DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Luca Monticelli per "La Stampa"
roberto gualtieri si congratula con giuseppe conte per l'informativa sul mes
Messo sotto pressione da Regioni, sindacati e imprese il governo accelera sul quinto Decreto Ristori. Un provvedimento nel cassetto da più di un mese e scavalcato da altre emergenze quotidiane: la legge di Bilancio prima e poi il dl Natale con gli indennizzi per le chiusure imposte nelle due settimane di festa.
Quindi il Recovery plan e la crisi di governo. Adesso, a tre giorni dal nuovo Dpcm che confermerà le restrizioni, il premier Giuseppe Conte ha annunciato nelle prossime ore la richiesta alle Camere di uno scostamento di bilancio per finanziare gli aiuti. «Ci saranno ristori per tutte le attività che andranno chiuse», ha detto ieri il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, durante la riunione con le regioni.
DOMENICO ARCURI FRANCESCO BOCCIA
Al Mef ragionano su un aumento del deficit di circa 24 miliardi, l'1,5% di Pil che si va a sommare al 7% programmato per il 2021. Dentro il governo però c'è chi spinge, Movimento 5 stelle in testa, per portare lo scostamento ad almeno 30 miliardi di euro perché si teme che i soldi non bastino.
Al ministero dell'Economia non sono più così convinti che questo possa essere davvero il Ristori finale e confermano la natura «perequativa» del provvedimento in favore di imprese e partite Iva. L'intenzione del governo è quella di ampliare la platea dei beneficiari e di garantire risorse a fondo perduto più consistenti a chi ha subito perdite maggiori e detrazioni per chi invece ha contenuto i danni.
Innanzitutto cambia la base di calcolo: i ristori non saranno più parametrati sui ricavi di aprile ma conteggiati su un semestre. Verrà superata la logica dei Codici Ateco, infatti si vuole aiutare anche le attività non direttamente colpite delle chiusure che hanno sofferto allo stesso modo cali di fatturato per assenza di clienti, come i fornitori. Il decreto in arrivo sarà una manovra omnibus, sulla scia dei precedenti che dalla primavera scorsa sono costati 120 miliardi di euro in deficit.
protesta dei ristoratori al pantheon 9
La cassa integrazione Covid, coperta fino al 31 marzo, potrebbe essere rifinanziata per altre 12 settimane, con una spesa di 3-4 miliardi facendo salire il pacchetto lavoro a 5 miliardi. Alla sanità saranno riservati 4 miliardi di euro e diverse norme sono destinate ai Comuni. Proprio ieri, il leader dell'Anci, Antonio Decaro, ha proposto un sostegno per le aziende che gestiscono i trasporti pubblici, visti i mancati introiti da biglietti e abbonamenti dovuti alla riduzione della presenza dei passeggeri.
Sul versante fiscale, dopo le sospensioni dello scorso anno, potrebbe abbattersi sui contribuenti l'onda alta di 50 milioni di atti: 35 milioni di cartelle bloccate nel 2020 e 15 milioni di accertamenti. Numeri ai quali si aggiungeranno presto gli avvisi relativi ai controlli fatti nel 2021.
L'esecutivo sta studiando come diluire in più anni questa valanga e la viceministra Laura Castelli ha ipotizzato uno slittamento per i contribuenti più deboli e una sorta di saldo e stralcio con sconti su sanzioni e interessi.
Il direttore dell'Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, in audizione alla Camera, è stato chiaro: «Qualunque nuova rottamazione o forma di pace fiscale non può prescindere dall'invio degli atti e delle cartelle perché il contribuente deve essere messo a conoscenza di quanto gli è richiesto».
Insomma, il menu del quinto Decreto Ristori si allunga sempre di più e il piatto per commercianti, ristoranti, bar, palestre, discoteche, impianti sciistici rischia di essere uguale o poco superiore ai 10 miliardi di euro di contributi erogati in 9 mesi.
Al grido d'allarme delle attività economiche si aggiunge quello di un milione di lavoratori sotto scacco quando il 31 marzo scadrà il blocco dei licenziamenti. Venerdì è previsto un tavolo tra Cgil, Cisl, Uil e la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo sulla riforma degli ammortizzatori, ma in quella sede i sindacati chiederanno la proroga del blocco fino alla fine dell'anno.
Il governo sembra disposto a valutare un'estensione del divieto di licenziare che vada di pari passo con il rinnovo della cassa integrazione, ma che riguardi solo le aziende in crisi. Proposta che Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl, rifiuta: «Siamo contrari a soluzioni selettive, questo è il momento della massima coesione per evitare il disastro umanitario ed economico». -
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