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Enrico Franceschini per "la Repubblica"
In attesa che la facciano gli europei, ci pensa Rupert Murdoch a integrare maggiormente l'Europa. Reduce da due anni terribili, fra i processi per le intercettazioni illecite dei suoi giornali in Gran Bretagna, un tempestoso divorzio dalla seconda moglie (la cinese Wendi Deng, la metà dei suoi anni, sospettata di flirtare nientedimeno che con l'ex-premier britannico Tony Blair) e la crescente competizione in famiglia per chi diventerà il suo erede, lo Squalo dimostra di avere ancora fame, pensando a creare una grande pay-tivù paneuropea da 23 milioni di abbonati.
Da un lato, niente di sorprendente: «Non è un segreto che pensiamo che le emittenti Sky siano più forti insieme», commenta James Murdoch, il più giovane tra i figli dell'83nne tycoon. Dall'altro una mossa ardita, che potrebbe rivoluzionare il sistema televisivo nel continente. Scatenando polemiche e problemi, come quasi sempre quando c'è di mezzo il magnate proprietario di media in ogni parte del mondo, dal Wall Street Journal alla Fox, dal Times di Londra appunto alle reti Sky in Gran Bretagna, Italia, Germania.
Basta un esempio per far capire cosa significherebbe un unico network Sky in tutta Europa. Dal 2015 la Champions League sarà trasmessa in Italia da Mediaset Premium, la tivù a pagamento di Berlusconi, che ne ha acquistato in esclusiva i diritti, togliendoli proprio a Sky Italia. Ma se andasse in porto la fusione tra le reti di Murdoch, in teoria nulla vieterebbe alla Sky inglese, che ha i diritti per la Champions in Inghilterra, di ritrasmettere le partite anche in Italia e Germania, magari lasciando la telecronaca in inglese, o mettendoci i sottotitoli, o traducendola.
Un abbonato italiano a Sky, insomma, vedrebbe le gare di Champions, anche se l'esclusiva per l'Italia ce l'avrà Mediaset. Si può immaginare che quest'ultima non sarebbe molto contenta. Tuttavia una sentenza del 2011 della Corte di Giustizia Europea ha stabilito che è un diritto dei cittadini europei comprare l'abbonamento alla pay-tv nel Paese che preferiscono, che fa loro il prezzo più conveniente, e poi guardare la televisione con il loro decoder e la loro scheda dove vogliono.
Un caso originato dal gestore di un pub di Londra, che riceveva le partite di Champions in virtù di un abbonamento fatto in Grecia e le faceva vedere ai suoi avventori in barba all'esclusiva di Sky in questo Paese. E se uno sgambetto del genere può farlo un pub, immaginiamoci se non proverebbe a farlo lo Squalo.
Naturalmente non è soltanto a colpi di sgambetti che una Sky paneuropea potrebbe ambire a vincere il "campionato" della tivù a pagamento. Offrendo un contratto continentale a chi vende i diritti della Champions ma pure a chi vende qualsiasi altro programma, dai reality show ai film, Murdoch può strappare prezzi migliori e battere la concorrenza dall'alto di un'audience più vasta.
Certo l'operazione verrebbe esaminata con cautela dall'Antitrust della Ue, restia a ogni eccessiva concentrazione, ma Sky potrebbe mettere sul piatto della bilancia le conseguenze vantaggiose per i consumatori con costi minori e servizi maggiori. Del resto anche Mediaset valuta progetti simili, avendo avviato l'integrazione delle sue pay-tv in Italia e in Spagna e cercando altri partner stranieri. In attesa che siano gli europei a fare davvero l'Europa, insomma, cominciano a farla i magnati della tivù. Con l'ottuagenario Rupert, più attivo che mai, in prima fila.
Miss Deng con il marito Rupert Murdoch SUN VALLEY CONFERENCE RUPERT MURDOCH berlusconi e murdoch silvio mediaset berlusconiMEDIASET ESPANA
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