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SUPERBONUS, CHE FIGURA DI MEF… - L’INCENTIVO EDILIZIO VARATO DA GIUSEPPE CONTE HA CREATO IL BUCO DI BILANCIO PIÙ GRANDE DELLA STORIA D’ITALIA: 150 MILIARDI. MERITO DELLE STIME DI SPESA CLAMOROSAMENTE SBAGLIATE DAL MINISTERO DELL’ECONOMIA – IL COSTO TOTALE È STATO DI 186 MILIARDI DI EURO (9 PUNTI DI PIL), CHE NE HANNO GENERATO 116 DI INVESTIMENTI AGGIUNTIVI. IL “PESO MORTO” È DI 70 MILIARDI. BASTEREBBERO A FINANZIARE L’AUMENTO DI SPESA IN DIFESA RICHIESTO DALLA NATO ALL’ITALIA. PER DIECI ANNI…

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Estratto dell’articolo di Luciano Capone per “il Foglio”

 

giuseppe conte al salone del mobile di milano 1

Il Superbonus, la più grande politica industriale e il più grande sperpero della storia della Repubblica, è un caso di studio interessante.

 

Sono quindi tanti i lavori che cercano di quantificare la magnitudo di questo disastro finanziario.

 

Nei giorni scorsi, il dipartimento delle Finanze del Mef ha pubblicato un working paper che cerca di quantificare alcuni effetti della stagione dei bonus edilizi.

 

I due autori, Carlo Cignarella e Paolo D’Imperio, nello studio prendono in considerazione i due incentivi più grandi (Superbonus 110% e Bonus facciate 90%), che nel periodo che va dal 2020 al 2023 sono costati 186 miliardi di euro (9 punti di pil) per stimare che impatto hanno avuto sugli investimenti nell’edilizia residenziale.

 

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I due economisti utilizzano il metodo del “controllo sintetico”, che consiste nel confrontare l’andamento degli investimenti nell’edilizia residenziale con quello di una sorta di gruppo di controllo (composto da diversi paesi europei) che emula quale sarebbe stato l’andamento in Italia in assenza di Superbonus: in questo modo si riesce a stimare qual è stato l’impulso aggiuntivo degli incentivi e quanti investimenti si sarebbero fatti comunque (ma con i soldi dei privati, invece che con quelli pubblici).

 

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La conclusione è che i due bonus hanno generato nell’edilizia residenziale investimenti aggiuntivi, che cioè altrimenti non si sarebbero fatti, per circa 116 miliardi di euro. Ciò vuol dire però che 70 miliardi di euro spesi dallo stato sarebbero stati sborsati comunque dai proprietari: il cosiddetto “peso morto” degli incentivi è pari al 38% del totale.

 

[…]

 

Il paper del Mef si aggiunge ad altre analisi analoghe, fatte sempre usando il metodo del “controllo sintetico”, che vanno nella stessa direzione: secondo la Banca d’Italia il “peso morto” del Superbonus e del Bonus facciate è pari al 27%; mentre secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) è pari al 33%: la misura dello spreco va quindi da un euro su 4 a un euro su 2,5.

 

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[…] Ciò che ci si aspetterebbe dal Mef è un report sul tema dove ha un ovvio vantaggio competitivo rispetto alle altre istituzioni: spiegare com’è stato possibile sbagliare le stime di spesa sui bonus edilizi ripetutamente e per 150 miliardi di euro.

 

Si tratta del buco di bilancio – ovvero della spesa non prevista e quindi non autorizzata dal Parlamento – più grande della storia italiana. Le relazioni tecniche dei vari bonus edilizi (Superbonus, Bonus facciate, riqualificazione, etc.) prevedevano costi per 71 miliardi di euro. Il costo reale è stato circa il triplo: 220 miliardi di euro, per 150 miliardi di sforamento.

 

Il dipartimento delle Finanze del Mef, a cui spettavano le stime dei costi, ha semplicemente preso le relazioni tecniche dei vecchi bonus e ipotizzato un raddoppio dei costi, senza considerare che il Superbonus aveva due caratteristiche nuove e che lo rendevano particolarmente pericoloso: un’aliquota al 110% (quindi nessun contrasto di interessi tra compratore e venditore) e la cessione del credito (quindi nessun vincolo di liquidità per il richiedente).

La Ragioneria generale dello Stato (Rgs), il cui compito istituzionale è controllare i costi e valutare la credibilità delle coperture, ha “bollinato” la misura, certificando così che i conti sbagliati del dipartimento delle Finanze invece erano giusti.

 

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Oltre a questi errori madornali, il Mef (Finanze e Rgs) non ha previsto un tetto alla spesa, come invece accade abitualmente per tutti gli altri crediti d’imposta (soprattutto quelli automatici come il Superbonus).

 

Per giunta la norma non prevedeva alcuna procedura di autorizzazione preventiva, e questo ha reso impossibile il monitoraggio della spesa (che è compito istituzionale del Mef). Come se non bastasse, tutti questi gravi errori genetici sono stati ripetuti a ogni proroga degli incentivi […].

 

[…] In tanti hanno gli elementi per spiegare che il Superbonus è stato un disastro economico, ma solo il Mef può spiegare perché è stato anche un fallimento amministrativo.

giuseppe conte vota per i referendum

il post di conte sul superbonus nel pnrrsuperbonus ristrutturazioni 7superbonus ristrutturazioni 6superbonus ristrutturazioni 3superbonus ristrutturazioni 2

giuseppe conte al salone del mobile di milano 3GIUSEPPE CONTE INTERVISTATO DA FANPAGEGIUSEPPE CONTE CRAVATTA Talarico