
FLASH – BRUNO VESPA, LA “SPALLA” DEL GOVERNO MELONI: IL GIORNALISTA IN RAI E' PERFETTO PER DARE…
Sara Bennewitz - Ettore Livini per Repubblica
....Dai minimi del 25 luglio scorso, le tv di casa Berlusconi hanno messo assieme un balzo del 38%, con il 25% circa del capitale passato di mano. E il Cavaliere ha visto il valore della quota Fininvest (il 43,7% di Cologno) crescere a un ritmo di 8 milioni al giorno. Oggi la partecipazione di Arcore vale 800 milioni contro i 590 di tre settimane fa. Una magra consolazione visto che nel 2000 - in piena bolla Internet - per comprare la stessa partecipazione bisognava firmare un assegno di 12 miliardi.
Il giallo della corsa di Mediaset non ha ancora trovato una spiegazione convincente a Piazza Affari dove il tam-tam di Borsa oscilla tra le voci di scalatori stranieri e le (più plausibili) voci di ricoperture della speculazione, spiazzata dalla rapida inversione di rotta del titolo. I calcoli degli operatori parlano di un 10% di "scoperto" sulle azioni del Biscione a fine luglio, con molti trader costretti a comprare senza badare troppo al prezzo per chiudere le loro posizioni senza troppi danni.
L'unica certezza ufficiosa è che via Paleocapa non avrebbe operato sul mercato per arrotondare la sua partecipazione approfittando dei prezzi da saldo. Mediaset tratta comunque ora secondo Mediobanca a livelli pari a 33 volte gli utili 2012, un valore estremamente alto rispetto alla media di settore.
Eventuali mani forti in azioni sul titolo avrebbero quindi l'unico interesse strategico di affiancare Silvio Berlusconi sul ponte di comando. Chi potrebbero essere? Qui, allo stato, siamo al livello delle voci senza conferma. I candidati numeri uno a un'operazione di questo tipo - che peraltro potrebbe passare a minor costo attraverso un aumento di capitale destinato ad abbattere il debito - potrebbero essere Al Waleed e Tarak Ben Ammar, storici alleati del Cavaliere nel business delle tv.
Ma un'occhiatina al Biscione nei mesi scorsi l'ha data di sicuro anche Al Jazeera, il network della famiglia reale del Qatar che sta provando a crescere in Europa. Pier Silvio Berlusconi, a dire il vero, ha già aperto la porta ad eventuali alleanze con nuovi partner anche se in linea di principio ha detto che i negoziati sono limitati alla ricerca di un socio per le attività (in profondo rosso) della pay-tv. Un banchiere molto vicino ad Arcore getta comunque acqua sul fuoco, sottolineando che lo stato di salute di Mediaset rende un po' prematuro l'eventuale ingresso di nuovi azionisti.
L'euforia in Borsa in effetti contrasta con lo stato di salute non brillantissimo di Cologno.
L'utile del primo semestre è crollato del 73% a 43 milioni e l'azienda è stata costretta ad accelerare il piano di taglio dei costi. Difficile tra l'altro intravedere all'orizzonte l'uscita del tunnel visto che la pubblicità a luglio e agosto è crollata circa del 20%. E forse oggi qualcuno ad Arcore rimpiange il "no" alla vendita delle tv a Rupert Murdoch che nel '98 aveva messo sul piatto 6 miliardi in euro per la quota di Mediaset in portafoglio a Fininvest.
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