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1. FERROVIE E RAI FANNO SLITTARE LE NOMINE DI CDP
Alessandro Barbera per la Stampa
Mentre i riflettori dei media sono accesi su confini e migranti, fra Lega e Cinque Stelle continua il braccio di ferro sulle nomine nelle aziende pubbliche. Il segnale più evidente è il probabile rinvio dell' assemblea che a fine mese avrebbe dovuto decidere i nuovi vertici della Cassa depositi e prestiti. Più che un problema in sé, la madre di tutte le nomine è finita in un gioco più grande che ormai coinvolge il futuro della televisione pubblica e delle Ferrovie.
Pur fra i mal di pancia di alcuni, il numero uno delle Fondazioni bancarie Giuseppe Guzzetti ha prenotato la poltrona di presidente per l' ex Mps e sottosegretario al Tesoro Massimo Tononi. Al momento i candidati più forti per la guida operativa restano il vicepresidente della Banca europea per gli investimenti, Dario Scannapieco, e il direttore finanziario della stessa Cdp Fabrizio Palermo: potrebbero essere nominati rispettivamente amministratore delegato e direttore generale.
In questo schema resterebbe fuori Massimo Sarmi, già numero uno di Poste e della società che controlla l' autostrada Milano Serravalle. Qui sorgerebbe il primo problema: nell' universo leghista la determinazione a trovare una collocazione a quest' ultimo è fermissima.
La poltrona delle Ferrovie è un boccone ghiotto: lo scorso 2 giugno il pubblico ministero di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio di Renato Mazzoncini per truffa ai danni dello Stato in una vicenda di contributi pubblici erogati a Busitalia, la società di cui era ai vertici prima di approdare alle Fs.
Ma nonostante il problema di onorabilità che ne consiglia la rimozione (il Tesoro ne avrebbe chiesto le dimissioni) e la nota fede renziana, Mazzoncini è un esperto del settore. Dopo la lunga stagione di Mauro Moretti e la concorrenza sempre più agguerrita di Italo (ora controllata dal fondo americano Global Infrastructure Partner), il successore dovrà essere altrettanto avvezzo alla materia. La faccenda Rai è ancor più ingarbugliata e, una volta scelti presidente, direttore generale e consiglio di amministrazione, sarà il turno di direttori di rete e di testate giornalistiche.
Ecco perché l' Assemblea dei soci di Cdp, convocata per domani, si limiterà ad approvare il bilancio del 2017 (va fatto entro 180 giorni dalla sua chiusura) e rinvierà le nomine. L' attesa non sarà lunghissima: nel governo c' è la volontà di chiudere il pacchetto al più tardi per metà luglio. Molto dipenderà anche dall' azionista per legge - il ministro del Tesoro Giovanni Tria - nella non facile condizione di mediatore fra i due azionisti veri, quelli della maggioranza.
Twitter @alexbarbera
2. DI MAIO,NOMINE CDP CON MISSIONE STOP DEBITI PA-IMPRESE
(ANSA) - "Sarà molto importante lavorare in tandem nel rapporto dei debiti della P.a. con le imprese anche" con "strumenti come Cassa depositi e prestiti. Dobbiamo necessariamente pagare e onorare i nostri debiti o non avremo nessuna credibilità. Le nomine che si andranno a fare nei prossimi giorni in aziende importanti come Cdp saranno occasione per individuare una mission: lavorare per ridurre ed eliminare i debiti che lo Stato ha e che ha portato al fallimento di tante imprese". Lo dice Luigi Di Maio a Confartigianato.
3. CDP E LEONARDO-FINMECCANICA, ECCO COME DI MAIO SFIDA GUZZETTI (E NON SOLO)
Michele Arnese per www.startmag.it
Le fondazioni bancarie rappresentate dall’Acri di Giuseppe Guzzetti frenano su interventi di sistema tramite Cassa depositi e prestiti, ma il vicepremier Luigi Di Maio evoca e invoca proprio gruppi controllati o partecipati dal Tesoro come Cdp e Leonardo-Finmeccanica per operazioni come il salvataggio e il rilancio dell’ex Bredamenarinibus.
Ecco che cosa ha detto il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro parlando con i cronisti fuori dai cancelli dell’ex Bredamenarini, ora Iia (Industria italiana autobus), la newco nata il 1° gennaio 2015 dalle ceneri di Irisbus e Bredamenarinibus.
“Se ci sono aziende che vanno bene e oggi se ne abusa facendo produrre all’estero quello che si dovrebbe produrre qui, allora l’Italia e i lavoratori italiani vengono prima di tutto. Se fino ad ora non si è stati in grado, con il socio che hanno fatto entrare, di produrre in Italia, allora lo Stato dovrà intervenire con strumenti come Invitalia, Cdp, Finmeccanica per mantenere il lavoro in Italia e il lavoro ai lavoratori italiani”, ha detto il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio.
“Sapere che un’azienda come questa ha circa 700 commesse, ha lavoro per 700 veicoli e non glielo fanno fare”, ma lo fanno realizzare “in Turchia, nonostante qui ci sia stato un tavolo in cui è intervenuto lo Stato, è uno schiaffo a tutti coloro che non hanno un lavoro in Italia e a tutti quelli che lavorano qui dentro e ora sono in una situazione di precarietà e incertezza”, ha sentenziano il leader pentastellato: “Questo stabilimento è direttamente collegato a quello di Avellino ed entrambi risentono del paradosso per cui c’è lavoro, ma non si è in grado di realizzarlo perché il socio non sta facendo gli investimenti”.
Una stilettata non proprio indiretta al presidente e amministratore delegato della società, Stefano Del Rosso, oggetto di critiche nelle scorse settimane da esponenti del Movimento 5 Stelle per i mancati investimenti che erano stati annunciati dall’azienda. Del Rosso rispose così al deputato M5S, Generoso Maraia: “Ha pronunciato insulti, menzogne, e le ha diffuse a mezzo Facebook e sulla stampa nei confronti della direzione di IIA. Il tutto è avvenuto nel silenzio dei rappresentanti sindacali presenti. Questo è stato un vero peccato”.
“Se il socio non è in grado di investire – ha detto Di Maio – siccome nei prossimi anni noi vogliamo invece investire in trasporto pubblico locale e in settori strategici come quello della mobilità urbana, allora lo Stato farà un investimento in questi stabilimenti”.
La vicenda ex BredaMenarinibus sarà approfondita con i tecnici del Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico il prossimo 6 luglio a Roma.
Nelle scorse settimane, Invitalia (la spa pubblica guidata dall’ad, Domenico Arcuri, di nomina renziana) si è detta impossibilitata ad entrare nel capitale dell’azienda, ma disponibile ad intervenire nei confronti di Iia con un fondo controllato proprio da Invitalia e costituito per aiutare le aziende del Mezzogiorno. L’erogazione di tale fondo però è legata alla presenza di almeno un investitore privato al fianco di Industria italiana autobus.
CLAUDIO TESAURO INVITALIA CON DOMENICO ARCURI
Ma ora Invitalia, così come Cdp e Leonardo (ex Finmeccanica), è caldamente invitata a riflettere sul dossier. Un auspicio o un invito come nel caso di Alitalia?
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