorellino che continua ad essere bello se continua ad essere curato».
«Riteniamo che si possa concludere l'operazione in tempi compatibili per dare ad Ansaldo Sts la possibilità di dotarla di una capacità di sviluppo e ad AnsaldoBreda di assicurarne un'adeguata sopravvivenza», ha detto Pansa. Ci sono manifestazioni d'interesse di gruppi stranieri (Ge, Thales, Bombardier), ma soprattutto per la Sts.
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