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Gli uscieri di Finmeccanica si sentono dei fessi in buona fede. Per alcuni giorni hanno pensato che il nuovo presidente Gianni De Gennaro, appassionato di cavalli, arrivasse a piazza Monte Grappa scortato da un paio di corazzieri del Quirinale, poi hanno preso atto che il 64enne Superpoliziotto ha abbandonato i privilegi per comportarsi come gli altri manager del Gruppo. L'imbarazzo e' stato ancora piu' grande quando invece di prendere l'ascensore di sinistra riservato "prevalentemente" al vertice aziendale, il neopresidente e' salito su quello che porta ai piani dove lavorano il mite Forlani, Marco Conte, Roberto Alatri, Francesca Zanichelli e gli altri dipendenti addetti alla comunicazione e all'ufficio stampa.
Quando De Gennaro ha visto Pansa l'ha trovato di ottimo umore. L'amministratore delegato e' tornato dall'incontro di giovedi' scorso a Genova particolarmente soddisfatto perche' ha capito che le istituzioni locali (primo fra tutti l'ambiguo sindaco-portafortuna Burlando che lo ha definito "onesto e coraggioso") non alzeranno le barricate sulla vendita di Ansaldo Energia e Ansaldo STS a qualche coreano di passaggio.
Se questo avverra' Pansa potra' incassare un po' di quei milioni che gli servono per raddrizzare il bilancio. Altri quattrini, almeno 400 milioni, dovrebbero arrivare dalla cessione degli immobili che gia' nel 2011 voleva conferire alla Mittel del finanziere Arnaldo Borghesi.
Gli uscieri temono che nel progetto immobiliare finisca anche il palazzo in vetro e cemento di piazza Monte Grappa, ma si sono tranquillizzati quando sull'ultimo numero del settimanale "Il Mondo" il giornalista Pietro Romano ha spiegato con chiarezza che il quartier generale,un tempo di proprieta' della Rai, non fa parte del pacchetto.
Mentre Pansa si cala nei panni dell'immobiliarista, De Gennaro comincia a organizzarsi per indossare a pieno titolo la veste di presidente-manager. A quanto pare non ha alcuna voglia di lasciar credere che la sua nomina sia stata una sorta di risarcimento morale che Napolitano e il Governo gli hanno pagato per i 35 anni trascorsi nelle istituzioni preposte alla sicurezza. E dai primi passi non sembra nemmeno che voglia di usare la scopa per sollevare la polvere dai numerosi dossier che negli ultimi anni hanno sporcato l'azienda.
Per adesso -dicono gli uscieri- le sue priorita' sono due: ascoltare i manager che sfileranno davanti alla sua scrivania per misurare in silenzio la loro lealta', e circondarsi di collaboratori fidati, fidatissimi.
E qui si apre un capitolo molto interessante sulle scelte che "lo Squalo" (cosi' lo chiamavano i giornali) starebbe per compiere con l'obiettivo di creare intorno al suo lavoro una "cintura di sicurezza" impenetrabile anche agli occhi e alle orecchie piu' "sensibili" che sono germogliati nel palazzo per far godere i giornali e danneggiare l'immagine del Gruppo.
Nella sua infinita miseria Dagospia e' riuscita a capire che le prime scelte di De Gennaro saranno compiute a breve per portare a piazza Monte Grappa un paio di uomini ai quali affidare il coordinamento dello staff e il controllo della segreteria.
Il primo nome e' quello di Gianluca Ansalone, un ex-Finmeccanica ,assunto alle relazioni esterne da Lorenzo Borgogni e poi (per sua fortuna) distaccato al Quirinale con l'incarico di consulente per l'analisi internazionale e la sicurezza. E' un esperto di intelligence, gia' collaboratore di Rutelli ai Beni Culturali, autore di numerosi libri sulle strategie e di articoli su temi militari pubblicati sul Riformista dove non ha mai nascosto le simpatie per i "miglioristi". Non a caso si dice che il suo principale sponsor per il nuovo incarico sarebbe "prevalentemente" il Quirinale anche se De Gennaro l'ha conosciuto come collaboratore del Copasir ai tempi di D'Alema.
Secondo gli uscieri di Finmeccanica al nome di Ansalone, bisogna aggiungere quello di Tommaso Profeta, il 53enne funzionario di Polizia che dopo diversi incarichi a Palermo, Roma, Napoli e Washington, è sbarcato in Campidoglio come vicecapo di Gabinetto del sindaco dalle scarpe ortopediche Gianni Alemanno. E' l'uomo che quando Roma fu sommersa dalla neve aveva la responsabilità della Protezione Civile e fu chiamato in causa con un'indagine, abbastanza ridicola, sull'irritazione provocata ai cittadini e ai volontari dal sale antighiaccio.
Anche lui è un fedelissimo di De Gennaro ed è probabile che gli venga posto tra le mani il "filtro" della segreteria del presidente.
Tra i due personaggi, Ansalone e Profeta, quello che comunque dovrebbe avere più ruolo è il primo e questa prospettiva è motivo di profonda preoccupazione per il mite Marco Forlani che dirige le relazioni esterne e i rapporti istituzionali. All'età di 44 anni per il figlio del politico democristiano ,che dopo aver curato le relazioni esterne nell'AgustaWestland di Orsi a luglio 2011 ha preso la piena delega per l'intero Gruppo, è un momento delicato. Quando Pansa ha vinto la sua battaglia, il mite Forlani pensava di andare oltre la carica di responsabile per le relazioni esterne e i rapporti istituzionali.
Adesso il vento è cambiato e anche il suo referente principale (Pansa), sembra voler stare alla larga dalle scelte che De Gennaro compierà per traghettare la sua immagine da superburocrate a supermanager.
Il mite Forlani è consapevole del rischio che sta correndo e - sempre secondo gli uscieri - avrebbe proposto al neopresidente di prendere al suo fianco Giambattista Vittorioso, un uomo che dopo l'università a Napoli e una breve esperienza di broker nel 2006 si è curato di affari internazionali e istituzionali dentro Finmeccanica.
I dipendenti del Gruppo lo conoscono per la sua capacità di organizzare tornei di calcio aziendali. Ai tempi di Guarguaglini ,che oltre al tennis è un tifoso sfegatato della Juventus, questi tornei piacevano moltissimo come piacevano e piacciono ancora al mite Marco Forlani che ha insegnato al figlio i segreti del pallone.
C'è chi tuttavia dubita che la tattica di Forlani vada in rete. La nuova "squadra" che De Gennaro sta preparando vuole volare alto per giocare una partita con quegli ambienti americani e internazionali dove Finmeccanica ha un disperato bisogno di uscire dallo spogliatoio dopo gli scandali consumati sotto gli occhi distratti del super-ragioniere Pansa.
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