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MA CHE BELLA SINERGIA, IA IA OH! - LE SINERGIE COMMERCIALI TRA POSTE E TIM SONO RIMANDATE AL 2028 PER EVITARE RICORSI AL TAR DA PARTE DEI CONCORRENTI – POSTE NON PROPORRA' NEI PROPRI CANALI DI VENDITA OFFERTE IN BUNDLE CON SERVIZI DI TELECOMUNICAZIONI FISSE O MOBILI DI TIM PER L'INTERA DURATA DELL'ATTUALE PIANO INDUSTRIALE 2024-2028: PER IL MOMENTO, GLI OLTRE 45 MILIONI DI CLIENTI DI POSTE E I SUOI OLTRE 12 MILA PUNTI FISICI NON SARANNO FUNZIONALI A MIGLIORARE I CANALI DI OFFERTA DI TIM SU BASE DOMESTICA. LA CAPILLARITÀ DI POSTE AVREBBE GARANTITO AMPI MARGINI DI CRESCITA ALL'EX MONOPOLISTA: UNO SCENARIO CHE PREOCCUPAVA I COMPETITOR E SU CUI L'ANTITRUST AVREBBE POTUTO APRIRE UN'ISTRUTTORIA…

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Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “la Stampa”

 

MATTEO DEL FANTE

Le sinergie tra Poste e Tim sono rimandate al 2028. Almeno per quanto riguarda quelle commerciali. E poco importa che la partecipata statale guidata da Matteo Del Fante sia diventata il primo azionista dell'ex monopolista con il 24,8% del capitale. Sul fronte industriale, invece, è in dirittura d'arrivo l'accordo per «spostare il traffico di PosteMobile sulla rete Tim, cosa che dovrebbe avvenire nel 2026». Tuttavia, la trattativa era cominciata già prima dell'ingresso di Poste nel capitale del gruppo tlc.

 

pietro labriola tim iliad

A mettere tutto nero su bianco è l'Antitrust che prendendo atto degli impegni della società guidata da Del Fante ha autorizzato l'ingresso in Tim «senza condizioni» e senza «procedere all'avvio dell'istruttoria», in quanto l'operazione «non ostacola in misura significativa la concorrenza effettiva nei mercati interessati e non comporta la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante».

 

Al netto dei possibili ricorsi al Tar da parte dei concorrenti, quello che emerge dal provvedimento dell'Authority è che «Poste non ha intenzione di proporre nei propri canali di vendita offerte in bundle con servizi di telecomunicazioni fisse o mobili di Tim per l'intera durata dell'attuale piano industriale» 2024-2028. A spiegarlo è la stessa società rispondendo - lo scorso 6 luglio - a un quesito dell'Antitrust proprio sul piano industriale.

 

MATTEO DEL FANTE 2

Tradotto, almeno per il momento, gli oltre 45 milioni di clienti di Poste e i suoi oltre 12 mila punti fisici non saranno funzionali a migliorare i canali di offerta di Tim su base domestica. D'altra parte la capillarità di Poste, anche nei piccoli comuni, avrebbe garantito ampi margini di crescita all'ex monopolista: uno scenario che preoccupava, non poco, i competitor e su cui l'Antitrust avrebbe potuto aprire un'istruttoria.

 

A di fronte all'Antitrust gli operatori di tlc ha rilevato che il primo effetto dell'operazione sarebbe l'accesso per Tim «alla rete distributiva di Poste che si aggiungerà ai punti vendita» tradizionali per rafforzerebbe la posizione della società.

 

pietro labriola 1

La mossa di Del Fante, quindi, ha anticipato ogni tipo di provvedimento. Il mercato, però, non sembra preoccuparsi troppo: da quanto Poste ha investito in Tim il titolo della società guidata da Pietro Labriola è salito da 0,29 a 0,44 euro; mentre la partecipata pubblica è cresciuta dai 16 euro di marzo a superare quota 20 euro proprio nell'ultima seduta della settimana.

 

A tranquillizzare l'Antitrust sono anche i dati relativi alle quote di mercato di Tim: sulle utente fisse, considerando nel perimetro anche PostePay i volumi sono calati dal 43,5% del 2022 al 39,7% dell'anno scorso. «L'attenuazione del potere di mercato di Tim - scrive l'Authority per la concorrenza - è confermata, in particolare, dalla sua limitata capacità di acquisire nuovi clienti.

 

Dai dati forniti dalle Parti emerge che la quota dei nuovi clienti in entrata è rimasta stabilmente al di sotto del 35%, già a partire dal 2019 e, nel 2024 si è attestata su valori persino più bassi» inferiori al 25 per cento.

 

poste italiane

Inoltre, tra il 2021 e il 2024, Tim «ha registrato flussi di clienti in uscita costantemente superiori a quelli in entrata; in particolare, nel 2024, in confronto al 2023, Tim ha registrato un flusso netto di clienti peggiore del mercato. In questo contesto, la posizione di Tim appare altresì indebolita dalla recente dismissione della rete fissa di accesso».

 

L'Autorità entra poi nelle dinamiche del settore rilevando come siano i prezzi a spostare i clienti: «Pur beneficiando della propria capillare rete di sportelli, Poste, che è attiva nel mercato della telefonia fissa dal 2017, è riuscita a raggiungere soltanto una quota intorno al 2%». E d'altra parte tra il 2020 e il 2024 i prezzi dei servizi di tlc sono calati del 10%, mentre tutte le utility sono cresciute: dal +18% dell'acqua al +79% dell'energia.

 

In uno scenario del genere, con sinergie commerciali rinviate di almeno tre anni e con i prezzi in caduta libera, l'unica via d'uscita industriale passa per il consolidamento del settore. E l'unico accordo possibile - proprio per ragioni di Antitrust - è quello tra Tim e Iliad. Tuttavia, le parti non si parlano da aprile […]