DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
1.CAMUSSO, RENZI CHIUDE A SINDACATI NON A CONFINDUSTRIA
(ANSA) - "Abbiamo registrato che il governo non pensa di avere relazioni con le organizzazioni sindacali", dice la leader Cgil, Susanna Camusso, a 'In mezz'ora' su Raitre. Non ascolta nessuna parte sociale? "Non credo sia così - risponde Camusso - Da Confindustria riceve documenti e ne recepisce i suggerimenti".
2.CAMUSSO: TELEFONATO A RENZI, RISPONDONO SEGRETARIE GENTILI
(ANSA) - Ha mai cercato un confronto diretto con il premier Renzi, gli ha mai telefonato? "Qualche volta sì. Lo abbiamo fatto anche per invitarlo al nostro congresso, poi la risposta è arrivata formalmente per lettera", risponde la leader Cgil Susanna Camusso, ospite di Lucia Annunziata a "in mezz'ora" su RaiTre. Telefonate, spiega, fatte chiamando "il centralino di Palazzo Chigi". Come è andata, avete mai parlato direttamente? "...ci sono sempre segretarie molto gentili che rispondono".
3.CAMUSSO, SU ADDIO BONANNI IN CISL PESA CONCERTAZIONE NEGATA
(ANSA) - Sulla scelta di Raffaele Bonanni di lasciare il vertice della Cisl pesa anche la difficoltà "politica" di un sindacato che aveva basato la sua azione "su una idea solo, quella della concertazione che negata da questo governo ma anche prima". "Da tempo diciamo che la concertazione non è un fine, può essere un mezzo", il sindacato non deve soffrire "l'ansia da mancata sponda della politica", dice.
4.JOBS ACT: CAMUSSO, DIREZIONE PD? POSIZIONE CGIL NON CAMBIERÀ
(ANSA) - "Non credo che ci siano molte possibilità che la direzione del Pd decida qualcosa in linea con la piattaforma della protesta della Cgil, pensiamo che dobbiamo continuare la nostra iniziativa".
5.PD:BERSANI,RENZI STIA SERENO,ESCLUSO RISCHIO SCISSIONE
(ANSA) - "Stia tranquillo, Renzi, stia sereno": così l'ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani ha commentato, a margine del voto per le primarie del centrosinistra, le parole di Renzi alla vigilia della direzione del partito in Emilia-Romagna. Bersani ha escluso un rischio scissione nel partito: "non esiste proprio", ha detto.
A giudizio di Bersani - alla vigilia di una direzione del Pd agitata anche dalle pariole di Pippo Civati che ha paventato un rischio scissione in caso di abolizione dell'articolo 18 - "bisogna rispettare le opinioni, non si può dire prendere o lasciare, chi ha responsabilità di dirigere deve cercare una sintesi, a casa tua cerchi una sintesi ... Prendere o lasciare sull'articolo 18? Non esiste.
C'è il Parlamento - ha aggiunto l'ex segretario del Pd - c'è un gruppo di emendamenti che sono stati presentati al Senato, tutti secondo me assolutamente ragionevoli". A questo punto ciascuno si prenda le sue responsabilità, io continui a pensare che il Pd vada preservato e che anche il Governo vada preservato, ma che bisogna fare ogni sforzo su un tema così delicato per trovare la miglior sintesi, percorriamo una strada molto stretta e difficile".
6.LAVORO, SHOWDOWN NEL PD L’ATTACCO DI D’ALEMA E BERSANI CGIL: POSSIBILE SCIOPERO GENERALE
Giovanna Casadio per “la Repubblica”
SUSANNA CAMUSSO LUCIA ANNUNZIATA MAURIZIO LANDINI
Domani lo showdown nel Pd. E il 25 ottobre la manifestazione della Cgil. Jobs Act e articolo 18 sono la trincea della sinistra e del sindacato. Che sfidano Renzi. Lo fa Susanna Camusso minacciando lo sciopero generale se la riforma del lavoro, in discussione al Senato, procedesse per decreto.
La segretaria Cgil con la Fiom di Maurizio Landini dà appuntamento intanto in piazza San Giovanni a Roma, la piazza operaia, la piazza della sinistra, di cui negli ultimi due anni si è appropriato Grillo. «Sarà l’inizio di una stagione di mobilitazione », avverte Camusso e gli fa eco Landini: «Non accettiamo peggioramenti dei diritti». È l’inizio dell’autunno caldo.
MAURIZIO LANDINI SUSANNA CAMUSSO
Ma il primo assaggio del braccio di ferro sul lavoro sarà domani nella direzione Pd convocata alle ore 17. Anche se si è tentato, e ancora si cerca, di ricucire e mediare, lo scontro sembra inevitabile. Nel sabato della vigilia di direzione, ci sono molti mediatori in azione. Gianni Cuperlo sente il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, il vice segretario Lorenzo Guerini.
Colloqui intrecciati, nessuna novità. L’unica cosa certa è che in direzione non mancherà la “vecchia guardia”, Pierluigi Bersani, Guglielmo Epifani, Massimo D’Alema contro cui Renzi si è scagliato. Tutti schierati, tutti pronti a dare battaglia. D’altra parte, dice Pippo Civati, è «un momento veramente pericoloso per il Pd». Civati ha proposto a Rosy Bindi, Cuperlo, Stefano Fassina e ai bersaniani che già si sono riuniti alcuni giorni fa, un documento da presentare in direzione.
Il pressing su Renzi perché si convinca a un compromesso è forte. Filippo Taddei, il responsabile Economia della segreteria e Guerini provano a individuare alcune proposte di su cui trovare un’intesa. Già ci sono tre emendamenti di Francesco Verducci, area “giovani turchi”, concordati con il governo e che portano a casa qualche modifica. Ma per Fassina ad esempio, il copione della direzione è purtroppo scritto: liturgia in streaming e auto celebrazione del capo.
Lorenzo Guerini e Guglielmo Epifani
Se ci fossero stati spiragli - è il ragionamento dell’ex sottosegretario all’Economia - non ci sarebbero state le porte sbattute in faccia a ogni richiesta. La sinistra derenzizzata ha chiesto l’incontro con il segretario prima della riunione e soprattutto vorrebbe che l’ordine del giorno prevedesse Jobs Act e legge di stabilità. «È insensato non tenere insieme la discussione su lavoro e legge di stabilità - insiste Fassina - Perché non si può fare un intervento sull’articolo 18 senza sapere quali sono le risorse a disposizione. Il rischio è una saldatura con la destra perché non si tratta di riforme istituzionali ma del cuore del programma del governo».
Renzi è forte di un assist che arriva anche dai vescovi. Angelo Bagnasco, il presidente della Cei, parla di fine del tabùarticolo 18 dello Statuto dei lavoratori, a patto però che davvero ci siano più opportunità di lavoro. «Non è un dogma - esorta Bagnasco - Bisogna valutare questa questione in chiave propositiva perché qualunque decisione, qualunque modo di affrontare l'articolo 18 deve mirare a creare posti di lavoro o altrimenti non serve a niente.Vincerà un’idea ma non vincerà il bene di tutti».
Se quindi il premier-segretario andrà avanti come un caterpillar, il Pd potrebbe rompersi? Per Civati il pericolo è dietro l’angolo: «Ho l’impressione che Renzi voglia rompere. La scissione è un rischio se Renzi non si rende conto di essere anche il segretario di un partito che può avere legittime differenze al proprio interno e che è stato eletto per difendere l’articolo 18 così non certo per abolirlo».
pina maturani maria elena boschi matteo orfini
Spetterà a Bersani, l’ex segretario dem, che arginò nel 2012 la modifica Fornero dell’articolo 18, fare da ago della bilancia. La sinistra potrebbe votare no, presentare un proprio documento, contarsi. Oppure puntare a una unità a qualunque costo. Matteo Orfini, il presidente del partito, è fiducioso. «Ci sono i margini per un’intesa nel Pd».
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