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Paola Pica per il Corriere della Sera
Ingegner Recchi, a breve il Comitato sul golden power darà il suo parere al governo che sembra intenzionato a esercitare i poteri speciali su Telecom. Come la vede? «Molto lineare: è un tavolo di tecnici, il professor Cassese, massima autorità italiana in materia, ha già avuto modo di spiegare con chiarezza, proprio al Corriere , i termini della questione. Le garantisco che ci atteniamo rigorosamente alle regole. Per tutto il resto, la relazione tra Tim e il governo è stretta e il dialogo sempre aperto».
Veramente si è parlato di tensioni tra Tim, il suo socio francese e il governo.
«Il fatto che il governo voglia verificare le condizioni per il golden power non significa che non ci sia dialogo. Anzi, il governo è molto attento e consapevole che un Paese è forte se le sue aziende sono forti. Mi sono occupato per molto tempo quando ero in GE di aiutare il nostro Paese ad attirare investimenti stranieri e le dico che Vivendi è una grande opportunità».
Sono stati evocati rischi per la sicurezza nazionale.
«Quando leggo di potenziali problemi legati alla privacy dei dati che corrono sulla rete, ricordo che i nostri principali concorrenti sono inglese, russo-cinese e svizzero: tutti hanno importanti contratti con la pubblica amministrazione. E non mi pare che siano mai stati ravvisati problemi in questo essendo tutti regolati da norme e leggi».
Sareste disposti a cedere Sparkle al governo?
«Attorno a Sparkle si è creata una vera e propria fiction, facendo sembrare la società una sorta di Spectre. Sparkle non è un tabù. Noi siamo per definizione sempre disponibili a trovare soluzioni utili al sistema paese di cui facciamo parte».
Lo scorporo della rete è fattibile?
«Anche qui serve un po' d' ordine. La rete è un valore per Tim, immagini la fabbrica di motori per un produttore di auto. Sento poi sempre parlare dello scorporo, ma di cosa esattamente? La rete è fatta di tubi e canali in cui passano i collegamenti, di apparecchiature elettroniche e terminali. Chi la farebbe funzionare? Con quali soldi? Chi garantirebbe la manutenzione e i nuovi investimenti? Da quando io sono in Tim , cioè dal 2014, abbiamo investito oltre 14 miliardi di euro di capitali privati.
Siamo proprio sicuri di volere che lo Stato torni a occuparsene? Infine, la gestione della rete e già separata, supervisionata da un organismo di vigilanza cui partecipa l' ente regolatore. Il presidente dell' Agcom ha quest' anno dichiarato che la modalità di utilizzo da parte di tutti gli operatori è ormai un benchmark europeo. Lo scorporo tra l' altro è stato fatto solo 3 volte, in Australia, Nuova Zelanda e Singapore: ci sarà un motivo. Detto questo, siamo in costante rapporto con tutte le autorità del Paese per lavorare al meglio per lo sviluppo dell' Italia».
GIUSEPPE RECCHI - ARNAUD DE PUYFONTAINE - FLAVIO CATTANEO
Collaborazione o competizione con Open Fiber? Ha senso avere due reti a banda ultralarga in Italia?
«Anche di questo argomento ho letto sui giornali senza che vi fosse alcun dossier aperto. Noi investiamo i nostri capitali e puntiamo a offrire la migliore connessione possibile e i migliori servizi a tutti i possibili clienti. Siamo abituati a giocarcela con la concorrenza, l' importante è che le regole siano uguali per tutti».
Con il nuovo corso sono confermati gli investimenti nel nostro Paese?
«Investiamo 4 miliardi all' anno e non c' è motivo per ridurre il nostro impegno. Lo sa che l' anno scorso siamo stati l' impresa italiana che in assoluto ha investito di più? Nell' ultimo anno siamo avanzati al ritmo di 400.000 case al mese e abbiamo raggiunto il 70% di copertura del Paese, una prestazione colossale».
Qual è la strategia di lungo termine di Vivendi per Tim?
«Oggi Tim ha un' occasione straordinaria, che è quella della convergenza, dei big data, della digitalizzazione di ogni aspetto della nostra vita. È importantissimo far sì che abbia successo.
E mi creda le prospettive sono entusiasmanti. Non ci sono ancora player europei in questa arena e potremmo essere noi con il supporto di un' azionista che ha la chiara strategia di creare un campione europeo nella realizzazione e distribuzione di contenuti. Sono stato da poco a un "ritiro" organizzato da Google dove c' erano i principali protagonisti mondiali del digitale. Lo sviluppo dei contenuti per i nuovi tipi di servizi che si stanno diffondendo nel mondo non è il futuro: è il presente».
Da fine luglio si attende la nomina di un nuovo amministratore delegato. Quando si chiude il cantiere della governance?
«Come ha detto il presidente de Puyfontaine, è previsto che quello che lei definisce il cantiere della governance possa chiudersi nel mese di settembre. È il comitato nomine che propone e il cda che decide.
Una questione di poche settimane. Quello che le posso dire è che il management di Tim è competente, compatto e impegnato. Le assicuro che non abbiamo perso un giorno di lavoro e siamo molto concentrati nel migliorare i nostri servizi e sviluppare nuove opportunità di crescita».
Il nuovo capo azienda sarà italiano?
«Non è una questione di passaporto, quello che conta sono le capacità».
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