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Dal “Corriere della Sera”
Qualche cliente dell’iPhone 6 si chiede se il nuovo maxicellulare gli entra in tasca o se il sistema operativo iOS 8 ha falle significative. Il governo Usa, invece, ha altre preoccupazioni: quello della Apple è solo il primo di una nuova generazione di terminali digitali «blindati»: non più intercettabili non solo dai servizi segreti, ma anche dalla polizia a caccia di criminali.
L’allarme è scattato una decina di giorni fa, quando Apple ha annunciato che la sua nuova piattaforma di comunicazione è dotata di un sistema di criptaggio che, attivato dall’utente, non può essere scavalcato nemmeno dall’azienda. L’Amministrazione Obama si è mossa subito, dietro le quinte, ma senza risultati.
Così ieri, dopo che anche Google si è messa sulla scia di Apple (la prossima versione di Android non sarà intercettabile da nessuno), il direttore dell’FBI ha deciso di battere i pugni sul tavolo: «Capisco i timori di troppi controlli — ha detto il capo dei "federali", James Comey — ma l’idea che qualcuno possa vendere un armadio vantando, come strategia di marketing, che nessuno potrà aprirlo nemmeno se c’è di mezzo il rapimento di un bambino e l’ordine di un giudice, è grave e insensato».
Gli eccessi dello spionaggio tecnologico della NSA denunciati da Snowden erano destinati prima o poi a provocare una reazione, di questo le autorità erano consapevoli. Ed era prevedibile che le aziende del web avrebbero cercato di proteggere la «privacy» degli utenti: per loro la fiducia del mercato è importante quanto e forse più della tecnologia. Solo che ora gli eccessi dello spionaggio vengono pagati anche da chi combatte quotidianamente contro il crimine.
Incalza Comey: «Verrà il giorno in cui avere accesso ai dati di questi cellulari sarà essenziale per sventare un attentato o catturare un rapitore. Non voglio aspettare di trovarmi in una situazione simile». Il confronto dell’FBI con le due aziende è già iniziato.
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