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FLASH! - OGNI GIORNO, UNA TRUMPATA: NON SI SONO ANCORA SPENTE LE POLEMICHE SULL'IDEA DI COMPRARSI…
PARTERRE
Da "Il Sole 24 Ore"
1-SORGENIA, L'APERTURA A CIR E VERBUND
Alla fine l'attesa risposta delle banche alla lettera di Cir è arrivata. I toni, pacati e in linea con la missiva della holding, e i contenuti lasciano intendere che a breve si potrebbe davvero entrare nella fase finale della trattativa. Cir chiedeva di aprire un tavolo per discutere alcuni punti della proposta degli istituti su cui è sostanzialmente in disaccordo, a partire dall'aumento di capitale da 400 milioni, a servizio della conversione del debito, iperdiluitivo per gli attuali soci visto che considera il patrimonio netto pari a zero.
Le banche, nella propria replica (inviata anche a Verbund), si dicono sì pronte ad aprire un tavolo quanto prima, ma precisano che il patrimonio netto di Sorgenia è negativo, altrimenti non si spiegherebbe il debito in eccesso di 600 milioni. Chiarito questo concetto, gli istituti sottolineano che gli incontri con il gruppo energetico per la definizione del piano di ristrutturazione proseguono in modo "costruttivo" e che è stato creato uno steering committee bancario, comprendente Mps, UniCredit, Intesa, Ubi, Bpm, Banco Popolare e Portigon, che d'ora in poi gestirà le trattative con Cir, ciascuna parte supportata dai proprio advisor.
La sensazione, insomma, è che il negoziato sia arrivato alla stretta finale e c'è chi non esclude che le banche possano aprire uno spiraglio sulla valutazione, oggi al nominale, dei crediti nei confronti di Sorgenia. Nessuna apertura, invece, da parte degli istituti al possibile acquisto del 46% di Verbund. (Ch. C.)
Da "Il Sole 24 Ore"
2- BOFA SBAGLIA I CONTI E BLOCCA BUYBACK E CEDOLA
Un errore di calcolo. Bank of America, come se le reputazione delle banche post-crisi ancora non soffrisse più dei loro profitti, è stata costretta a sospendere piani di buyback da 4 miliardi e aumenti del dividendo davanti alla scoperta di aver sbagliato i conti sui livelli di capitale. Sconcerto desta anche il fatto che sia stata la banca ad accorgersene, non le autorità : Bofa ha riferito l'errore alla Federal Reserve, autrice degli stress test, che a quel punto ha chiesto all'istituto di ripresentare i piani in 30 giorni.
Saranno, ha avvertito la banca, meno generosi di quanto inizialmente proposto. L'errore è infatti emerso in titoli del debito emessi da Merrill Lynch prima che venisse assorbita da Bofa. Erano stati sopravvalutati e, anche se la banca resta sopra i requisiti minimi stabiliti dalla Fed, hanno esagerato la qualità delle risorse. Wall Street ha rifatto a sua volta i conti, questa volta sulle quotazioni di Bank of America: hanno perso il 6,5 per cento. (M. Val.)
Da "Il Sole 24 Ore"
3- LE RINNOVABILI ITALIANE A NOZZE CON LO SCEICCO
Brilla il sole di Abu Dhabi sulle rinnovabili italiane. Mentre i compatrioti di Etihad trattano su Alitalia, lo sceicco Khalid Bin Ahmed Al Hamed stringe un nuovo accordo con una small cap «verde» di Piazza Affari. Se a dicembre la prescelta era K.R.Energy, ora tocca all'umbra TerniEnergia che avrebbe appena firmato un accordo di joint-venture per la creazione di una nuova società con sede ad Abu Dhabi partecipata al 51% da Khalid Al Hamed Group.
L'accordo prevede, oltre alla generazione di energia, anche uno sbarco nel settore dei rifiuti (soprattutto negli pneumatici fuori uso), dove il gruppo umbro è attivo da tempo. Del resto, come avvenuto nel caso di altre società «green» italiane sbarcate in Medioriente, anche il secondo matrimonio italiano di Al Hamed è tutto di interesse: le small cap di Piazza Affari trovano uno sbocco internazionale dopo la fine degli incentivi in patria e gli sceicchi diversificano sul «verde» un po' di petrodollari. (G.Ve.)
Da "Il Sole 24 Ore"
4- BPM E GLI EXTRA-COSTI DI UN VERTICE AL DEBUTTO
L'aumento di capitale da 500 milioni che la Bpm lancerà sul mercato da lunedì prossimo si concluderà , con ogni probabilità , con successo. Sulle banche italiane infatti continua a spirare un vento favorevole da parte degli investitori esteri. Ed è probabile che anche la Bpm, pur con le sue eterne anomalie, non farà eccezione.
à un peccato però, soprattutto per i suoi azionisti, che la banca debba con ogni probabilità offrire un extra-sconto sulle azioni di nuova emissione. Il mercato era disposto a «pagare» per una revisione della governance più aperta agli investitori, che invece l'assemblea ha bocciato. I conflitti tra i due consigli andranno così a pesare ancora sul portafoglio dei vecchi soci. Destinati a restare nell'eterna attesa di una svolta che in Bpm, anche con un vertice appena nominato, non arriva mai. (Al.G.)
Da "Il Giornale"
1- CNH INDUSTRIAL E I CONTI USA CHE NON TORNANO
Scivolone a stelle e striÂsce per Cnh Industrial. La fuÂsione tra Fiat Industrial e Cnh e la quotazione in Usa hanno giocato un brutto scherzetto «contabile» alla giovane realtà .
L'effetto sui bilanci passati (2013 e 2012) dell'adozione dei criteri di computo americani detti «Us Gaap» ha rivelato un imÂpatto negativo a livello di utiÂle operativo di circa il 16% e del 23% a livello di utile netÂto. In soldoni, gli analisti parÂlano di un effetto di 100 miÂlioni di dollari a livello di fatÂturato e di 270 milioni sul profitto netto.
Ma poco maÂle, se ieri Cnh ha lasciato sul terreno l'1,4%, gli analisti concordano nel ritenere che il gruppo si riscatterà con i conti del primo trimeÂstre 2014. La prova del nove, dunque, è rimandata all'8 maggio insieme al nuovo piano industriale.
Da "Il Giornale"
2 - DIXAN NON LAVA MEGLIO DI DASH E SCATTA LA MULTA
Dash e Dixan pari sono. I due detersivi per lavatrice, che da anni si combattono a colpi di spot, in sostanza laÂvano allo stesso modo. Alla faccia del «Nuovo Dixan» che, secondo la pubblicità , «rimuove le macchie meÂglio del principale concorÂrente già alle basse temperaÂture ». L'ha stabilito, test scientifici alla mano, l'AntiÂtrust, che ha quindi multato Henkel Italia (Dixan), per aver puntato su una pubbliÂcità comparativa illecita, vaÂle a dire una pratica commerÂciale scorretta, con una sanÂzione da 50mila euro. Del reÂsto, l'anno scorso lo stesso destino era toccato a Procter & Gamble (Dash) e ai suoi spot «un nostro misuÂrino vale uno e mezzo del concorrente»: quella volta l'Antitrust ha colpito duro, comminando una multa da 100mila euro.
Da "Il Giornale"
3 - ACQUISTO DI BOND DRAGHI CI RIPENSA
Contrordine, il quantitative easing, ovvero l'acquisto di bond da parte della Bce, resta un'«opzione sul tavolo», ma «non per l'oggi né per il domani».
à un'altra musica quella che Mario Draghi ha suonato ieri davanti ai parlamentari tedeschi, in un incontro a porte chiuse a Koenigswinter. Nelle scorse settimane, il numero uno dell'Eurotower aveva invece lasciato intendere che erano alle porte interventi non convenzionali di politica monetaria per scongiurare il rischio deflazione
Niente quorum, l'assemblea d i Monte Paschi slitta a oggi
Da "Il Giornale"
4 - L'ASSEMBLEA DEL MONTE PASCHI SLITTA A OGGI
In seconda convocazioÂne. Una novità per Siena, legata alla vendita d i gran parte della parteciÂpazione da parte della Fondazione MontePaschi.L'entediPalazzoSanÂsedoni ieri mattina s i era presentaÂto all'assise da solo con il 9% resiÂduo.
La partecipazione della FondaÂzionÂe presieduta da Antonella ManÂsi è peraltro destinata a scendere al 2,5navoltaottenute leautorizzaÂzioni d i ministero del Tesoro e BanÂca d'Italia al patto parasociale con gli alleati sudamericani Btg Pactual e Fintech, che rileveranno da PalazÂzo Sansedoni il 6,5 % di Mps.Al presiÂdente, Alessandro Profumo, non quindi è rimasto che dare appuntaÂmento a oggi.
Assente anche Beppe Grillo,che aveva detto di voler parteÂcipare all'assise. I soci di Mps devoÂno approvare il bilancio ma sarà anÂche l'occasione per testare l'umore della base sull'aumento di capitale maggiorato da 3 a 5 miliardi.
AVANZO DI 42 MILIONI PER LA FONDAZIONE CRT
R.E. per "La Stampa"
Via libera dal Consiglio di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (Crt) al bilancio consuntivo 2013, che si chiude con un avanzo in crescita a 42 milioni di euro (12 milioni di euro nel 2012), anche se il risultato «risente ancora del notevole sostegno patrimoniale fornito negli ultimi anni alla banca conferitaria Unicredit».
La Fondazione guidata dal direttore generale Massimo Lapucci è riuscita, spiega una nota «a ridurre l'indebitamento» e «gli oneri finanziari» connessi al sostegno dato a Unicredit. Il 2013 si è chiuso con un patrimonio netto contabile superiore a 2 miliardi e investimenti superiori a 3 miliardi (2,4 miliardi nel 2012). La Crt ha confermato il sostegno al territorio rendendo disponibili per interventi istituzionali oltre 41 milioni.
Con le erogazioni deliberate nel 2013, le risorse assegnate all'attività istituzionale dal 1992 a oggi superano 1,5 miliardi ed il fondo di stabilizzazione delle erogazioni è di 127 milioni.
R.E. per "La Stampa"
2 - ELECTROLUX, SINDACATI DIVISI SULLA DEFISCALIZZAZIONE
Si torna a ridiscutere il 5 maggio tra Electrolux e sindacati, perché non c'è accordo sul piano per i 4 stabilimenti italiani. L'azienda ha presentato il piano della defiscalizzazione governativa, che sconta 1,20 euro all'ora lavorata, ai quali andrebbero aggiunti 1,80 euro dell'efficientamento (più produttività e meno pause) per evitare la delocalizzazione.
Su questa voce è emersa divergenza tra i sindacati: più morbidi i nazionali, mentre per le Rsu il sacrificio sarebbe troppo pesante. Ieri è intervenuta anche la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani: «à importante che il piano industriale di Electrolux tenga conto anche delle sollecitazioni dei lavoratori, soprattutto in merito alla quantità della produzione.
Li preoccupa e ci preoccupa il fatto che i pezzi da produrre da qui al 2017 siano, a Porcia, soltanto 750 mila l'anno». Serracchiani ha anche annunciato che il primo maggio sarà a Pordenone con i lavoratori Electrolux.
R.E. per "La Stampa"
3 - CAMICISSIMA VA IN CINA 440 NEGOZI ENTRO IL 2019
Camicissima avrà 440 punti vendita entro la fine del 2019 in Cina. Il gruppo italiano ha firmato un accordo distributivo con la cinese Zhejiang Baoxiniao Garment, che lo porterà a crescere nel Paese orientale in cui è entrato nel 2012.
A oggi Camicissima e il suo partner hanno aperto in Cina 15 negozi; secondo quanto concordato, nel 2014 saranno aperti altri 35 punti vendita, 45 nel 2015, 60 nel 2016, 80 nel 2017, 100 nel 2018 e 120 nel 2019. L'accordo siglato oggi prevede anche la concessione alla società cinese, tra le maggiori nella produzione e vendita di abbigliamento, dei diritti di distribuzione del marchio italiano in esclusiva per 25 anni, oltre alla gestione del canale dell'ecommerce.
Fabio Candido, presidente di Fenicia (cui fa capo Camicissima): «Vogliamo incrementare la percentuale di prodotto realizzata in Italia, contribuendo a esportare il gusto italiano in un mercato importante come quello cinese»
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