DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1.TELECOM ITALIA: OI, ALLO STUDIO OFFERTA PER TIM BRASIL
Finanza.com – La compagnia telefonica Oi ha puntato gli occhi su Tim Brasil. La società in una nota ha annunciato di aver dato mandato alla banca d'affari carioca Btg Pactual di preparare un'offerta d'acquisto sulla controllata di Telecom Italia. Nel comunicato si legge che Oi ha dato a Btg Pactual "mandato per sviluppare alternative per consentire la proposta di acquisizione della partecipazione detenuta indirettamente da Telecom Italia in Tim Participacoes, ai sensi delle regole e alle restrizioni di legge e delle regole e decisioni emesse dalla Agenzia Nazionale Telecomunicazioni (Anatel) e dal Consiglio amministrativo per la Difesa economica (Cade)".
2.TELECOM ITALIA VERSO PROPOSTA INTEGRAZIONE A VIVENDI CHE VALUTA GVT 7 MILIARDI
(Reuters) - Il percorso sembra segnato: domani Telecom Italia approva una proposta che comporta una fusione GVT-Tim Brasil, che valuta GVT da circa 7 miliardi di euro, e il conferimento di azioni Telecom a Vivendi, che le consentiranno di mantenere la maggioranza del capitale nella società fusa.
La proposta lascerebbe però spazi per passare a una maggioranza light nella nuova società brasiliana, quindi nella governance ma non nel capitale, dopo il probabile rilancio di Telefonica, che riaprirebbe la partita.
La proposta potrebbe prevedere un esborso cash, contenuto, e il conferimento a Vivendi del 15-20% del capitale Telecom.
È questo lo scenario ad oggi, secondo alcune fonti vicine alla vicenda, nella battaglia tra Telefonica e Telecom Italia per il controllo della società brasiliana di telefonia su banda larga GVT, posseduta al 100% da Vivendi.
L'offerta di Telefonica valuta la società 6,7 miliardi di euro ed è finanziata principalmente con liquidità, oltre ad azioni di Telefonica de Brasil.
Secondo alcune fonti, Vivendi potrebbe preferire l'offerta del gruppo italiano perché interessata principalmente a un un'alleanza di tipo industriale tra i due operatori, che è quello che propone in sostanza Telecom Italia.
Altre fonti ritengono invece che l'attuale offerta di Telefonica, che sarà probabilmente rivista al rialzo, sia già ora più competitiva rispetto al piano Telecom Italia, perché finanziata principalmente con liquidità.
alierta esce da palazzo chigi foto ansa
3.TELEFONICA,EVENTUALE OFFERTA MIGLIORATIVA SU GVT NON ARRIVERÀ A 8 MILIARDI
(Reuters) - Il cda di Telefonica si riunirà oggi per studiare come migliorare la propria offerta per la brasiliana Gvt di Vivendi.
Lo ha riferito una fonte vicina alla situazione.
"Sarà più alta (dell'originale) di 6,7 miliardi di euro, ma non arriverà a 8 miliardi", ha detto la fonte, riferendosi al prezzo indicato da alcuni quotidiani.
Telefonica è in concorrenza con un'altra offerta attesa da Telecom Italia intorno ai 7 miliardi, secondo le fonti.
4.OFFERTA TELECOM, LA SCELTA DEI NOVE - DECISIVO IL VOTO DEI CONSIGLIERI INDIPENDENTI PER L’ALLEANZA CON VIVENDI
Massimo Sideri per il “Corriere della Sera”
Prova del fuoco per la governance di Telecom Italia che da pochi mesi prevede una maggioranza di consiglieri indipendenti: 9 su 11 al netto di presidente e amministratore delegato. L’offerta per quella che si presenta tecnicamente come un’integrazione tra Tim Brasil e Global Village Telecom, ma che nella sostanza è un’alleanza ad ampio raggio con Vivendi, è ormai pronta. Si tratta di metterla in bella copia in tempo per il consiglio di amministrazione di Telecom che si terrà oggi a Milano durante l’ora di colazione (tradotto per il resto dell’Italia: ora di pranzo).
È la prima volta che la nuova architettura si trova a dover decidere su un passaggio così importante che dovrebbe determinare - sempre che venga poi accettato dal board di Vivendi in agenda domani nella Ville lumière - un cambio di bandiera nell’azionariato del gruppo ma, soprattutto, quella che promette sulla carta di essere una nuova prospettiva industriale. Non è un mistero che dal settembre scorso, quando iniziò la partita a risiko di Telefonica per salire in Telecom Italia, il gruppo non è mai stato in grado di pensare seriamente al proprio core business, con lo sviluppo della rete di nuova generazione al centro. Si tratta di un vecchio virus, certo, che però, di anno in anno, si cronicizza.
Le incognite non mancano: dalla decisione del board di Vivendi ai rumor di un rilancio da parte degli spagnoli «imperdibile», che porterebbe il valore dell’offerta a 8 miliardi contro i 7,1-7,2 di quella che porta bandiera italiana.
Se non verranno apportate modifiche dell’ultimo minuto la proposta da presentare al board di Vivendi per l’integrazione Gvt-Tim Brasil valuta Gvt circa 7 miliardi di euro e comporterà il conferimento di azioni Telecom a Vivendi, che le consentiranno di mantenere la maggioranza del capitale nella società fusa. L’offerta lascerebbe però spazi per passare a una maggioranza light nella nuova società brasiliana, quindi nella governance ma non nel capitale, dopo il possibile rilancio di Telefonica, che riaprirebbe la partita. La proposta, comunque, potrebbe prevedere un esborso cash, contenuto, e il conferimento a Vivendi del 15-20% del capitale Telecom.
L’offerta ufficiale di Telefonica, al netto dei rilanci per ora non confermati, valuta la società brasiliana 6,7 miliardi di euro ed è finanziata principalmente con liquidità, oltre ad azioni di Telefonica de Brasil. Secondo alcune fonti, Vivendi potrebbe preferire l’offerta del gruppo italiano perché interessata principalmente a un un’alleanza di tipo industriale tra i due operatori, ma anche perché sul fronte brasiliano Vivendi, con Telefonica, erediterebbe anche qualche grado di incertezza in più sul piano regolatorio.
Resta da capire cosa potrebbe capitare in una Telecom in cui potrebbero venire a trovarsi, come in un condominio forzoso, spagnoli, francesi e soci italiani (Mediobanca, Intesa Sanpaolo Generali), ai quali dovremmo aggiungere di rigore BlackRock, Bnp, Naguib Sawiris e la famiglia Fossati.
5.ALIERTA PRESSA BOLLORÉ OGGI L’OFFERTA DI TELECOM “GVT VALE 7 MILIARDI”
Da “La Repubblica”
La sfida Tra Telecom Italia e la spagnola Telefonica per il controllo dell’operatore brasiliano Gvt entra veramente nel vivo. L’elemento clou di ieri è stato un pranzo tra il gran capo di Telefonica, Cesar Alierta, e Vincent Bolloré, il neo presidente di Vivendi che ha in portafoglio il 100% di Gvt. Al momento non si sa ancora se Alierta abbia informato Bollorè su un eventuale ritocco verso l’alto dell’offerta già presentata a inizio agosto e che valutava Gvt 6,7 miliardi. Se l’ha fatto deve comunque far ratificare il rilancio da una riunione del consiglio di amministrazione della società spagnola e poi comunicarlo al mercato. Ma secondo le ultime indiscrezioni Alierta aspetterà la riunione del cda Telecom che si svolgerà oggi a mezzogiorno per scoprire le sue carte
. Il board della società italiana presieduta da Giuseppe Recchi e guidata da Marco Patuano dovrebbe infatti formalizzare la sua offerta per Gvt per una valutazione della società carioca nell’intorno dei 7 miliardi, ma con una minore componente in contanti e uno scambio azionario che potrebbe portare Vivendi a controllare una quota di minoranza della nuova entità che si formerà in Brasile e il 15-20% di Telecom Italia. Comunque vada c’è la seria possibilità che la sfida italo-spagnola finisca a colpi di rilanci.
Se Alierta sarà disponibile a mettere sul piatto 8 miliardi di euro per aggiudicarsi Gvt allora la partita sarà da considerarsi chiusa a favore di Telefonica. Ma in un range di valutazioni tra 7 e 8 miliardi Telecom Italia potrebbe giocarsi le sue carte considerando che lo scambio azionario è fiscalmente più attraente per il venditore rispetto a un incasso prevalentemente in contanti.
6.IL PRIMO TEST PER BOLLORÉ E LA FRONDA INTERNA
Fabio Tamburini per il “Corriere della Sera”
Il consiglio di amministrazione della francese Vivendi, previsto per domani, si preannuncia piuttosto animato. Soltanto nell’aprile scorso il gruppo ha annunciato il sostanziale disimpegno dalle telecomunicazioni accettando l’offerta di Numericable, operatore di rete via cavo, per la nascita di un polo di attività in cui Vivendi ha apportato il controllo di Sfr, secondo operatore telefonico in Francia. L’effetto è stato la diluizione della partecipazione, in vista della cessione definitiva. Il tutto motivato, come scritto nel comunicato ufficiale, con la volontà di «perseguire la strategia già annunciata di concentrazione delle attività nella produzione di contenuti media». Scelta strategica confermata dalla vendita del controllo di Maroc Telecom, leader nel Paese del Nord Africa.
Ora l’offerta italiana in arrivo ha come elemento qualificante proprio la convergenza tra le tlc (di Telecom) e i media (di Vivendi), con l’alleanza in Brasile e l’entrata del gruppo francese nel capitale di Telecom Italia. L’impressione è che Vincent Bolloré, presidente di Vivendi e azionista con il 5 per cento del capitale, sia pronto a considerarla con particolare attenzione, anche in virtù dei rapporti consolidati sul fronte italiano. Ma dovrà fare i conti con una opposizione interna che, almeno alla vigilia, risulta agguerrita.
L’uscita dalle tlc è avvenuta sotto la gestione di Jean-René Fourtou, il predecessore di Bolloré. Tuttavia entrambe le operazioni sono state ampiamente condivise con management, consiglio di amministrazione e principali azionisti. Le telecomunicazioni sono un settore con margini in forte riduzione che, in particolare sul mercato francese, sono crollati sotto la spinta delle politiche aggressive di prezzo praticate da Free mobile, diventato rapidamente il quarto operatore con pacchetti di offerte scontate che hanno rivoluzionato le regole del gioco.
Anche così è maturata la decisione presa da Vivendi, che ha scelto di fare cassa e puntare le risorse disponibili sulle altre attività del gruppo, leader nei media. Come giustificare un nuovo, repentino cambiamento che avverrebbe accettando l’offerta di Telecom Italia?
Lo stesso Fourtou, tra l’altro, non è uscito di scena ma resta presidente onorario del gruppo e, in Italia, è consigliere di amministrazione delle Generali, a loro volta azioniste di Telecom. La matassa è intricata e ci vorrà tempo per dipanarla. Certo la decisione definitiva non è prevista nel consiglio di Vivendi convocato per domani. Il passaggio si preannuncia delicato anche se le circostanze sono favorevoli a Bolloré, ben conosciuto per essere sia imprenditore sia uomo di finanza, capace di cogliere le occasioni offerte dal mercato con la dose di spregiudicatezza opportuna. Sotto questo aspetto la gara al rialzo tra gli spagnoli di Telefonica e l’accoppiata di Telecom più Mediobanca lo mette nelle condizioni ideali.
Le castagne dal fuoco, molto probabilmente, finiranno per levargliele gli advisor scelti da Vivendi, cioè Goldman Sachs e Credit Suisse. A loro toccherà mettere a confronto l’offerta di Telecom-Mediobanca con quella degli spagnoli di Telefonica e difficilmente sarà un verdetto politico. Soprattutto perché la partita riguarda un discreto numero di società quotate: da Telecom a Tim Brasil, da Vivendi a Telefonica. Di sicuro questo restringe gli spazi per scelte influenzate da sistemi di relazioni piuttosto che da confronti oggettivi.
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