DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Estratto dell’articolo di Francesco Spini per “La Stampa”
Anziché lo scontro, l'alleanza. Per mettere un punto all'intricata partita di Tim e della sua rete, Palazzo Chigi tratta con Kkr per esplorare una offerta congiunta con il fondo. E Kkr allunga la validità della sua offerta oltre la fine del mese e fino al 24 marzo proprio in seguito a «una richiesta del governo – si legge in una nota di Tim – di disporre di ulteriori quattro settimane» per effettuare «un'analisi congiunta» sull'operazione e sui poteri del governo «nel settore».
[…] Per ora si tratta solo di ipotesi, ma nessuno, a Roma, vuole un testa a testa tra Cdp e Kkr. Finora sul tavolo di Tim c'è solo una proposta di Kkr che, venerdì, […] sarà al centro del consiglio di amministrazione dell'ex monopolista. Kkr ha «confermato la propria disponibilità a continuare un dialogo costruttivo con Tim e a procedere con le attività di due diligence».
[…] L'esecutivo, come una banca d'affari […] prova a esplorare nuovi sentieri alternativi a una controfferta di Cdp, a un tratto entrata in un cono d'ombra per motivi Antitrust (pesa il ruolo di primo socio in Open Fiber) ma a quanto si racconta non solo.
In ogni caso l'idea è quella di promuovere un'offerta del fondo insieme con un veicolo dello Stato diverso dalla Cdp in maniera da non avere inciampi con l'Antitrust di Bruxelles. Stato e Kkr insieme potrebbero arrivare fino al 70%, visto che Tim per deconsolidare l'infrastruttura dovrebbe scendere al di sotto del 30%.
A Kkr, già azionista al 37,5% della rete secondaria di FiberCop, sarebbe demandata la gran parte degli investimenti per ammodernare l'infrastruttura sostituendo il rame con la fibra: un impegno da 7 miliardi.
Al termine del processo potrebbe uscire monetizzando e lasciare il controllo allo Stato, sul modello di Terna. A quel punto potrebbe subentrare Cdp, una volta risolti i nodi concorrenziali, anche conferendo Open Fiber. L'ostacolo di questo schema resta il primo socio di Tim, Vivendi, che stima il valore della rete a circa 30 miliardi, contro i 20 che sarebbero sul tavolo anche nelle nuove ipotesi allo studio. […]
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