![donald trump re sovrano imperatore](/img/patch/01-2025/donald-trump-re-sovrano-imperatore-2083894_600_q50.webp)
FLASH! - OGNI GIORNO, UNA TRUMPATA: NON SI SONO ANCORA SPENTE LE POLEMICHE SULL'IDEA DI COMPRARSI…
samsung sfida apple con due smartphone e pagamenti 'mobile dba2c1
Angelo Aquaro per la Repubblica
Samsung batte Apple 8-0. Che botta per la Silicon Valley: e che risultato travolgente per i competitor della Corea del Sud. Ottenuto, a sorpresa, fuori casa. Anzi, in casa nel nemico: davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti d’America. Sì, la più alta istituzione giuridica del mondo libero ha decretato in favore del colosso dai piedi d’argilla, il gigante dei telefonini che sta attraversando uno dei periodi peggiori della sua storia: batterie dei cellulari che esplodono, 2 milioni e mezzo di Galaxy Note 7 ritirati, perdite per almeno 7 miliardi di dollari, il primato nel mercato degli Android ceduto ai cinesi di Huawei, il padrone Lee Kun-hee in ospedale da due anni, l’erede Jay Y.
Lee portato alla sbarra dai magistrati che indagano sulle mazzette da almeno 70 milioni di dollari che la multinazionale avrebbe versato alla sciamana che aveva plagiato la presidente Park Geun-hye. Un quaderno di doglianze che sembrava infinito: e dove adesso si volta finalmente pagina. Chiariamo: non è che le tribolazioni per i coreani siano finite.
E la Corte non entra nel merito della condanna che dal 2012 pende sul colosso. L’accusa è quella di aver violato i brevetti di Apple: in pratica, di aver copiato l’iPhone realizzando quel prodotto di successo mondiale chiamato Galaxy. Ecco, l’accusa resta: ma il miliardo circa che i coreani avrebbero dovuto pagare alla società che fu di Steve Jobs va ricalcolato da capo. In gioco ci sono 400 milioni di dollari. Ma non solo.
La sentenza argomentata da Sonia Sotomayor, che fu il primo giudice portato alla Corte da Barack Obama, dice in sostanza una cosa semplicissima: se rubi una parte poi non possono chiederti di pagare per il tutto. Sì, in fondo la vittoria di Samsung su Apple si potrebbe sintetizzare così: i coreani non dovevano pagare i 399 milioni di dollari di danni stabiliti calcolando la copiatura del manufatto intero. I giudici supremi hanno chiarito infatti che il concetto di brevetto può coprire anche solo alcune parti invece del tutto.
E hanno quindi decretato che, nel caso, la multa andrebbe sempre calcolata non sul tutto ma sui singoli infrangimenti del copyright: in questo caso la “fronte”, i contorni tondeggiati e lo schermo con 16 icone, che erano le singole “copiature” fatte da Samsung. E invece no. Perfino John Roberts, che a 61 anni è il capo della Corte, ha argomentato, come avrebbe fatto uno smanettone qualsiasi, che la violazione di Samsung non ha nulla a che fare, per esempio, “con tutti i circuiti e i fili” del telefonino.
L’argomento è delicatissimo. E non è un caso che da Facebook a Google tanti altri big della Silicon Valley sono interessatissimi agli sviluppi del caso Samsung. Apple ha sostenuto che i danni subiti vanno appunto quantificati sulla copiatura del manufatto. Nella prima sentenza in 120 anni in cui si occupa nuovamente di brevetti, la Corte stabilisce invece adesso che la definizione di «articolo di manifattura è larga abbastanza da abbracciare sia il prodotto venduto a un consumatore », cioè in questo caso il telefonino finito, «che un componente di quel prodotto, che sia venduto separatamente o no».
SPECIALE LUGLIO I PERSONAGGI PI RAPPRESENTATIVI DEGLI USA SONIA SOTOMAYOR
Una spiegazione che in sostanza accoglie il ragionamento dell’avvocato di Samsung, Kathleen Sullivan, finanche troppo sicura: «Uno smartphone si chiama smart, cioè intelligente, poiché contiene decine di migliaia di tecnologie che lo fanno funzionare». Come dire: non formalizziamoci nell’aspetto, staremo mica solo a vedere se somiglia a un iPhone o no.
Sarà: certo è solo che malgrado il sonoro punteggio di 8 a 0 la partita non è mica chiusa. E non solo tra Apple e Samsung. Perché qui ci si gioca l’intera definizione di brevetto: e forse anche un po’ anche di furto, no?
FLASH! - OGNI GIORNO, UNA TRUMPATA: NON SI SONO ANCORA SPENTE LE POLEMICHE SULL'IDEA DI COMPRARSI…
FLASH! - L'OFFERTA DI 97 MILIARDI DI DOLLARI DI ELON MUSK (CIFRA FOLLE: SOLO LA MANOVRA DEL GOVERNO…
"DELFIN” CURIOSO – DA DOVE ARRIVA LA NOTIZIA CHE LA HOLDING DEI DEL VECCHIO POTREBBERO LIQUIDARE IL…
DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER…
FLASH! - TRA I FRATELLI D’ITALIA SERPEGGIA UN TERRORE: CHE OLTRE AI MESSAGGINI PRO-FASCISMO E AI…