1. RCS FOLLIES! ROTELLI BOCCIA L’IDEA DI SCOTT JOVANE DI ACCORPARE PK, LA CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ DE "LA STAMPA", PROPRIETÀ FIAT, CON LA CONCESSIONARIA RCS 2. ROTELLI E CON LUI ALTRI SOCI TEME CHE L'OPERAZIONE SULLA PUBBLICITÀ POSSA ESSERE L’ANTIPASTO AD UN ALTRO PROGETTO CHE PREVEDE LA FUSIONE FRA I DUE QUOTIDIANI 3. IL MINISTRO DELLA DIFESA DI PAOLA CERCA DI ALLUNGARE I TEMPI FINO A PRIMAVERA PER SALVARE ORSI NEL RUOLO DI AMMINISTRATORE DELEGATO. IL MINISTRO, NON APPENA SARÀ SCIOLTO IL GOVERNO, PUNTA A DIVENTARE PRESIDENTE DI GARANZIA METTENDOSI DI TRAVERSO ALLA CANDIDATURA DI CASTELLANETA (PER L’AMBASCIATORE THORNE È GIÀ STATO DECISO IL SUO RITORNO IN AMERICA DOVE GIA' CIRCOLA IL NOME DEL SUCCESSORE) 4. DUE FRONTALI IN UN GIORNO PER LO SMONTEZEMOLATO: IL COORDINATORE DI ITALIA FUTURA COSTRETTO ALLE DIMISSIONI PER GUAI CON LA GIUSTIZIA E IL FALLIMENTO DELL’ACQUISIZIONE CON L’INDIANO RATAN TATA DELL’ORIENT EXPRESS (FERRARI VERSO LA BORSA)

1- DUE FRONTALI IN UN GIORNO PER LO SMONTEZEMOLATO
Per le sue molteplici attività che lo vedono impegnato su un'infinità di versanti, Luchino di Montezemolo è ormai paragonato a Giano bifronte, l'antica divinità dei romani che era venerata per la sua attenzione ai problemi materiali e immateriali.

Per quanto riguarda la politica ieri c'è stato un attimo di sbandamento quando il Cavaliere peccaminoso ha parlato della necessità di uno shock nel Pdl che dovrebbe trovare a suo avviso un "gelataio" o un ex-presidente di Confindustria in grado di guidare un nuovo Rinascimento. Nello spazio di pochi minuti si è capito che Berlusconi non intendeva riferirsi al presidente della Ferrari bensì al giovane imprenditore Guido Martinetti che ha lanciato la catena di gelaterie "Grom", e ad Emma Marcegaglia.

Per il momento nessun indizio fa pensare che Luchino diventerà il nuovo comandante dei reduci berlusconiani. In queste ore il suo impegno è rivolto alla preparazione della grande convention che si terrà tra due sabati negli Studios di via Tiburtina. L'evento, che inizierà alle 15, è molto atteso e sul sito dell'Associazione stanno piovendo migliaia di richieste da chi spera che i due organizzatori ,Andrea Romano e Carlo Calenda, mettano nelle mani del presidente un discorso ben più robusto del manifesto-volantino ("Verso la Terza Repubblica") che è stato pubblicato il 25 ottobre.

Purtroppo sull'home page del sito web di ItaliaFutura c'è anche una cattiva notizia che ha rovinato il sonno di Luchino. In una lettera dai toni dignitosi, Federico Vecchioni, coordinatore nazionale dell'Associazione, annuncia le sue dimissioni dall'incarico. Il piccolo colpo di scena non è da mettere in relazione a contrasti interni e a divergenze politiche. La ragione della ritirata è legata al fatto che Vecchioni nei giorni scorsi è stato rinviato a giudizio per una vicenda relativa alla sua attività imprenditoriale.

Per chi non lo sapesse Vecchioni è un padovano di 40 anni che da oltre un decennio è titolare di un'azienda agricola in provincia di Grosseto e ha ricoperto numerosi incarichi negli organismi che rappresentano il mondo agricolo fino a diventare nel 2004 il più giovane presidente nazionale di Confagricoltura.

Resta il fatto che le dimissioni di quest'uomo dalla testa lucida e calva rappresentano un colpo inatteso che butta una piccola ombra proprio alla vigilia della kermesse spettacolare che dovrebbe posizionare Luchino al centro del Centro, quella realtà ancora indefinita e affollata in cui potrebbero convergere i vecchi e nuovi" notabili" sui quali il politologo Ernesto Galli della Loggia ha scritto il 3 novembre un limpido editoriale sul "Corriere della Sera".

Al Giano Bifronte Montezemolo ,che guarda agli interessi immateriali e materiali con pari attenzione, è arrivata ieri un'altra notizia sgradevole che tocca il versante delle attività industriali dove Luchino è abituato a raccogliere successi strepitosi. In questo caso il dispiacere ha preso corpo nel paesino di Hamilton che si trova in una baia al centro delle isole Bermuda.

Dentro un lussuoso albergo ,che si trova vicino alla chiesa gotica e di fronte all'Atlantico, si è riunito il board della società Orient Express alla quale Luchino e Matteo Montezemolo con il fondo Charme avevano sottoposto ,insieme al miliardario indiano Ratan Tata, un'offerta di acquisto per un controvalore di 1,2 miliardi di dollari. L'operazione era stata salutata in Italia con applausi smisurati e la penna del direttore-editore Paolo Panerai di "MilanoFinanza" l'estasi aveva toccato vette sublimi.

"Nel buio della recessione - così ha scritto il noto giornalista - la mossa del fondo Charme di allearsi con il Gruppo Tata per lanciare un'Opa sulla Borsa di New York su Orient Express rappresenta un vero lampo di luce, se non per "ItaliaFutura" certamente per il futuro dell'Italia".

Questo inno alla gioia e alla gloria oggi diventa un requiem proprio sul quotidiano "MF" che relega a pagina 18 la notizia del fallimento dell'operazione. A dare la mazzata sull'offerta pare che sia stato John M. Scott III, il nuovo presidente della catena Orient Express, un manager di 47 anni esperto nel settore degli hotel di lusso che ha studiato ad Harvard, ha lavorato alla Walt Disney Company ,e dal 2003 al 2011 ha guidato gli hotels e i resort Rosewood con ricavi per 500 milioni di dollari.

A questo punto quello che agli occhi di Panerai e del suo amico Dieguito Della Valle sembrava "un lampo di luce", si spegne e rischia di essere archiviato poiché il board di Orient Express riunito alle Bermuda ha considerato l'offerta "inferiore rispetto al reale valore del Gruppo".

Per inciso va detto che Luchino e suo figlio Matteo proprietari (insieme a un misterioso oligarca russo) del fondo lussemburghese Charme avrebbero messo sul piatto soltanto 100 milioni lasciando all'amico Ratan Tata che siede nel consiglio di amministrazione della Fiat di scucire il resto di 1,2 miliardi.

A consolazione del flop americano il "ragazzo dei Parioli" può comunque esibire i risultati della Ferrari che - come scrive oggi il quotidiano francese "La Tribune" - hanno battuto nei primi sei mesi il record delle vendite, un dato che stimola il Marpionne confuso di Detroit a sollecitare la quotazione in Borsa della Casa di Maranello.


2- FINMECCANICA: LE AMBIZIONI DEL MINISTRO DELLA DIFESA DI PAOLA
Gli uscieri di Finmeccanica hanno passato gran parte della notte a leggere il comunicato stampa di 22 pagine che ieri sera è stato emesso dai centurioni di Orsi al termine del consiglio di amministrazione.

Stamane gli uscieri avevano gli occhi gonfi e si sono rifiutati di seguire la conference call con gli analisti lasciando ai centurioni e alla società Barabino & Partners (ingaggiata con un contratto da 25mila euro al mese per architettare quella terribile lettera di Orsi al "Secolo XIX") il compito di suonare le trombe nel mondo della finanza e dell'informazione.

Da parte loro Orsi e Alessandro Pansa ce l'hanno messa tutta per spiegare che i primi nove mesi dell'anno "confermano il miglioramento dei principali indicatori e il recupero di redditività che si era già manifestato nei trimestri precedenti". E questo è vero se si guarda al risultato netto che appare in miglioramento (+146 milioni) rispetto al 2011 (-321) quando Orsi e il "pazzo" Pansa avevano scaricato sul bilancio perdite per 2,3 miliardi.

Naturalmente c'è sempre chi non si fa abbagliare dalle tabelle e rileva (come ha fatto Gianni Dragoni sul "Sole 24 Ore") che il portafoglio degli ordini è diminuito di 1.300 milioni a causa delle turbolenze attraversate da Finmeccanica per le note vicende giudiziarie.

Anche i ricavi hanno subito una leggera flessione, ma il dato che gli uscieri ritengono più preoccupante riguarda la crescita dell'indebitamento che ha subito una variazione negativa del 4%. Desta poi una certa sorpresa la sottolineatura che viene fatta a proposito delle dismissioni sulle quali il Gruppo pensa di poter chiudere gli accordi entro l'anno e che viene considerata già fin d'ora come una certezza che potrebbe cambiare radicalmente i risultati dell'intero anno.

Su questo tema che tocca il futuro di Ansaldo Energia e del settore ferroviario pare che i consiglieri abbiano discusso a lungo perché si tratta di un passaggio fondamentale per la sopravvivenza di Orsi e dell'intero management.

Se infatti l'amico di Gotti Tedeschi e dei "Conquistadores del cielo" pur dando del "coglione" al cardinale Bagnasco riesce a chiudere in tempi rapidi la vendita dei due asset, allora potrà viaggiare con il vento più favorevole verso la fine dell'esercizio. La sua strategia di sopravvivenza appare chiarissima nelle 22 pagine del comunicato stampa dove non si trova il minimo cenno ai problemi che hanno travolto l'azienda fino al punto di provocare l'accusa di corruzione internazionale. Qualsiasi altro Gruppo di natura pubblica che avesse attraversato i guai di Finmeccanica avrebbe sentito almeno il bisogno di fare un cenno alla legge 231, al codice etico e al tema della reputazione.

Di questi temi non si trova traccia ,e la dimenticanza appare paradossale se si pensa che nelle stesse ore in cui si svolgeva il consiglio di amministrazione, a distanza di 300 metri da piazza Monte Grappa i magistrati delle Procure di Roma, Napoli e Busto Arsizio erano riuniti per tirare le fila sugli scandali che hanno messo in ginocchio il Gruppo.

Orsi e i suoi centurioni vanno avanti come se nulla fosse avvenuto e si sentono forti anche perché il Consiglio non ha provveduto a nominare qualcuno sulla poltrona lasciata dal politico indagato Franco Bonferroni.

D'altra parte nel Governo c'è chi si agita in favore della continuità e cerca di allungare i tempi fino a primavera per salvare Orsi nel ruolo di amministratore delegato. Il più attivo in questa direzione è il ministro della Difesa Di Paola che negli ultimi due giorni si è speso in dichiarazioni accalorate sul "bisogno di una Finmeccanica forte".

Gli uscieri di piazza Monte Grappa hanno capito che il ministro, non appena sarà sciolto il Governo, punta a diventare presidente di garanzia mettendosi di traverso alla candidatura dell'ex-ambasciatore Castellaneta. E a proposito di ambasciatori sembra non aver alcun fondamento la voce circolata nei saloni dell'Excelsior dove si festeggiava Obama circa una presidenza di Finmeccanica affidata all'ambasciatore David Thorne.

È un'idea balzana perché secondo quanto Dagospia ha saputo sui marciapiedi di via Veneto, per il simpatico diplomatico è già stato deciso il suo ritorno in America dove gia' circola il nome del successore.


3- RCS FOLLIES! ROTELLI BOCCIA L'IDEA DI SCOTT JOVANE
Vigilia movimentata per il consiglio d'amministrazione di Rcs MediaGroup che lunedì prossimo sarà chiamato ad approvare i conti del terzo trimeste. Ieri infatti l'amministratore delegato Pietro Scott Jovane è stato severamehte "pizzicato" da Giuseppe Rotelli, azionista al 13% del gruppo che edita il "Corriere della Sera" durante la riunione del comitato consultivo di cui fanno parte anche i consiglieri indipendenti Andrea Bonomi e Luca Garavoglia e nessun componente del patto di sindacato.

Rotelli non ha digerito l'idea proposta da Scott Jovane e contenuta nel suo business plan di prossima illustrazione di accorpare PK, la concessionaria di pubblicità dell'editoriale "La Stampa" di proprietà Fiat all'interno del gruppo, fondendola con la concessionaria Rcs. Rotelli e con lui altri soci teme infatti che l'operazione sulla pubblicità possa essere prodromica ad un altro progetto editoriale più allargato che prevede la fusione fra i due quotidiani.

 

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOfederico grom Guido MartinettiMARCEGAGLIAFEDERICO VECCHIONI 1 ammiraglio giampaolo dipaolaGiuseppe OrsiTHORNE LEGGE IL DISCORSO LILLA E GIOVANNI CASTELLANETA GIUSEPPE ROTELLIscott jovane