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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
REUTERS CITA LO SCOOP DI DAGOSPIA SU ELLIOTT/MEDIOBANCA E RICORDA UN ELEMENTO FONDAMENTALE: PIAZZETTA CUCCIA È RETTA DA UN PATTO DI SINDACATO CHE DURERÀ PER TUTTO IL 2019. MA A SETTEMBRE C'È UNA FINESTRA PER CEDERE QUOTE, E SE SI SCENDE SOTTO IL 25% DEL CAPITALE (ORA SIAMO AL 28,5%), IL PATTO SI SCIOGLIE - MUSTIER (UNICREDIT) DISSE DI ESSERE PRONTO A 'RIVALUTARE' LA PARTECIPAZIONE IN MEDIOBANCA. CHE PER LUI NON È STRATEGICA…
Paola Arosio e Gianluca Semeraro per Reuters
“No comment” dal fondo Elliott sulle indiscrezioni circa l’acquisto di un 1% di Mediobanca, finalizzato a una operazione più ampia che porterebbe allo scorporo della quota Generali.
Il fondo al momento non ha comunque approcciato Mediobanca, secondo una fonte vicina a Piazzetta Cuccia. “Per ora nessuno si è fatto sentire e la banca non sa quali possano essere le intenzioni [di Elliott]”. “Mediobanca è aperta a dialogare con tutti gli azionisti”, aggiunge la fonte e lo farebbe dunque anche con il fondo Usa se venisse contattata.
Secondo Repubblica, che conferma con “fonti finanziarie autorevoli” un’indiscrezione apparsa sul sito Dagospia, Elliott avrebbe racimolato l’1% di Mediobanca e punta ad arrotondare la quota per riformare la governance di Piazzetta Cuccia e arrivare alla scissione del 13,2% detenuto in Generali. Il quotidiano non esclude che la volontà di Elliott di entrare nel capitale di Mediobanca possa incontrare quella di UniCredit di cedere il suo 8,7%.
Mediobanca ha più volte detto che ridurrà la sua quota in Generali al 10% entro la chiusura dell’esercizio a giugno 2019. Il Ceo Alberto Nagel non ha escluso cessioni di quote maggiori a fronte di una grande operazione “transformational”.
jean pierre mustier e beppe sala con elkette l alce peluche di mustier
Fra le opzioni sul tavolo, è stata anche citata la possibilità di un conferimento dell’intera quota Generali a una holding in cui entrerebbero investitori istituzionali con una quota di minoranza.
L’azionariato Generali ha visto nell’ultimo periodo un rafforzamento della compagine italiana, con Edizione e il gruppo Caltagirone che hanno aumentato le proprie quote fra indiscrezioni di una possibile manovra in chiave anti-scalate.
Più difficile, almeno per il momento, una manovra sul capitale Mediobanca.
I principali soci di Piazzetta Cuccia sono riuniti in un patto di sindacato che vincola il 28,5% del capitale. Il patto scade a fine 2019, ma è prevista in settembre una finestra per le disdette anticipate e le voci di un possibile disimpegno di UniCredit sono ricorrenti sul mercato.
L’ultima dichiarazione pubblica in tema del numero uno di UniCredit, Jean Pierre Mustier, risale a febbraio. “Siamo contenti di essere il primo azionista, ma se il prezzo dell’azione sale, valuteremo una revisione della nostra posizione”, aveva detto, ribadendo che la partecipazione in Mediobanca non è strategica.
Se le azioni apportate all’accordo scendessero sotto il 25% del capitale, il patto si scioglierebbe.
I titoli Mediobanca e Generali hanno reagito positivamente alle indiscrezioni.
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