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1. SCHIAFFO BCE A GRECIA. IRA TSIPRAS: 'NESSUN RICATTO' SCHAEUBLE: 'C'È LA TROIKA'
Lo schiaffo arrivato da Francoforte con il blocco del rifinanziamento delle banche elleniche fa male ad Atene, la cui borsa subisce un crollo in avvio. Con i bond a picco, male ovviamente anche lo spread decennale titoli greci-bund, a 980 (era 902 ieri sera). Ma il ministero delle Finanze replica dicendo che la decisione Bce non ha ripercussioni, perché il sistema bancario resta protetto. Un risveglio pesante che pesa comunque anche sugli altri mercati europei, generalmente in flessione nonostante il rialzo degli ordini di fabbrica in Germania. Rialzo anche per lo spread fra Btp e Bund, al via a 126 punti.
Schaeuble, Atene deve affrontare problemi con Troika - La Grecia deve affrontare i problemi "con le tre istituzioni con cui ha affrontato il programma, la Bce, la Commissione Ue e il Fmi". Lo ha detto il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble a Berlino, in conferenza stampa a Berlino con il collega greco Varoufakis.
Varoufakis, disposti a trattare, noi chance per Ue - "Noi siamo disposti a trattare. Siamo una chance per l'Europa. Noi abbiamo grande sostegno nel popolo greco, usateci per iniziare nuovo capitolo della storia dell'UE". Lo ha detto il ministro greco Janis Varoufakis a Berlino, in conferenza stampa con Wolfgang Schaeuble.
Hollande a Tsipras,"vai a trovare Merkel,ti riceverà"- "Ho detto a Tsipras 'vai a trovare la cancelliera, perché è ciò che si deve fare quando si appartiene a una comunità. E lei ti riceverà": lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande, in conferenza stampa a Parigi. La decisione della Banca centrale europea di bloccare i rifinanziamenti ordinari alle banche greche "è legittima". Per il capo dello Stato, la mossa di Eurotower "induce greci ed europei a mettersi intorno a un tavolo".
Ue: Grecia, incertezza politica può rallentare ripresa - "L'incertezza della direzione delle politiche sta colpendo la fiducia e può danneggiare la velocità della ripresa" in Grecia. Così le previsioni economiche d'inverno della Commissione Ue, che danno il Pil della Grecia al 2,5% per il 2015 dopo l'1% del 2014
"La Grecia non fa ricatti e non li accetta". Lo ha detto, parlando alla Tv privata Mega, il portavoce del governo di Atene Gabriel Sakellaridis in riferimento agli ultimi sviluppi riguardanti la decisione della Bce di non accettare più i titoli di Stato ellenici.
"In nessun caso la decisione della Bce, di non accettare più i titoli di Stato ellenici, avrà ripercussioni negative sul sistema finanziario del Paese", è quanto sostiene in un comunicato il ministero delle Finanze greco. Il sistema bancario resta protetto tramite l’accesso alla liquidità per mezzo del Emergency Liquidity Assistance (ELA).
Weidmanm, governo ha deciso stop a Troika - "La decisione del nuovo governo greco di fermare la cooperazione con la Troika dimostra quanto sia impopolare la condivisione della sovranità nazionale con creditori stranieri". Lo ha detto il presidente Bundesbank, Jens Weidmann. "Questo dimostra quanto sia politicamente difficile accettare l'influenza europea sulle politiche nazionali".
BCE CHIUDE IL RUBINETTO A GRECIA, MA ATENE MINIMIZZA
(di Domenico Conti)
La Banca centrale europea mette al muro il governo Tsipras nel mezzo della sua offensiva anti-austerity, togliendo alle banche elleniche l'accesso alle normali aste di liquidità e giudicando il programma di salvataggio greco a rischio. Ma Atene minimizza: secondo il ministero delle Finanze la Bce sta facendo pressioni sull'Eurogruppo per raggiungere un accordo che sia positivo per tutti. E il governo sostiene che non ci sono problemi di rilievo con il settore bancario greco.
2. ALTRO SCHIAFFO AD ATENE. WEIDMANN: "NON USATE I FONDI DI EMERGENZA PER BANCHE"
(WSI) - Doppio schiaffo alla Grecia. Dopo la decisione della Bce di chiudere i rubinetti del credito alle banche elleniche, il numero uno della Bundesbank Jens Weidmann ha avvertito Atene di non utilizzare i fondi di emergenza per sostenere le proprie banche, aggiungendo che i paesi devono farsi carico delle conseguenze delle proprie azioni.
Le dichiarazioni di Weidmann seguono la decisione della Bce di non accettare più i bond sovrani detenuti dalle banche della Grecia - con rating junk - come forma di garanzia di prestiti.
La mossa della Bce implica che a questo punto la Banca centrale greca dovrà erogare alle banche decine di miliardi di euro sotto forma di liquidità di emergenza aggiuntiva nelle prossime settimane. Ma Weidmann si chiede se Atene sia libera di utilizzare questo canale di fondi, noto con la siglia ELA. E la sua è una minaccia più o meno velata, dal momento che il Consiglio direttivo della Bce può limitare l'utilizzo di questi fondi in caso di veto di una maggioranza di due terzi dei suoi membri.
"I fondi ELA dovrebbero essere assegnati solo nel breve periodo alle banche solventi", ha detto Weidmann, in un'intervista rilasciata al quotidiano finanziario Boersen Zeitung.
Parlando poi a Venezia, in occasione di un convegno sul federalismo e sulle regioni d'Europa promosso dal consiglio regionale del Veneto, il numero uno della Bundsbank ha affermato che "gli stati membri dell'Eurozona rimangono pienamente responsabili delle conseguenze delle loro decisioni fiscali prese autonomamente".
Ancora una volta, un riferimento è stato fatto al QE, rospo difficile da mandare giù.
"Come sapete, io sono scettico", ha detto. "Ho sempre pensato che non ci fosse alcuna urgenza per questa misura, non ultimo per il fatto che gli acquisti di titoli di Stato non sono strumenti di politica monetaria come i tassi di interesse, tanto per fare un esempio".Tra l'altro, "il rischio di una ampia e diffusa deflazione continua ad essere molto limitato", ha aggiunto Weidmann, confermando così l'ossessione della Germania per l'inflazione.
VAROUFAKIS SCAMICIATO E SENZA CRAVATTA CON OSBORNE
Sempre riguardo alla questione dei titoli di stato, il numero uno della Banca centrale tedesca ha lanciato quasi un appello alla commissione di Basilea per la supervisione bancaria.
La Commissione "ha un importante ruolo da giocare": dopo aver "reso più severe le regole di capitale sulle banche", deve "cambiare la regolamentazione dei titoli di Stato". Si tratterebbe a suo avviso di un "passo importante", perchè "rafforzerebbe la credibilità della clausola di non bail-out'".
Le regole internazionali, ha aggiunto critico, stabiliscono che "i bond governativi emessi da paesi avanzati nella loro moneta siano valutati come asset senza rischi"; e questo significa che "le banche non devono sostenerli con capitale e non ci sono limiti per larghe esposizioni su titoli di stato". Si tratta di un "trattamento preferenziale, che ha portato le banche a investire in bond sovrani emessi dai propri paesi piuttosto che fornire credito al settore privato".
Weidmann non rinuncia alla battaglia tesa a considerare i titoli di stato presenti nei bilanci delle banche come attivi ponderati per il rischio, invece che considerarli "risk free (senza rischi)". Infatti, al momento, le posizioni in titoli di Stato non richiedono alle banche di procedere ad accantonamenti ad hoc di capitale, per fronteggiare il rischio sovrano. Ma "l'esperienza con la Grecia amplifica le attuali discussioni e dimostra che l'assunto per cui i titoli di Stato siano privi di rischio e' falso", ribadisce il numero uno della Bundesbank. (Lna)
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