DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
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“C’è tanto movimento nel vostro cielo! Ed è un movimento che parla di cambiamento. Guai a tentare di confinarvi in spazi ristretti e conosciuti! Le prime due settimane del mese vi vedono in forma, proiettati verso il futuro”...
E’ l’oroscopo dell’Ariete di questo mese. Un oroscopo disegnato su misura per Vincent Bollorè che - guarda caso - è nato proprio sotto questo segno. La congiunzione astrale per il Bretone, però, più che dagli astri arriva da una serie di concomitanze terrene a lui favorevoli nella scalata a Mediaset.
La prima è stata senz’altro le dimissioni di Renzi. Con Matteo Vincent ha sempre avuto un rapporto complicato. Gli incontri fra i due sono stati - a dir poco - disastrosi. Quand’era a Palazzo Chigi gli aveva promesso mari e monti, com’era suo solito. Salvo poi non mantenere nessuna delle promesse. Dal ventilato intervento della Cassa depositi nella banda larga, poi finito all’Enel. In cambio, voleva lottizzare Telecom.
La seconda, una certa incoscienza (ad essere generosi) di Mediaset. Che non si è mai curata di difendere le basse quotazioni del titolo: livello che inevitabilmente attirava l’attenzione dei raider. In modo particolare, Fedele Confalonieri distratto dal suo “si” al referendum pensava di giocare la partita sul piano politico (poi perso) più che su quello del mercato. E per la prima volta, in casa Berlusconi si mette in discussione il suo ruolo di manager. Che Piersilvio preferisca fare altri mestieri è invece noto a tutti. A partire dal padre.
CONFALONIERI PIERSILVIO BERLUSCONI
La terza, quella a Vincent più vicina, le difficoltà personali dentro Vivendi. Già esposta con un miliardo di minusvalenza su Telecom, Bollorè cercava il colpo ad effetto (e finanziariamente vantaggioso) per un riscatto in casa. E l’ha trovato proprio in quel 20% di Mediaset messo in cascina.
Indipendentemente da come andrà a finire, la scalata a Mediaset si trasformerà in un affare per Vivendi visto che ha rastrellato titoli del Biscione a poco: salvo l’ultimo giorno. In altre parole, ha messo a zittire tutti i critici interni. E si è liberato in un colpo solo della patata bollente Premium: un business che aveva portato avanti quel genio di Piersilvio.
tarak ben ammar nabil karoui e silvio berlusconi
E chissà se prima o poi Tarek Ben-Ammar non riesca a far mettere i due contendenti intorno allo stesso tavolo. Magari con una soluzione che possa comprendere come in cambio di un patto di non belligeranza (armato) e di dialoghi con Telecom, Mediaset non possa ritirare la causa miliardaria contro Vivendi per il mancato rispetto del contratto della pay-tv. Ma solo dopo che il governo avrà considerato “strategica” la rete dei ripetitori.
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