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RISIKO: CHE BATTAGLIA SU MEDIOBANCA! DOPO VITTORIA ASSICURAZIONI ANCHE GAVIO SI PREPARA ALL’ADDIO PER TOGLIERSI DALL'IMBARAZZO DI DOVER SCEGLIERE TRA ALBERTO NAGEL E LUIGI LOVAGLIO, QUANDO L'OFFERTA PUBBLICA DI SCAMBIO DI MONTEPASCHI SU PIAZZETTA CUCCIA È PRONTA PER ESSERE LANCIATA SUL MERCATO A METÀ LUGLIO - A VALUTARE L'ADDIO SAREBBERO, SECONDO INDISCREZIONI NON CONFERMATE, ANCHE MEDIOLANUM, AL 3,49%, E I DORIS, ALLO 0,96% - MANCA ANCORA QUALCOSA PER METTERE IN AZIONE LA CONSOB CHE DOVRÀ VALUTARE IL VIA LIBERA ALL'OFFERTA E DOPO TOCCHERÀ A MEDIOBANCA CHE NON FARÀ LE COSE DI FRETTA PER BOCCIARE ANCORA UNA VOLTA L'OPS…
Fabrizio Goria, Michele Chicco per “La Stampa” - Estratti
Si muovono veloci le pedine tra i territori del risiko bancario, con Piazzetta Cuccia sempre al centro dei giochi.
Un socio storico di Mediobanca come Beniamino Gavio starebbe valutando la possibilità di vendere sul mercato il suo intero pacchetto azionario per togliersi dall'imbarazzo di dover scegliere tra Alberto Nagel e Luigi Lovaglio, quando ormai l'offerta pubblica di scambio di Montepaschi su Mediobanca è pronta per essere lanciata sul mercato a metà luglio.
Negli ultimi sei mesi, Gavio e la holding di famiglia Aurelia hanno fatto trading sulle azioni di Piazzetta Cuccia con l'ultimo blitz venerdì: in due distinte operazioni su 125mila azioni è stato ceduto lo 0,03% di Mediobanca, per una cifra vicina a 5 milioni di euro.
A gennaio il gruppo Gavio aveva lo 0,82% di Mediobanca all'interno del patto di consultazione; a fine giugno la partecipazione è scesa allo 0,62% e con il prossimo aggiornamento potrebbe pesare ancora meno. A valutare l'addio, secondo indiscrezioni mai confermate, sarebbero anche Mediolanum, al 3,49%, e i Doris, allo 0,96%.
La scelta è stata invece già presa da Vittoria Assicurazioni, controllata dalla famiglia Acutis, che il 20 giugno ha ceduto tutto il suo 0,27%.
Chi vende, vende bene: negli ultimi sei mesi il valore di Mediobanca in Borsa è balzato del 41,5%. E con l'arrivo in Piazza Affari dell'offerta di Montepaschi i riposizionamenti si intensificheranno, con i gregari pronti a sostenere i loro capitani nello sprint finale. La data chiave per il lancio dell'Ops resta il 14 luglio, perché manca ancora qualcosa per mettere in azione la Consob.
Nel verbale del consiglio di amministrazione di giovedì di Rocca Salimbeni si legge che solo «la gran parte delle autorizzazioni preventive richieste dalla normativa sono state ottenute» e viene precisato che l'autorità presieduta da Paolo Savona approverà il prospetto «una volta ottenute tutte». È una questione di tempo, ma il cronometro non è partito: bisogna aspettare prima che scattino i cinque giorni a disposizione della commissione per valutare il via libera all'offerta e dopo toccherà a Mediobanca che, dice chi conosce il mercato, non farà le cose di fretta per bocciare ancora una volta l'Ops.
È anche probabile che sulla scrivania dei tecnici della Consob sia arrivata da Siena una bozza del prospetto e che l'autorità lo stia già valutando, anche alla luce della lettera inviata nei giorni scorsi da Piazzetta Cuccia che ha chiesto all'autorità di imporre a Montepaschi l'integrazione del documento di offerta con una «rappresentazione esaustiva» delle implicazione economiche e finanziarie dell'Ops, nel caso in cui le adesioni siano inferiori al 50%. Uno scenario fino ad ora inesplorato da Luigi Lovaglio, ma che ha preso corpo dopo il via libera a tutto tondo della Bce pronta a dare a Siena la chance di chiudere l'offerta anche con meno della metà del capitale portato in adesione.
LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE
«Sulle operazioni di fusione e acquisizione l'atteggiamento è agnostico, nel senso che ci sono diversi aspetti che valutiamo», sottolinea un funzionario europeo che ha visto da vicino il dossier.
Francoforte pesa la fattibilità finanziaria dell'operazione, i suoi rischi correlati nell'ambito della stabilità sistemica continentale e considera se la nuova entità possa essere in grado di potenziare il ruolo del sistema bancario europeo su scala globale.
Sull'offerta di Montepaschi su Mediobanca, sostiene il funzionario, «non ci sono mai stati problemi ostativi, ed è positivo che ci siano delle operazioni di fusione all'interno dell'area dell'euro. Certo, se fossero transfrontaliere sarebbe meglio, perché la priorità è quella di completare, finalmente, l'unione bancaria. In assenza di operazioni del genere, ogni genere di mossa che sia conforme con i nostri requisiti può essere accettata».
giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera
Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri
ALBERTO NAGEL
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