DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Estratto dell’articolo di Giuliano Balestrieri per www.lastampa.it
Il Tesoro accelera su Mps e annuncia l’avvio del collocamento di un altro 12,5% del capitale del Monte sul mercato. L’operazione verrà portata avanti, così come alla fine dello scorso anno per la prima tranche, attraverso un consorzio di banche costituito da BofA Securities, Citigroup Global Markets Europe AG, Jeffries e Mediobanca in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners, con l’obiettivo di promuovere il collocamento delle azioni presso investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali esteri.
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GIANCARLO GIORGETTI ALLA MANIFESTAZIONE WINDS OF CHANGE
Tradotto: il Tesoro scenderà dal 39 al 26,5% circa – a patto che a fronte di una domanda superiore alle attese non decida di collocare un’ulteriore quota, proprio come successo a novembre. La mossa di Giorgetti suona come un ultimatum alle banche per la creazione di quel terzo polo alternativo a Intesa e Unicredit, tanto caro al ministro.
Intanto da questa operazione il Tesoro incasserà poco meno di 700 milioni di euro che sommati ai 920 milioni guadagnati con il collocamento di novembre arrivano a 1,6 miliardi: quanto speso nel 2022 per seguire l’aumento di capitale. In questo modo la perdita dello Stato sulla banca senese scende a circa 4 miliardi di euro, un passivo che si ridurrà ulteriormente a maggio con l’incasso di altri 80 milioni di euro di dividendi.
Completata l’operazione, poi, il Tesoro si impegna a non vedere altre quote per 90 giorni, fino alla fine di giugno. Tempo che servirà alle banche italiane per valutare ancora la possibilità di scommettere su un’operazione di sistema.
D’altra parte, la strada dell’aggregazione è tutta in salita. L’opzione preferita dall’esecutivo resta quella di un matrimonio con il Banco Bpm, ma l’ad Giuseppe Castagna non perde occasione per smentire un possibile interesse su Siena ribadendo la sua volontà di continuare a correre da solo. E con un utile di 1,3 miliardi e dividendi in crescita del 143% è difficile immaginare di poter far pressione su Piazza Meda affinché cambi idea.
Lungo la via Emilia si guarda anche a Bper, ma sarebbe una soluzione più complicata per diversi motivi. A cominciare dal fatto che Modena non ha ancora completamente digerito l’acquisizione di Genova (Carige) per arrivare all’idea – indigesta per il governo - di vedere issata su Rocca Salimbeni la bandiera di Unipol.
Dopo aver strappato Mps all’influenza del centrosinistra, consegnare il controllo di Mps a Unipol sarebbe uno smacco per il centrodestra. L’opzione Unicredit era la preferita dal governo Draghi, ma fu respinta dalla banca guidata da Andrea Orcel. Oggi che Siena è stata risanata, con due miliardi di utili e il ritorno del dividendo, l’interesse potrebbe essere diverso.
L’ad di Gae Aulenti ha ribadito di aver tra 6 e 9 miliardi di euro da investire in acquisizioni: soldi che devono garantire rendimenti importanti, altrimenti andranno agli azionisti sotto forma di dividendi e nuovi buyback. Un’opzione «deludente» per il capoazienda, che però non avvicina Milano a Siena [...]
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