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EQUITALIA E GUARDIA DI FINANZA
(Adnkronos) - «L'introduzione del meccanismo della rateizzazione precompilata delle cartelle esattoriali, annunciata da Equitalia a partire dal 2015, fa sì che l'ente della riscossione si comporti in maniera non troppo diversa da un intermediario del credito. Così agendo, l'amministrazione dello Stato, di fatto, prende atto che, a motivo della recessione o di situazioni individuali critiche e sempre più diffuse, sia le famiglie sia le imprese non riescono ad adempiere correttamente agli obblighi e alle scadenze fiscali». È quanto sostiene Unimpresa in merito alle recenti iniziative annunciate dall'amministrazione finanziaria.
«La soluzione proposta - sottolinea - è quindi un piano preconfezionato di pagamenti a rate, dando quasi per scontato che una buona fetta dei contribuenti non riuscirà a saldare il conto in un'unica soluzione». Tuttavia, ricorda l'organizzazione, che dilazionando i versamenti i contribuenti dovranno pagare anche gli interessi. E sui pagamenti fiscali Unimpresa precisa che si è ancora in allarme rosso, con quattro aziende su cinque in ritardo sui versamenti effettuati con il modello F24 predisposto dall'Agenzia delle Entrate. Secondo i dati raccolti dall'associazione, l'81,3% delle micro, piccole e medie imprese associate non ha rispettato i termini di legge previsti per il versamento di tasse e contributi previdenziali all'amministrazione dello Stato.
Un trend che per Unimpresa è ormai in atto da tempo e in continuo peggioramento a causa dell'aggravarsi della crisi finanziaria internazionale. «Si supera il primo appuntamento e si punta a pagare subito dopo, appena la cassa lo consente, usufruendo del regime del ravvedimento oneroso, che consente di pagare con sanzioni lievi», spiega il presidente Paolo Longobardi. Il dato negativo sugli adempimenti fiscali, precisa l'associazione, tocca tutti i settori imprenditoriali. Secondo la rilevazione a campione di Unimpresa, su 122 mila imprese associate ben 99.186 aziende non ha potuto fare regolarmente i versamenti all'agenzia delle Entrate, all'Inps e agli altri enti previdenziali e dell'amministrazione finanziaria.
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A registrare le maggiori difficoltà nell'ambito dell'industria è il settore dell'edilizia, con il dato sui ritardi F24 che arriva all'86,3%. Mentre la percentuale più bassa registrata è nei servizi (trasporti: 24,2%). Tuttavia, ribadisce l'organizzazione, a essere coinvolti sono tutti i comparti economici: alimentazione, arredamenti, metalmeccanici, nautica e poi agricoltura, commercio, trasporti e turismo. «Per le micro e piccole imprese - conclude Longobardi - lo sforamento dei termini è una scelta obbligata: la crisi di liquidità non consente ampi margini di manovra e le casse delle aziende, strozzate dalla stretta delle banche sul fronte del credito porta a un vicolo cieco. Spesso di sceglie di lasciare i modelli F24 nel cassetto per avere la certezza di poter pagare gli stipendi».
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