DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Marcello Zacchè per "Il Giornale"
«Sei un incapace». «Tu un pregiudicato». «Andresti dimenticato». «Mavalà che non sei nemmeno italiano». Rissa da cortile? No, è alta finanza.
Sono alcuni passaggi estrapolati dalle legnate (verbali) che ieri si sono tirati addosso il 79enne Carlo De Benedetti e Marco Tronchetti Provera, di 15 anni più giovane. Ovvero, rispettivamente, il presidente del gruppo Espresso e quello della Pirelli.
Come nelle gazzarre di classe, quando arriva il maestro, va prima chiarito: chi ha iniziato? E qui ci sono pochi dubbi, è stato l'Ingegnere: poco dopo le 9 intervistato da Giovanni Minoli ai microfoni di «Mix24» dove si parlava della storia dell'Olivetti ( mentre andava in onda fino a ieri sera lo sceneggiato Rai sulla vita di Adriano Olivetti), De Benedetti ha ricostruito la fine dell'azienda di Ivrea (di cui era azionista di maggioranza) attaccando duramente prima Roberto Colaninno, poi Tronchetti. Al primo ha contestato di avere utilizzato l'Olivetti, «l'azienda più liquida d'Italia»per l'Opa«che firmò la fine della Telecom». La distruzione «fu poi conseguita con grande intensità e incapacità da Tronchetti».
Nel pomeriggio arriva dalla Bicocca, puntuale e tagliente, la replica: «Se anche io raccontassi la storia delle persone attraverso i luoghi comuni, potrei dire che l'ingegner De Benedetti è stato molto discusso per certi bilanci Olivetti, per lo scandalo legato alla vÂendita di apparecchiature alle Poste, che fu allontanato dalla Fiat, coinvolto nella bancarotta del Banco Ambrosiano, che finì dentro le vicende di Tangentopoli. Invece non lo faccio perché sarebbe sbagliato».
Espediente dialettico che scatena una nuova reazione: «Tronchetti anziché esercitarsi in esercizi di dozzinale retorica, che contiene anche falsità , con le sue sconsiderate decisioni ha distrutto miliardi di valore per gli azionisti Pirelli».
Concludendo che «se c'è una persona a cui converrebbe essere dimenticato per la sua avidità e incapacità è proprio Tronchetti ». Partita chiusa? No, anzi: il colpo finale arriva poco dopo ed è un Ko: «Io sono italiano, tu sei svizzero», dice il numero uno di Pirelli, in riferimento alla cittadinanza onoraria che da tempo consente a De Benedetti di pagare le imposte sul reddito nella Confederazione: «à evidente che io e De Benedetti non parliamo la stessa lingua, come è normale possa succedere tra un cittadino italiano e un cittadino svizzero. Rimango disponibile a un confronto pubblico, ovviamente in territorio neutrale».
Fine della storia. Per il capitalismo italiano non una bella pagina. Nessuno ci giganteggia. Ma a maggior ragione non è credibile che qualcuno, in questo caso l'Ingegnere, possa ergersi sugli altri per castigare o dare alcun tipo di lezione.
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