DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Paolo Griseri per “la Repubblica”
Il dossier Gm-Fca è chiuso. Almeno per Mary Barra, amministratore delegato del più grande costruttore americano, nominata da Fortune la donna manager più potente del mondo. Barra si presenta all’Hilton di Francoforte e a chi le chiede se Sergio Marchionne ha provato in queste settimane a convincerla e a illustrarle il suo piano dice: «Marchionne non ci ha più cercato. I nostri azionisti hanno deciso che non è nel loro interesse un’alleanza con Fca». Sembra una risposta che non ammette repliche.
E infatti in conferenza stampa la stessa Barra invita a considerare chiusa la questione: «Vi prego di non fare più altre domande sul tema». Ma l’argomento deve avere un suo fascino perché i giornalisti insistono: «Non teme un’opa ostile da parte di Fca? E, nel caso, come pensa di difendersi?». La numero uno di Gm fornisce allora una risposta più articolata: «Abbiamo analizzato il dossier con molta cura. Ne abbiamo concluso che un’alleanza con Fca non è nell’interesse di Gm. Abbiamo presentato il nostro punto di vista agli azionisti e abbiamo avuto un riscontro positivo. Abbiamo forti azionisti che credono nella nostra linea di indipendenza ».
Il caso vuole che mentre Mary Barra illustra questa linea di fermezza, dall’altra parte dell’Atlantico Sergio Marchionne stia trattando proprio con il principale azionista di Gm, il sindacato dell’auto Uaw che entro la mezzanotte di ieri doveva concludere il rinnovo del contratto di lavoro nelle tre case di Detroit. Una situazione quasi paradossale. Ovviamente Marchionne tratta con Uaw sulla consistenza delle buste paga e non sul merger tra Torino e Detroit. Ma non deve essere un caso se a questo rinnovo contrattuale il sindacato ha scelto proprio quella con Fca come trattativa-pilota.
renzi marchionne al gp di monza
E’ tradizione che il sindacato dell’auto scelga di volta in volta uno dei tre costruttori per realizzare un modello di accordo da estendere poi agli altri due. Ed è logico che il sindacato scelga l’interlocutore che ritiene più ben disposto verso le sue richieste. Così quando ieri pomeriggio il Lingotto ha annunciato che Marchionne non sarebbe stato presente al Salone di Francoforte è stato chiaro che l’ad avrebbe seguito personalmente la trattativa con Uaw. E forse non solo per discutere del contratto. Perché il segnale lanciato dal sindacato americano potrebbe riguardare anche Gm.
E’ un fatto che in queste ore Marchionne finisce per trattare indirettamente anche per conto di Mary Barra. Una situazione certamente curiosa.
Forse il dossier Gm-Fca non è chiuso. Così spera anche Matteo Renzi che ieri sera a Otto e mezzo è tornato sulla questione: «Spero che Marchionne faccia l’accordo con Gm. Anche se è molto difficile».
Uno dei motivi di interesse dalla manifestazione di Francoforte è naturalmente lo stato di salute dei costruttori tedeschi. A partire dal più grande. Volkswagen ha attraversato un momento di turbolenza nei mesi scorsi con le improvvise difficoltà del mercato cinese e con lo scontro interno tra Ferdinad Piech e Martin Winterkorn. L’ha spuntata quest’ultimo che ieri sera, come da tradizione, ha inaugurato la festa del gruppo con la presentazione delle novità mondiali. Ogni brand della casa ha presentato una versione elettrica con un’autonomia fino a 500 chilometri. Winterkorn ha sottolineato l’impegno ecologico del gruppo e la svolta verso il matrimonio con la connettività: «Entro il 2020 – ha promesso ogni nostro modello sarà uno smartphone su quattro ruote».
renzi elkann marchionne a melfi
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