tim cook donald trump

PRONTI A PAGARE UN IPHONE 2.300 DOLLARI? È IL PREZZO CHE POTREBBE RAGGIUNGERE IL MODELLO PRO MAX, DOPO I DAZI DI TRUMP – IL GUAIO È CHE APPLE, NONOSTANTE I TENTATIVI DI DIVERSIFICARE LA PRODUZIONE (EVIDENTEMENTE FALLITI), FABBRICA IL 90% DEI MELAFONINI IN CINA, PAESE CHE SOMMANDO VECCHIE E NUOVE TARIFFE È SOTTOPOSTO A DAZI DEL 54% - IERI LA SOCIETÀ, LA PIÙ CAPITALIZZATA DEL MONDO (3MILA MILIARDI) HA PERSO IL 9% IN BORSA…

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Traduzione di un estratto dell’articolo di Reuters

 

apple cina

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha imposto una serie di dazi commerciali su larga scala a diversi Paesi del mondo […]. Secondo gli analisti, tra i beni di consumo più colpiti potrebbero esserci proprio gli iPhone, i cui prezzi potrebbero aumentare del 30% al 40% qualora l’azienda decidesse di scaricare i costi sui consumatori.

 

La maggior parte degli iPhone viene ancora prodotta in Cina, che è stata colpita da un dazio del 54%. Se tali tariffe dovessero rimanere in vigore, Apple si troverebbe di fronte a una scelta difficile: assorbire i costi aggiuntivi oppure aumentare i prezzi di vendita. Giovedì il titolo Apple ha chiuso in calo del 9,3%, registrando la peggior giornata dai tempi di marzo 2020.

 

tim cook donald trump

Apple vende ogni anno oltre 220 milioni di iPhone, con mercati principali negli Stati Uniti, in Cina e in Europa.

 

Il modello base dell’iPhone 16 è stato lanciato negli Stati Uniti a un prezzo di 799 dollari, ma potrebbe arrivare a costare 1.142 dollari secondo le stime di Rosenblatt Securities, che prevede un aumento del 43% qualora Apple decidesse di trasferire l’intero sovrapprezzo agli utenti.

 

Un modello più costoso come l’iPhone 16 Pro Max, con schermo da 6,9 pollici e 1 terabyte di memoria, attualmente in vendita a 1.599 dollari, potrebbe salire a quasi 2.300 dollari in caso di rincaro analogo.

 

POSSIBILI AUMENTI DI PREZZO DEI PRODOTTI APPLE DOPO I DAZI DI TRUMP

Durante il suo primo mandato, Trump aveva già imposto dazi su un’ampia gamma di importazioni dalla Cina per spingere le aziende americane a riportare la produzione negli Stati Uniti o, almeno, in Paesi più vicini come il Messico. All’epoca, Apple era riuscita a ottenere esenzioni per diversi prodotti. Questa volta, però, nessuna esenzione è stata concessa finora.

 

[…] L’iPhone 16e, lanciato a febbraio come modello più economico per accedere alle nuove funzioni di intelligenza artificiale, parte da 599 dollari. Un aumento del 43% potrebbe portarlo a 856 dollari. Anche altri dispositivi Apple potrebbero subire rincari consistenti.

 

TIM COOK A PECHINO

[…] La domanda stagnante potrebbe dunque esercitare ulteriori pressioni sui margini di Apple, specialmente se i costi dovessero aumentare per effetto dei dazi. Angelo Zino, analista azionario di CFRA Research, ha affermato che Apple avrà grandi difficoltà a trasferire più del 5-10% dei costi sui consumatori.

 

«Ci aspettiamo che Apple rimandi qualsiasi aumento importante dei prezzi almeno fino all’autunno, quando è previsto il lancio dell’iPhone 17, come di consueto in occasione dei rincari pianificati», ha spiegato Zino.

apple storie in cina

 

Nonostante una parte della produzione sia stata spostata in Vietnam e India, la maggioranza degli iPhone viene ancora assemblata in Cina. Tuttavia, neanche questi Paesi sono stati risparmiati: al Vietnam è stato imposto un dazio del 46%, mentre per l’India si parla del 26%.

 

Secondo Neil Shah, co-fondatore di Counterpoint Research, Apple dovrebbe aumentare in media i prezzi di almeno il 30% per compensare l’impatto dei dazi.

 

Un simile aumento potrebbe raffreddare la domanda per l’iPhone, favorendo concorrenti come Samsung Electronics, il colosso sudcoreano che potrebbe approfittare della situazione per guadagnare quote di mercato.

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