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Walter Rahue per “la Stampa”
Il gruppo Daimler è costretto a richiamare in fabbrica in tutta Europa fino a 700mila vetture diesel in cui sarebbero stati scoperti dei dispositivi in grado di manomettere i livelli reali delle emissioni inquinanti.
Secondo quanto anticipato ieri dal sito on-line del settimanale "Der Spiegel", a ordinare il drastico provvedimento sarebbe stata la stessa Agenzia federale dei Trasporti tedesca che in un dossier interno elenca ben 24 modelli dotati di un software illecito.Tra i modelli incriminati ci sono vetture Mercedes della classe C con motori ibridi, ma anche modelli premium della classe E ed S, alcuni fuoristrada della classe G, diversi Suv e anche i furgoni Vito.
In tutti i casi si tratta di nuovi modelli attualmente ancora in vendita e che nel corso delle verifiche tecniche sulle emissioni effettuate dagli esperti dell' agenzia con sede a Flensburg, sarebbero risultati manomessi. In 24 modelli Mercedes i tecnici hanno riscontrato nei test effettuati sia in laboratorio che su strada emissioni di ossidi di azoto ben superiori a quelle dichiarate dalla casa automobilistica. I clamorosi risultati dei test condotti dall' agenzia federale sono stati inviati già lo scorso mese di maggio al ministro dei Trasporti Andreas Scheuer (Csu) che ha immediatamente convocato a Berlino l' amministratore delegato di Daimler Dieter Zetsche chiedendo spiegazioni.
A mandare su tutte le furie il ministro del governo di Angela Merkel è stato soprattutto il fatto che anche a tre anni dallo scoppio dello scandalo del dieselgate in casa Volkswagen, un costruttore tedesco così prestigioso come quello di Stoccarda continui a equipaggiare molte delle sue vetture diesel con un software palesemente illegale.
Le manipolazioni perpetuate dal gruppo Daimler riguarderebbero praticamente l' intera gamma di modelli Mercedes, da quelli più economici della classe C a quelli più prestigiosi ed esclusivi. Non si tratta dunque di un' ennesima svista o di eccezioni, ma di manomissioni sistematiche.
L' ordine di richiamare in fabbrica le 700mila vetture coinvolte e di rimuovere i dispositivi truffaldini aggiornando i sistemi software è pervenuto ai vertici della Daimler alla fine di luglio. Ieri la casa di Stoccarda non ha voluto commentare la notizia anticipata dallo Spiegel confermando però indirettamente il provvedimento di richiamo ordinato dall' agenzia federale dei trasporti tedesca.
«La nostra società presenterà ricorso contro il provvedimento dell' agenzia - ha dichiarato un portavoce del gruppo Daimler - Ma al tempo stesso stiamo sviluppando un update del software e informeremo tutti i nostri clienti non appena questo sarà pronto e approvato dalle autorità competenti».
Daimler aveva già sospeso nei giorni scorsi le consegne di vetture diesel della classe C alle concessionarie e bloccato anche la produzione di alcuni motori per camion. Delle 700mila vetture coinvolte dal provvedimento, 280mila sono attualmente in circolazione in Germania, 420mila nel resto dell' Europa.
Il nuovo scandalo mette in serio imbarazzo il marchio leader dell' industria automobilistica tedesca. Dopo lo scoppio del dieselgate nell' autunno del 2015, il gruppo Daimler aveva categoricamente escluso di aver manipolato a sua volta i livelli reali delle emissioni inquinanti dei motori a gasolio. Nel luglio dell' anno scorso, tuttavia, la procura di Stoccarda aprì un' inchiesta nei confronti dell' azienda accusata di aver installato dal 2008 al 2016 un software illecito su oltre un milione di vetture.
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