DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
1- IL TANDEM GHIZZONI-PALENZONA DECAPITA RAMPL? UNICREDIT CON I SUOI NUOVI AZIONISTI Ã DIVENTATA IL NUOVO SALOTTO MULTIETNICO E TRASVERSALE MENTRE MEDIOBANCA DECLINA MESTAMENTE A SALOTTO DOMESTICO E PROVINCIALE
Gli uscieri di Unicredit ieri mattina sono rimasti delusi.
Per ore si erano preparati a ricevere con un inchino una signora tedesca di nome Helga che avrebbe dovuto partecipare al consiglio di amministrazione per sostituire Tommaso Cucchiani, il capo di Allianz che ha lasciato la poltrona libera per andare a IntesaSanPaolo.
La tedesca Helga Jung, che lavora in Allianz dal 1993 e porta una pettinatura a caschetto, non è arrivata e la sua assenza ha aggiunto tristezza sul volto tirato del presidente di Unicredit Dieter Rampl, il 64enne tedesco di Monaco di Baviera che sembra entrato nel mirino dei nuovi soci italiani e stranieri. Sembra infatti che a raccogliere (per il momento) i maggiori consensi per l'aumento di capitale sia il piacentino Federico Ghizzoni che ieri è arrossito più del solito per l'applauso dei consiglieri seduti intorno al tavolo.
Da parte sua il povero Rampl che conserva come unica sponda tedesca la Helga di Allianz, sta chiedendo alla società di comunicazione "Lifonti & Company" alla quale ha affidato la difesa della sua immagine, di non essere cancellato dai giornali e di far capire a chi oggi batte le mani che la partita per la nuova governance di Unicredit è appena cominciata perché i giochi si faranno nei prossimi due mesi.
Certo, quando il 17 gennaio il tandem Ghizzoni-Pallenzona è salito al Quirinale per un colloquio "irrituale" con Napolitano, l'assenza di Rampl è stata notata, e ancor più significativa è apparsa la successiva discesa in campo dei patrioti italiani (Caltagirone, Della Valle, Del Vecchio) che comprando piccole quote sono entrati nell'azionariato.
Da parte sua Rampl rivendica di aver lavorato bene in questi anni e non accetta l'idea di scendere dal pennone che appare ancora oggi nell'orrenda pubblicità di Unicredit dove una donna sale senza casco e rete di protezione per agguantare la bandiera italiana. La rete di protezione per Rampl è debole e a renderla ancora più fragile è la notizia che appare oggi sul "Messaggero" secondo la quale 20 uomini della Banca d'Italia sono entrati a piazza Cordusio per capire come si possa dipanare il contenzioso tra la Consob tedesca (Bafin) e Unicredit. All'origine del problema che ha portato a Milano gli uomini della Vigilanza c'è la volontà della Consob tedesca di vietare che la liquidità giacente a Monaco di Baviera nella controllata di Unicredit venga trasferita a Milano.
Il problema non è nuovo perché sin dai tempi di Profumo si stabilì il principio che le richieste di liquidità in partenza dall'Italia venissero girate alla cassaforte tedesca secondo una procedura di andata e ritorno dei quattrini che è sempre apparsa tortuosa e laboriosa.
Gli uscieri di piazza Cordusio non danno per scontata la decapitazione del povero Rampl, il banchiere dai dentoni vistosi, e sembrano molto più interessati a capire il dibattito tra le fondazioni azioniste di Unicredit che ieri si sono riunite a Bologna per valutare il loro peso nel nuovo assetto della banca.
Anche loro cercano di sapere che cosa succederà dopo l'ingresso dei patrioti italiani e dei Fondi statunitensi che portano Ghizzoni a dichiarare: "adesso Unicredit è più americana". Il leader delle Fondazioni rimane l'ex-camionista di Novi Ligure Pallenzona che dovrà decidere se restare al tavolo di piazza Cordusio oppure in Mediobanca.
à un bel dilemma perché la nuova Unicredit con i nuovi azionisti e con le sue partecipazioni è diventato un salotto multietnico e trasversale mentre Piazzetta Cuccia declina mestamente a salotto domestico e provinciale.
2- CAPUTI MI HAI?
Nell'incredibile vicenda del palazzo romano comprato dal senatore del Pdl, Riccardo Conti, e rivenduto dopo poche ore con un guadagno di 18 milioni, riaffiora un manager ben conosciuto nel mondo romano.
à Massimo Caputi, l'ingegnere di Chieti che in 40 anni ha collezionato un'infinità di cariche pubbliche e private. La prima notorietà la avuta nel '97 quando alle Ferrovie ha sviluppato il "progetto Termini" al quale è seguita la nomina ad amministratore delegato di Grandi Stazioni spa.
Poi è stata la volta di Sviluppo Italia, la società per la promozione degli investimenti nel Sud dove Caputi è sbarcato nel febbraio 2002, lo stesso anno in cui è diventato consigliere di amministrazione di Acea. La collezione è continuata con il consiglio di amministrazione di MontePaschi e della Banca Agricola Mantovana, ma la grande passione di questo personaggio disinvolto è sempre stata il mattone.
Ed è questa la ragione che lo ha portato a lanciare fondi immobiliari e a intrecciare rapporti con Caltagirone che poi si sono lentamente dissolti. Il suo nome salta fuori all'improvviso nel luglio 2008 quando nella camera 302 di un hotel milanese una cameriera trova una busta con 45mila euro e chiama i carabinieri.
Dopo una rapida indagine si capì che l'ospite smemorato era Caputi e la Procura di Milano avanzò l'ipotesi di riciclaggio, ma il manager si difese dicendo che si trattava del compenso per i fattori che gli curavano una tenuta agricola. Gli incidenti di percorso continuano nell'aprile dell'anno scorso quando la Consob contesta alla sua Fimit sgr di Caputi una serie di addebiti e trasmette alla Banca d'Italia la richiesta di sanzioni.
A via Nazionale gli chiedono di pagare 690mila euro e di giustificare le disponibilità liquide che il manager-immobiliarista avrebbe utilizzato per investimenti a titolo personale.
Di quella vicenda non si è più saputo nulla, ma ecco che il vivace ingegnere di Chieti riappare ieri nell'operazione strabiliante del senatore pidiellino perché uno dei suoi tanti fondi (il Fondo Omega creato per valorizzare il patrimonio immobiliare del Gruppo Intesa) è il soggetto giuridico che si trova al centro della compravendita del palazzo acquistato per 26 milioni di euro e rivenduto dopo poche ore per 44 milioni.
Da parte sua Caputi si difende su "Repubblica" dicendo che si trattava di un immobile inagibile bisognoso di ampia ristrutturazione, ma sarà difficile anche per un uomo navigato come lui allontanare le ombre dello scandalo.
3- RAI SCORPORATION
Perfino il "New York Times" ha preso le difese dei 38 dipendenti della Rai Corporation che sono stati licenziati da viale Mazzini.
Ieri Dagospia ha sposato la causa di questi poveracci che si trovano senza lavoro dopo la decisione di Roma di chiudere le sedi estere, e oggi oltre al quotidiano "La Stampa" anche sul sito del più importante giornale americano si parla della vicenda. Mentre a viale Mazzini i consiglieri e i partiti si danno botte da orbi, i 38 giornalisti e i tecnici che lavorano a Manhattan e negli studios di Tribeca da dove avvengono i collegamenti, si sono rivolti all'avvocato Peter Walker per difendere i loro diritti.
La battaglia sarà dura e probabilmente finirà con il licenziamento perché secondo la legge americana i dipendenti della Rai Corporation devono rispondere alla legislazione di quel Paese. Per il quotidiano americano questo è un altro esempio della razionalizzazione che sta avvenendo nella spesa pubblica italiana e questa tesi, a dispetto delle rivendicazioni dei 38 dipendenti, è sostenuta anche da Lucia Pasqualini del consolato a New York e da Riccardo Viale, il professore torinese che dal 2010 dirige l'Istituto italiano di cultura.
Quest'ultimo sostiene sul "New York Times": "siano benvenuti i tagli perché necessari", un'affermazione che farà incazzare non poco la pattuglia dei licenziati.
4- ORSI IN PREDA A UN'ENORME IRRITAZIONE PER AVER PERSO IN INDIA LA GARA DA 12 MILIARDI DI DOLLARI PER LA FORNITURA DI 126 AEREI HA CHIESTO AI SUOI PIÃ STRETTI COLLABORATORI DI COSTRUIRE AL PIÃ PRESTO UNA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE
Avviso ai naviganti: "I signori naviganti sono pregati di girare a largo da piazza Monte Grappa dove si trova il quartier generale di Finmeccanica.
Da 24 ore l'amministratore delegato Giuseppe Orsi è in preda a un'enorme irritazione per aver perso in India la gara da 12 miliardi di dollari per la fornitura di 126 aerei. La tragica notizia si aggiunge alla sconfitta in Giappone per i caccia sui quali il governo di quel Paese aveva stanziato 3 miliardi.
Adesso Orsi sta spremendo i manager in vista di un altro megacontratto da 5,6 miliardi che si giocherà nella Corea del Sud. Nel frattempo ha chiesto ai suoi più stretti collaboratori di costruire al più presto una strategia di comunicazione. L'ordine categorico è stato impartito al mite direttore delle relazioni esterne, Marco Forlani, e a Simone Bemporad, il giornalista-manager che tiene i contatti a Washington ed è arrivato a Roma l'altroieri per un consulto.
Anche l'assistente di Orsi, Cioci, dovrà troncare le voci che lo danno in uscita dalla sua carica, e lo stesso impegno sarà richiesto ad Andrea Nativi, l'esperto di Nato e di cose militari al quale è stata affidata la direzione della rivistina aziendale.
Ad affiancare le attivita' di comunicazione e' arrivato da poche ore Carlo Maria Fenu, un giornalista che e' stato capo ufficio stampa di Padoa Schioppa e dopo in Deutsche Bank".
Federico Ghizzoni UNICREDIT Palenzona Dieter Rampl FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - copyright PizziDELLA VALLEleonardo_delvecchioMASSIMO CAPUTI Gli uffici di Rai CorporationLORENZA LEI Giuseppe Orsi
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