TELECOM-MEDIA INFINITA - CAIRO PERDE L’ESCLUSIVA SU LA7, E ORA TORNA IN CAMPO SPOSITO (CLESSIDRA) IN UNA NUOVA CORDATA CHE COINVOLGE ANCHE DELLA VALLE - TI MEDIA NON TROVA L’ACCORDO SUL BUDGET CHE TELECOM LASCEREBBE (10-12 MLN €), SULL’OCCUPAZIONE DEI GIORNALISTI E SULL’AFFITTO DEI MULTIPLEX PER IL DT (CAIRO VUOLE UNO SCONTO) - IL TITOLO SCIVOLA IN BORSA E LA CORSA SI RIAPRE...

1. TI MEDIA: NON SI TROVA LA QUADRA SU LA7, IN BORSA -2,6%
(ANSA) - Scivolone in Borsa per Ti Media che cede il 2,66% a 0,16 euro sui timori che la trattativa per la vendita de La7 possa non andare a buon fine. Urbano Cairo e i suoi advisor sono al tavolo della trattativa ma, a dispetto del clima sereno di cui si parla, sembra che la quadra sia difficile da trovare.

2- TIMEDIA-LA7, SI RIAPRE LA PARTITA SULLA VENDITA: TORNANO IN CAMPO CLESSIDRA E DELLA VALLE
Rosario Dimito per www.ilmessaggero.it

Si riaprono i giochi su TiMedia-La7, dopo la scadenza dell'esclusiva concessa a Urbano Cairo e le difficoltà a chiudere l'accordo con l'editore interessato, però, a rilevare solo la società televisiva. Clessidra, il fondo di private equity che aveva presentato un'offerta per un controvalore lordo di circa 350 milioni, al cda di Telecom per acquistare il 77,7% in mano al gruppo delle tlc, secondo quanto ricostruito dal Messaggero.it presso fonti bancarie, starebbe tornando in campo.

Ma non da solo. Il fondo guidato da Claudio Sposito avrebbe in corso colloqui con Diego Della Valle che, a sua volta, si era fatto avanti con Telecom, pochi giorni prima del cda del 18 febbraio, attraverso una manifestazione di interesse scritta relativa solo a La7. Quel consiglio, a maggioranza, aveva scelto l'offerta di Cairo e bocciato quella di Clessidra.

L'imprenditore patron del gruppo Tod's aveva chiesto un pò di tempo per articolare la sua proposta che avrebbe coinvolto anche le star della tv, in testa a tutti Enrico Mentana. Ora la nuova proposta in fase di messa a punto, vede Clessidra come capo cordata ma con un ruolo di rilievo a Della Valle e al pool di investitori che l'industriale marchigiano si preparava a riunire.

3 - CAIRO PERDE L'ESCLUSIVA SU LA7 NON FINISCE QUI
A. Ol per il "Sole 24 Ore" - Non è finita qui. La telenovela sulla vendita di La7 regala ancora qualche puntata. Ieri era stato convocato il consiglio di Ti-media per apporre la firma definitiva sul contratto con Cairo Communication. Invece, una notte di lavoro (tra consulenti finanziari e legali) terminata solo all'alba non è bastata a portare a casa il risultato. Con la conseguenza che, a quanto risulta, a questo punto sarebbe scaduta persino l'esclusiva che era stata concessa a Urbano Cairo.

Ora, l'editore piemontese sembra determinato a portare comunque a termine la missione (di salvare anche l'ottimo contratto di raccolta pubblicitaria che aveva strappato alla precedente gestione). Ma in teoria di qui al 4 marzo, quando si riunirà nuovamente il consiglio di Ti-media per i dati di bilancio, potrebbero ancora spuntare vecchi e nuovi pretendenti a contendere la tv in profondo rosso. Potrebbe forse tornare alla carica Clessidra o formalizzare il suo interessamento Diego Della Valle, emergere una nuova ipotesi, ma in pratica c'è sempre un deterrente legale: troppo avanzato lo stato delle trattative per tentare un blitz in extremis. Però mai dire mai: per ora la telenovela continua.


3 - NON C'È ACCORDO CON CAIRO SLITTA LA VENDITA DE LA7
Luca Fornovo per "La Stampa"

Non c'è ancora l'accordo con l'editore piemontese Urbano Cairo per la vendita di La7. Insomma la telenovela prosegue e secondo quanto si è appreso ieri dal Cda di Ti Media, la controllata di Telecom, l'azionista de La7, l'approvazione definitiva dell'operazione slitta al 4 marzo, quando si riunirà un nuovo Consiglio d'amministrazione. Quale intoppo c'è stato stavolta? In una nota, la società spiega che «è tuttora in corso di perfezionamento la definizione di alcuni aspetti contrattuali».

In realtà i nodi da sciogliere sarebbero ancora parecchi: la dote finanziaria che Telecom lascerebbe a La7, il tema occupazione (in particolare i giornalisti) e l'affitto dei multiplex per il digitale terrestre.

Il Cda del 4 marzo si è riservato di valutare «gli effetti economici e patrimoniali» della cessione e passerà poi in esame i risultati e l'approvazione del progetto di bilancio 2012. L'operazione poi passerà all'Antitrust e all'Agcom per un'approvazione che non dovrebbe trovare ostacoli. Il Cda di Ti Media ha poi preso atto delle dimissioni del consigliere Mauro Giusto per impegni professionali e personali. Intanto Cairo è sempre al lavoro e la trattativa in esclusiva prosegue dopo che ieri il cda di Telecom Italia Media ha fatto il punto sul dossier. In particolare, Cairo e i suoi advisor stanno mettendo a punto alcune tecnicalità intorno a pubblicità, multiplex e costo del lavoro.

«Tutto procede e si sta cercando di ultimare gli ultimi dettagli» commentano fonti vicine al dossier. Il budget che Telecom si impegnerebbe ad assicurare alla tv sarebbe di circa 10-12 milioni di euro. Altra questione è quella dell'affitto dei multiplex per il digitale terrestre su cui trasmette La7, su cui Urbano Cairo avrebbe chiesto un forte sconto. Infine, il tema occupazione: attualmente, giornalisti compresi, per La7 lavorano 477 persone e Cairo vorrebbe che Telecom si facesse carico di una parte.

Dal punto di vista finanziario, invece, lo schema a cui stanno lavorando insieme al direttore finanziario di Telecom, Piergiorgio Peluso sarebbe quello di un aumento di capitale per La7 da 95 milioni, al posto della dote finanziaria. Ti Media da parte sua rinuncerebbe ai crediti che vanta nei confronti della rete (63 milioni di euro). Anche la capogruppo potrebbe rinunciare ai 260 milioni (pari al debito complessivo) che le deve Ti Media.

Ma nel frattempo, in attesa che si trovi la quadra per la vendita dell'emittente tv La7, Ti Media torna sotto riflettori in Borsa con il titolo che chiude in rialzo del 2,74% a 0,16 euro. Rialzo anche per Cairo che guadagna lo 0,75% a 2,67 euro. Tonica Telecom (+0,91% a 0,55 euro) che però resta pericolosamente sotto la soglia di 0,6 euro che potrebbe far scattare la richiesta di reintegro del pegno da parte dei soci di Telco, la holding di controllo, che hanno dato il loro intero pacchetto di azioni in garanzia alle banche creditrici.

 

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