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Carlotta Scozzari per Dagospia
"Stavolta mica mi faccio più fregare". Deve avere ragionato così il quasi neo consigliere delegato di Bpm, il cinquantaquattrenne Giuseppe Castagna, quando ha avviato la trattativa che a strettissimo giro dovrebbe portarlo ai vertici della Popolare di Milano. L'intenzione è in primo luogo quella di strappare non soltanto la poltrona di consigliere delegato, ma anche quella di direttore generale. In seconda battuta, però, il manager ex Intesa Sanpaolo punta a portare a casa un contratto che sia il più blindato e ricco di paracadute possibile.
Sì, perché è ancora troppo fresca nella memoria di Castagna l'esperienza nel gruppo di Ca' de Sass. Il riferimento è a quanto accaduto lo scorso giugno, quando il consigliere delegato Enrico Tomaso Cucchiani, insediatosi da pochi mesi al posto di Corrado Passera, silurò il direttore generale e numero uno della Banca dei territori, a cui soltanto qualche giorno prima era anche stata sbarrata la strada per l'ingresso nel consiglio di gestione. Alla fine di settembre, poi, è stato Cucchiani stesso a essere messo alla porta, dopo le tensioni emerse soprattutto con il presidente del consiglio di sorveglianza Giovanni Bazoli.
Sta di fatto che per Castagna, in Intesa da oltre 30 anni e per un certo periodo anche alle redini del Banco di Napoli, quello che si è consumato a giugno è stato uno strappo difficile da mandare giù. Per fortuna, però, che poco dopo ad addolcire la pillola sono arrivati gli incarichi in Muzinich (società di gestione patrimoniale specializzata nel credito alle imprese che ha diffuso un comunicato per fargli le congratulazioni per la nomina in Bpm ancora prima che fosse ufficializzata), e, addirittura, in Mediobanca, storica avversaria di Intesa Sanpaolo, cosa che ha sancito quasi un passaggio al nemico per il manager.
Ma adesso, finalmente, ai vertici di Bpm, Castagna potrà mostrare di che pasta è fatto. Del resto, è da tempo che la Popolare milanese lo corteggia. Già due anni fa era stato chiamato per prendere il posto che poi fu affidato a Piero Montani, ma aveva rifiutato per restare in Intesa, quando nemmeno era nell'aria l'arrivo di Cucchiani. Tanto più che per andare in Bpm lo stesso Castagna, che sul profilo di Linkedin si definisce "banker", banchiere, ha rifiutato la poltrona di amministratore delegato di Carige, gruppo dove forse per lui sarebbe stato più complesso farsi notare nel grande mondo della finanza italiana. Ironia della sorte (o speranza sua?), in Carige alla fine è andato Montani, che gli ha lasciato libero il posto in Bpm.
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