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Sandra Riccio per “la Stampa”
Quanto ci costa davvero il conto corrente? A fine anno arriverà a casa delle famiglie la lettera di rendiconto su costi e spese che hanno sostenuto, anche inconsapevolmente, per il proprio conto in banca durante l' intero anno. Molte famiglie riceveranno questa documentazione a inizio anno, in base alla periodicità stabilita in contratto. Quello che arriverà a casa è il dettaglio di tutti i costi legati al nostro conto corrente e ai tanti servizi collegati a questo. Le voci elencate sono quasi una ventina, dal canone annuo, ai prelievi, fino all' invio dell' estratto conto periodico.
Non sempre quel che spendiamo complessivamente per il nostro conto è adeguato all'utilizzo che ne facciamo. In più, dallo scorso gennaio sono aumentate molte delle commissioni che la banca ci chiede per i servizi che ci offre ogni giorno. I tassi bassi, del resto, spingono gli istituti a puntare di più su questa fonte di entrate. I rincari hanno riguardato molte voci di costo e sono stati applicati sia dagli istituti tradizionali, vale a dire quelli con una fitta rete di sportelli sul territorio, sia dalle banche online.
Un recente studio di SosTariffe.it ha rilevato una tendenza all' aumento dei prezzi di diversi servizi accessori al conto corrente e delle operazioni in filiale, a partire da quest' anno. Nel complesso, i rincari arrivano anche al 60%. Aumenti di rilievo ci sono stati per i versamenti in filiale (+60%) e per i prelievi allo sportello (+48%) mentre quelli all' Atm di una banca diversa dalla propria sono saliti del 20% di media.
Anche il canone annuo della carta di credito offerta dalle banche online è salito: il costo medio è passato da 12,22 euro a 12,88 euro con un +5,40% complessivo rispetto ai dati registrati nel gennaio scorso. Le banche tradizionali esaminate nello studio (17 in tutto) hanno invece portato questo costo da 37,50 euro di media a 39,87 euro (+6,30%).
Ma che domande si deve fare un correntista nel momento in cui riceva il rendiconto e la lista delle spese pagate? Innanzitutto occorre distinguere tra costi fissi e costi variabili. I primi ci sono sempre e non variano, perché non dipendono da quanto e da come si utilizza il conto.
I principali sono il canone annuo, i canoni legati a eventuali carte di pagamento, le imposte di bollo, le spese per l' invio delle comunicazioni al cliente. I costi variabili cambiano in base al tipo e al numero di operazioni che si fanno (ad esempio: prelievo di denaro con la carta di debito, incasso assegni). Dipendono da come il cliente utilizza il conto e dalle scelte commerciali della banca.
Per offrire un utile parametro di valutazione dei costi, nel Foglio Informativo del conto corrente la banca deve fornire l' ISC, l'Indicatore Sintetico di Costo, che dà un' idea del costo complessivo del conto corrente in base alle spese e alle commissioni che possono essere addebitate al cliente nel corso dell'anno. L'ISC viene calcolato per uno o più «profili di operatività tipo», per esempio, i pensionati oppure i single.
«Monitorare con precisione il costo del conto corrente non sempre è semplice; non sempre la spesa finale risulta pari a quanto preventivato, sia perché il correntista potrebbe aver aumentato la propria operatività, sia perché la banca - previa comunicazione - potrebbe aver modificato le condizioni» spiega Lodovico Agnoli, responsabile new business di Facile.it. Il rendiconto diventa quindi uno strumento fondamentale per tenere sotto controllo la spesa.
«Nel documento vengono riassunti tutti i costi effettivamente sostenuti nel corso dell' anno, che possono essere così confrontati con facilità con il valore contenuto nell' ISC - dice l' esperto -. Qualora la spesa fosse superiore a quanto previsto, il consiglio è di valutare la possibilità di cambiare tipologia di conto e identificare, comparando le offerte di più istituti». La chiusura definitiva del conto è senza spese e senza penali.
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