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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
SPY STORY TRA LE ALPI SVIZZERE - IL CASO DI IQBAL KHAN, BANCHIERE PASSATO A UBS DOPO ESSERE STATO SPIATO (PARE) DALL’AMMINISTRATORE DELEGATO DI CREDIT SUISSE TIDJANE THIAM, A CUI VOLEVA FARE LE SCARPE TRAMANDO CON GLI AZIONISTI DELLA BANCA - KHAN HA SCOPERTO DI ESSERE SEGUITO DA INVESTIGATORI PRIVATI E… – VIDEO: LA SMENTITA DELL’ISTITUTO ELVETICO
Danilo Taino per il “Corriere della Sera”
Nel dolce autunno di Zurigo, tra lago e montagne, corre un' elvetica spy story: ha per posta la conquista del cuore pulsante della città, le banche. L' establishment del tutto sommato piccolo mondo zurighese è stupito, ma ancora di più affascinato, dal duello in corso, una delle soap opera che in Svizzera non mancano ma di solito restano confinate in salotti angusti.
Oggi, l' esuberante Iqbal Khan entra alla sede di Ubs, la maggiore banca svizzera, si siede alla scrivania di capo (in coabitazione) della divisione gestione dei patrimoni (la più importante dell' istituto) e si posiziona per diventare il chief executive quando Sergio Ermotti si dimetterà. Khan è un banchiere così di successo e in fondo così poco svizzero da avere turbato la tranquillità della capitale.
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Il caso di spionaggio è presto detto. Khan era uno dei banchieri più importanti del Credit Suisse, altro istituto zurighese. Emergente, 43 anni, con il vento in poppa, anche lì era stato indicato da molti come il possibile successore dell' amministratore delegato, Tidjane Thiam. Improvvisamente, la scorsa primavera ha abbandonato la banca e in luglio ha annunciato che sarebbe passato a Ubs, dal 1° ottobre.
È noto per la sua determinazione, oltre che per l' ambizione e al Credit Suisse il sospetto che emigrando alla concorrenza volesse portarsi dietro un gruppo di talenti che lavoravano con lui e con loro una fetta di clienti si è subito sollevato. Qualcuno della banca, non è ancora certo chi, gli ha dunque messo alle calcagna una società di investigatori privati che lo ha pedinato e spiato.
Fino a quando, il 17 settembre, Khan ha scoperto gli spioni, è sceso dall' auto in pieno centro, ha sollevato uno scandalo e ha denunciato l' accaduto: tre persone sono state fermate.
Presto detto ma non presto chiarito. La storia personale di Khan è quella, bella, del figlio di un emigrante pachistano e di una madre svizzera che si fa strada con le sue capacità in un settore ad alta competizione. Brillante, giustamente ambizioso, leader riconosciuto, una stranezza nell' ambiente tradizionale dei banchieri elvetici. Ma - dice chi lo conosce - non necessariamente leale, roso dal desiderio di scalare il successo.
Con Thiam, il suo capo al Credit Suisse, ha dapprima avuto un ottimo rapporto, poi la relazione si è inclinata fino a diventare di ostilità quando - dice una fonte a Zurigo - Khan avrebbe cercato di mettere in discussione la leadership di Thiam, tramando e contattando anche alcuni azionisti del Credit Suisse, per prenderne il posto in fretta. A quel punto - dicono alcune fonti - i vertici dell' istituto gli avrebbero mostrato la porta (ma gli sostengono che sia stato lui a volersene andare).
Un passaggio che ha illuminato gli zurighesi sulla personalità e forse sull' aggressività di Khan è stato il suo acquisto di una villa proprio al fianco di quella di Thiam, a Herrliberg, sulla costa soleggiata del lago, opposta alla «riva del raffreddore». Più che il desiderio di stare vicino al boss, fu letta come la minaccia di chi dice «ti sto con il fiato sul collo». Soprattutto allorché, durante una festa a casa Thiam, Khan litigò rumorosamente e in pubblico con la fidanzata del suo capo per ragioni di vicinato, lavori in corso e vista lago.
Il fatto è che nella gestione dei patrimoni, uno dei business maggiori del settore bancario, la concorrenza è al coltello e i banchieri coinvolti hanno poche remore quando si tratta di conquistare affari e posizioni in carriera. Ora la questione dello spionaggio è nelle mani delle autorità elvetiche e un' inchiesta indipendente per individuare le responsabilità è stata aperta dal Credit Suisse. C' è chi dice che Thiam potrebbe uscirne male. Ma tra i suoi azionisti c' è anche chi sostiene abbia fatto bene a proteggere il business della banca da chi avrebbe potuto danneggiarla.
Dal punto di vista dei clienti, di Credit Suisse e di Ubs, non è granché assistere a scontri di personalità tra chi dovrebbe curare il loro denaro; tra ego immensi. È che forse non c' è più spazio per gli gnomi, sul lago di Zurigo.
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