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Nino Sunseri per “Libero Quotidiano”
Ribaltone a Veneto Banca. Il consiglio d' amministrazione è stato mandato a casa avendo ricevuto solo il 37,1% dei consensi in assemblea. Si salvano il presidente Pierluigi Bolla e l' amministratore delegato Cristiano Carrus che entrano come rappresentanti della lista di minoranza.
La vittoria, con il 53,9%% è andata alla lista guidata da Stefano Ambrosini che assumerà la presidenza. Il commercialista torinese è consigliere della Compagnia di San Paolo (primo azionista di Intesa), ex commissario Alitalia ed è considerato molto gradito al premier Renzi che, secondo alcune indiscrezioni avrebbe anche voluto averlo come ministro. Ma certamente la nomina che più farà piacere a Palazzo Chigi è quella di Carlotta De Franceschi cui dovrebbe toccare la vice presidenza.
Come esperta di banche (ha lavorato anche a Goldman Sachs) ha fatto parte della squadra che ha elaborato il decreto di trasformazione della popolari in spa. Gli altri componenti del consiglio portato a quattordici componenti sono: Matteo Cavalcante, Gianni Schiavon, Roberto Nevoni, Dino Crivellari, Maria Cristina Bertellini, Laura Dalla Vecchia, Aldo Locatelli, Debora Cremasco, Fabio Bassan.
Il clima dell' assemblea è stato incandescente. A lungo si è parlato della possibile azione di responsabilità a carico del precedente consiglio d' amministrazione. Dalla lettera della Consob letta in aula è emerso che le responsabilità vengono concentrate sull' ex amministratore delegato Vincenzo Consoli e sul condirettore generale Mosè Fagiani.
Anche la Bce è intervenuta per ricordare i criteri di trasparenza cui deve ispirarsi la governance. Il nuovo consiglio d' amministrazione li rispetta? Secondo l' uscente Pierluigi Bolla la risposta è negativa: i nuovi consiglieri hanno più di 500 milioni di debiti con la banca e diverse situazioni di sofferenza.
Ora gli occhi sono rivolti al futuro aumento di capitale da un miliardo. Quali saranno le reazioni delle autorità di vigilanza visto che il nuovo blocco di comando non sembra omogeneo con le regole di buona amministrazione chieste dalla Bce? In queste condizioni il mercato come reagirà? «Non esiste una sindrome Vicenza- ha dichiarato il futuro Presidente Stefano Ambrosini- Il Fondo Atlante è pronto. Sarebbe sciocco avere il paracadute in aereo e non utilizzarlo».
Certo la situazione non è semplicissima. Buona parte delle possibilità di rilancio sono nelle mani di Cristiano Carrus che ha perso la carica di amministratore delegato ma terrà quella di direttore generale. Sarà la guida operativa del gruppo ma, essendo stato sconfitto in assemblea, non avrà certo molti amici nel cda.
Così Veneto Banca affronta la prova più difficile in condizione non certo di forza.
Non solo per il bilancio chiuso con una perdita di 882 milioni ma soprattutto perchè non è chiaro chi sottoscriverà l' aumento di capitale. Il precedente di Bpvi non è di buon auspicio. Ma rischia anche il nuovo consiglio. Atlante o la maggioranza che nascerà dopo la quotazione in Borsa potrebbe chiedere delle sostituzioni. Ambrosini ha comunicato che alcuni imprenditori sono pronti a sottoscrivere.
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