OGGI È IL TAX DAY, E LA ROTTAMAZIONE DEL FISCO È MOLTO LONTANA - DAL 730 PRECOMPILATO AL TFR IN BUSTA PAGA, MATTEUCCIO NON HA DATO NESSUNA SVOLTA BUONA ALLE TASSE

Alberto Statera per "Affari & Finanza - la Repubblica"

 

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Oggi, 16 giugno, si celebra il cosiddetto tax day (con consueta proroga al 6 luglio per il ritardo degli studi di settore) che doveva certificare l'esordio nei fatti del nuovo “fisco amico” promesso dal renzismo. Ma, a parte la debordante retorica, nulla di amichevole né semplicemente di buonsenso ha segnalato negli ultimi sedici mesi qualunque mutamento di una politica fiscale contorta e maldestra. Prendiamo il fiore all'occhiello del 730 precompilato, operazione frettolosa e mal concepita, che si annuncia come una disfatta.

 

Anticipato al periodo d'imposta 2014, ha rivelato macchinosità burocratica, errori e omissioni dell'amministrazione, fino a rendere inutile e persino rischiosa per il contribuente tutta l'operazione: il fisco, col suo nuovo volto amichevole, può sbagliare e omettere dati fondamentali senza alcuna conseguenza, mentre i contribuenti, i sostituti d'imposta e i professionisti possono essere sanzionati.

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Un invito all'amicizia. Quando poi il governo si è avventurato nell'operazione Tfr in busta paga, che avrebbe dovuto accrescere (a spese del futuro) i redditi medio bassi e tonificare i consumi, la manina fiscale ha affossato il provvedimento con una decisione autolesionista, a meno di voler pensare a un fallimento voluto, per accontentare la Confindustria che era contraria. Invece di applicare la tassazione separata tra il 23 e il 27 per cento, la legge di stabilità ha previsto la quota di Tfr in busta paga come parte della retribuzione e, come tale, tassata sulla base dell’aliquota marginale con l'aggiunta di tutte le addizionali Irpef locali.

 

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

Così chi guadagna 75 mila euro l'anno finisce per pagare 600 euro in più di tasse. Il governo, gioioso, aveva stimato tra il 40 e il 50 per cento i lavoratori dipendenti che avrebbero aderito all'operazione. Il risultato è che ad oggi, secondo la stima della Fondazione dei consulenti del lavoro, su un milione di lavoratori sono 567 quelli che hanno optato per l'anticipazione del Tfr.

 

Come sempre, è impossibile riuscire a sapere il nome e il cognome dell'autore della stolta norma tra quelli delle teste d'uovo economiche del renzismo che circolano tra palazzo Chigi e il Tesoro, spesso preoccupati di gratificare più che altro la premura gagliarda di Renzi, soprattutto ad uso della comunicazione presidenziale.

 

maurizio landini coalizione socialemaurizio landini coalizione sociale

Da segnalare che del Tfr in busta paga si parlava già da decenni e tra i primi a proporlo furono Umberto Bossi e, sul fronte opposto, Maurizio Landini. Se non sapremo mai chi è l'ingegnoso autore materiale della norma sul Tfr tosato, che Renzi non può certo appendere al suo medagliere, figurarsi se si rivelerà l'incontinente alto burocrate dell'amministrazione finanziaria che ha inventato il (lo?) Xbrl.

 

Pare che la parolaccia significhi “Exstensible business reporting language”. Che sarà mai ? E', se abbiamo ben capito, un linguaggio informatico da usare nella nota integrativa al bilancio d'esercizio delle società di capitali. La classificazione delle voci contabili si chiama tassonomia, che potrebbe essere una nuova malattia nervosa altamente contagiosa che circola negli uffici dell'amministrazione finanziaria.

 

rossella orlandirossella orlandi

Il risultato dell' Xbrl, secondo la Fondazione commercialisti italiani, pare sia una specie di incubo: con il nuovo formato sono necessarie venti pagine contro le otto precedenti per dire esattamente le stesse cose e un tempo di redazione che passa da quattro a dodici ore. Ecco qualche piccolo prototipo dell'esordio del nostro caro fisco amico nel tax day.