LA SPARATA DI PEER STEINBRÜCK, ANCHE SE NE HA FATTE TANTE, NON È STATA UNA GAFFE DA CRUCCO IMBIRRATO - L'UOMO CHE SFIDERÀ LA MERKEL VOLEVA COLPIRE CON PESANTEZZA IL BERSAGLIO. PARLAVA AI QUEI TEDESCHI STREGATI DALL’ “EURO-POPULISMO” ALLA GRILLO CHE A BERLINO SI TEME MOLTO, E NON SOLO NELL'OPPOSIZIONE - LA STAMPA GERMANICA è TUTTA DALLA SUA PARTE: “HA RAGIONE, SONO CLOWN, MA NON SI DEVE DIRE”…

1- STAMPA TEDESCA, STEINBRUECK HA RAGIONE MA INOPPORTUNO
(AGI) - Peer Steinbrueck non ha tutti i torti nel definire "due clown" Beppe Grillo e Silvio Berlusconi, ma la sua dichiarazione e' stata inopportuna: e' quanto scrive la stampa tedesca dopo il caso diplomatico creato dal candidato socialdemocratico alla cancelleria. La Sueddeutsche Zeitung, con un fondo del suo direttore, Kurt Kister, premette che a suo giudizio Berlusconi "e' peggio ancora, e' la caricatura di un clown", ma sottolinea che l'esponente della Spd ha sbagliato.

"Ogni dipendente ha il diritto di pensare che il proprio capo e' un idiota, ma se lo dice apertamente viene licenziato. Steinbrueck e' stato licenziato in tronco da Napolitano, che un clown non e'", ha scritto il direttore della SZ, concludendo che "a volte e' davvero una tragedia con questo candidato e il suo scilinguagnolo".

Dello stesso avviso il conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), secondo il quale Steinbrueck "ha ragione, ma chi vuole entrare alla Cancelleria deve moderare le sue parole". "Comunque sia", conclude la Faz, "tutti noi vogliamo un'Italia stabile con politici consapevoli della loro responsabilita'. E se non ci si riesce? Allora sono davvero dei clown".

Gia' dal titolo "Quando Steinbrueck ha ragione, ha ragione", la Bild sottolinea che lo sfidante della Merkel non ci e' andato con la mano leggera con il suo epiteto di clown, "davvero un'uscita molto poco diplomatica, ma anche se Steinbrueck compie uno scivolone dopo l'altro, questa volta non ci sara' nessuno in Germania che non sia d'accordo con lui". "Trovo simpatico questo 'errore' di Steinbrueck, conclude il columnist della Bild, Hugo Mueller-Vogg, "due clown sono due clown e qualche volta bisogna pur dirlo". A non essere d'accordo con l'annullamento da parte di Giorgio Napolitano della cena con Steinbrueck e' invece la progressista Berliner Zeitung, che si chiede: "Dove e' il problema, signor presidente?".

Punire il candidato socialdemocratico negandogli un colloquio e' "davvero esagerato", scrive il giornale, sottolineando che in Italia si devono "accettare le osservazioni critiche dall'estero", oltre al fatto che Steinbrueck e' "un uomo di partito e non ancora cancelliere". "Perche' tanto chiasso allora", conclude il giornale, che riguardo alle polemiche scatenate da vari esponenti della Cdu, secondo i quali le affermazioni di Steinbrueck danneggerebbero l'immagine della Germania, scrive in italiano che "si tratta di una cosa che fa ridere i polli".


2- IL RE TEDESCO DELLE GAFFE E LA PAURA DEL POPULISMO
Paolo Lepri per "Il Corriere della Sera"

Non è stata una gaffe. Anche se ne ha fatte così tante che i tedeschi si stanno malvolentieri abituando. «Quel che è detto è detto», sono state infatti le parole con cui Peer Steinbrück è ritornato, senza correggersi, sui suoi taglienti giudizi contro Silvio Berlusconi e Beppe Grillo che hanno costretto Giorgio Napolitano ad annullare la cena in programma ieri sera all'Hotel Adlon. E al libro nero di quelle che molti hanno chiamato le «interferenze» tedesche nel voto italiano si è aggiunto un altro capitolo.

Che il candidato cancelliere della Spd non apprezzi Silvio Berlusconi è scontato. Anche Beppe Grillo, però, è assolutamente lontano dalle sue simpatie. «Nel momento in cui la critica ai partiti si trasforma in una sorta di disprezzo, io mi insospettisco», aveva detto qualche mese fa, in una intervista al Corriere, rispondendo ad una domanda sul Movimento 5 Stelle.

E quel «mi insospettisco» aveva il senso di un totale rifiuto. Martedi sera, poi, ha detto di essere «inorridito per la vittoria di due clown». Certo, anche nel suo partito c'è chi ammette che per chi vuole guidare il Paese è molto imprudente lanciare frecciate ai possibili interlocutori futuri. Ma a dare una mano a Steinbrück è arrivata Andrea Nahles, che dirige la segreteria socialdemocratica, secondo cui la parola usata per descrivere Berlusconi è «il concetto più morbido» che può venire in mente.

«Le sue esternazioni vanno bene per andare ai talk-show, non per diventare cancelliere», ha sostenuto invece il ministro della Giustizia, la liberale Sabine Leutheusser-Schnarrenberger. Della stessa opinione un autorevole esponente cristiano-democratico, il presidente della commissione Esteri del Bundestag, Ruprecht Polenz, a giudizio del quale il candidato della Spd per dirigere il governo «non è adatto a quell'incarico e ha fatto lo spaccone come un capitano prussiano».

In cancelleria nessun commento, ma una certa soddisfazione per l'ennesima disavventura dell'avversario. «È una storia interessante», ha risposto a una domanda sulla vicenda il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert. Senza aggiungere altro.

L'ex presidente del Consiglio e il leader del Movimento 5 Stelle (formazione politica che Steinbrück ha paragonato in passato al partito dei Pirati, il cui elettorato, non a caso, è conteso dalla Spd), sono stati accomunati come rappresentanti di quel «populismo» che a Berlino si teme molto, e non solo nell'opposizione.

L'uomo che sfiderà Angela Merkel voleva colpire con pesantezza il bersaglio. Parlava ai tedeschi. Con quella determinazione a «dire la verità» che lo ha spinto in passato anche a compiere alcune brutte figure, come quando ha accusato la sua rivale di essere «avvantaggiata» dal fatto di venire apprezzata dall'elettorato femminile. A testa bassa contro Berlusconi e Grillo, quindi, senza preoccuparsi del fatto che le sue frasi non solo avrebbero creato un incidente diplomatico con il presidente italiano, ma avrebbero messo in difficoltà anche Pier Luigi Bersani.

Un imbarazzo duplice, non solo perché il candidato premier del centro-sinistra è chiamato a confrontarsi nei prossimi giorni con i due «clown», ma anche perché gli «assist» che vengono dalla Germania si sono rivelati sempre più difficili da gestire, se non controproducenti. E gli attacchi rafforzano.

Sembrava che se ne fosse accorto anche Wolfgang Schäuble, quando ha detto ieri che «non servono consigli pubblici da fuori, perché gli italiani decidono da soli». Prudente ed ecumenica, ieri, anche la donna più potente del mondo. Poi, in serata, un avvertimento più stringente e un paragone con la Grecia dal ministro delle Finanze. L'impressione è che il traffico di parole sulla linea Berlino-Roma continuerà a essere molto intenso. Nonostante gli effetti collaterali.

 

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