SCHETTINO INDOSSA LA DIVISA ITALIA - LA TRAGEDIA DELLA COSTA È SOLO UN MOTIVO IN PIÙ PER DIVIDERSI TRA NORD E SUD - CAPITAN NAUFRAGIO DIVENTA MATERIALE DA STRISCIONE DA STADIO: “COMANDANTE SCHETTINO???... MEGLIO CAPITAN UNCINO!!!... DA LEONE SINO AL GIGLIO... POI, SCAPPATO DA CONIGLIO!!!!” - PEGGIO DELLA GALERA! CHISSÀ CHE ARIA SI RESPIRERÀ A CASA SCHETTINO MENTRE I GIORNALI LO MOSTRANO IN VERSIONE LUMACONE DI MARE FRA BIONDE E BRUNE…

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1 - I DIFFICILI ARRESTI DOMICILIARI DI CAPITAN SCHETTINO
Franco Bechis per "Libero"

Forse gli arresti domiciliari non sono pena fin troppo dura per il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, costretto a stare fra quattro pareti di casa insieme alla consorte mentre sulla stampa ogni giorno appaiono ritratti di misteriose donne che erano in sua galante compagnia sulla nave. Nessuno si augurerebbe domiciliari sotto questo bombardamento mediatico: prima la bionda moldava, poi la misteriosa avvocatessa bionda che avrebbe fatto sparire il pc del capitano, e ancora le chiacchiere dei passeggeri inveleniti che citano una avvenente bruna a prendere l'aperitivo con il capitano.

Il povero Schettino ha però una carta di riserva: grazie all'eredità e a qualche risparmio messo da parte mentre era in navigazione, a Meta di Sorrento il capitano ha la proprietà (o comproprietà) di tre alloggi: uno da 4 vani in un vicolo, uno da 5 vani insieme alla anziana madre Maria Rosa Cafiero e ai fratelli Salvatore e Giulia, e un terzo nello stesso vicolo, proprio di fronte al primo. Se non si calmano le acque, può sempre chiedere i domiciliari in altra abitazione... (nella foto capitan Schettino fa il galante con una turista britannica nell'ultima crociera del 2011, quando ha ballato tutta la notte con gran parte delle ospiti a bordo).


2 - IL CAPITANO ALLO STADIO, SIMBOLO DELL'ITALIA DIVISA
Pierangelo Sapegno per "la Stampa"

A dire il vero, nessuno di noi voleva che finisse così, che il comandante Schettino - e proprio lui - diventasse il simbolo dell'Italia divisa, l'Italia dei gonfaloni e delle curve, del Sud e del Nord, dei giudici da stadio e degli amici ultras. Invece, ieri, nel giorno del pallone e dei tifosi, nessuno di loro si è dimenticato di farcelo ricordare.

A Siena, quelli della città del sole hanno steso uno striscione senza se e senza ma: «Comandante Schettino siamo con te. Club Napoli Meta». Su al Nord, a Novara, stadio Piola, per la partita contro il Milan, altro manifesto inequivocabile: «Comandante Schettino???... Meglio Capitan Uncino!!!... Da leone sino al Giglio... poi, scappato da coniglio!!!!».

Si vede che ci dobbiamo rassegnare. Non c'è solo Schettino che ormai farà parte per sempre della nostra vita e della nostra immagine, con i suoi ricci lungocollo e i suoi occhiali da sole, con le sue amiche moldave e tutte quelle leggende che gli stanno nascendo attorno. E' che lì dentro ora sappiamo che ci dobbiamo mettere pure tutto il bagaglio dei campanili, dei benvenuti al Sud e di giù al Nord, tutta l'Italia dei guelfi e ghibellini che non perde occasione di dividersi e farsi male.

Se Francesco Schettino era già riuscito a diventare il comandante dell'Accosta Crociere, quello che era andato a sbattere contro «uno scoglio a sua insaputa», ora sappiamo che qualcuno vuol fare di lui addirittura un emblema da territorio, senza pensare ai morti e ai dispersi che stanno ancora cercando nei fondali delle Scole. Anche nelle tragedie c'è un senso del ridicolo.

Ma a noi, dell'isola del Giglio, era rimasta impressa una scena. Due giapponesi, marito e moglie, usciti illesi dalla tragedia, circondati dai giornalisti, che vogliono sapere se sono vere le prime voci sul comandante in fuga dalla nave a picco dentro quel mare nero. Gli chiedono se gli uomini della Concordia li avevano aiutati, e lui dice «sì, erano loro che ci dicevano che cosa fare».

E c'era anche il comandante? «No, lui non l'abbiamo visto, ma avrà avuto da fare». Un cronista gli fa: «Pare che fosse già sceso dalla nave». Il marito strabuzza gli occhi: «Davvero? Da noi c'è un detto, che il comandante è l'ultimo che deve scendere dalla nave...». Guarda sua moglie che lo fissa incredula. Il giornalista abbassa il microfono, «veramente c'è anche da noi quel detto», mentre lei si mette le mani sul viso, sorridendo amara: «Ah, gli italiani...».

Ecco, non ha detto né del Nord né del Sud. Ci sono vergogne che fanno male a tutti, se sono vere. Ci sono cose che dovremmo ricordare. E altre che faremmo meglio a dimenticare. In fretta.

 

FOTO SCHETTINO DAL BLOG DI BECHISFRANCESCO SCHETTINODOMNICA CEMORTANDOMNICA CEMORTAN ITALIA CHE AFFONDA - COSTA CONCORDIASCHETTINOSCHETTINO big